Anch’io ti disprezzo, rottame d’uomo…

Unità.tv
1 febbraio 2017

Ancora uno scontro tra Saviano e Salvini

“Sei un irresponsabile, ti disprezzo”

Botta e risposta che non risparmia aspre critiche
Non passa giorno che Salvini non ci regali “perle di saggezza”.
Oggi è il turno delle farneticazioni sulla castrazione chimica. Tutto nasce per un odioso fatto di cronaca: la tragica vicenda avvenuta a Giugliano, in provincia di Napoli, dove un uomo di 25 anni di origine nigeriana è accusato di aver sequestrato e stuprato l’operatrice 62enne del centro di accoglienza di cui era ospite.
Salvini trova la sua cura, a base di populismo e razzismo. Ma a rispondergli ci pensa Roberto Saviano:
“Secondo l’Istat (dati diffusi nel 2015) sono 652mila le donne che hanno subito stupri e 746mila le vittime di tentati stupri. Che facciamo Matteo Salvini, castriamo un totale di 1 milione 398mila stupratori? E gli italiani che sono tra questi dopo averli castrati dove li mandiamo? Qual è in questo caso la cura? La prigione per lei, Matteo Salvini, è sufficiente? E i processi li facciamo o pratichiamo direttamente la castrazione chimica? Dobbiamo tornare alla legge del taglione, eh, Matteo Salvini? È questo che prevedere la campagna di odio razziale che porta avanti da sempre insieme al suo partito?”.
Poi la dura accusa:
“Lo sa, Matteo Salvini che le donne maggiormente esposte a violenza fisica e stupri, nel nostro Paese- prosegue-, sono le donne straniere? E lo sa che sono in larghissima parte vittime di violentatori italiani? Ma come osa seminare odio in un momento storico tanto difficile? Oggi più che mai mantenere tranquillità e sedare l’odio razziale è un dovere. Lei è un irresponsabile e io la disprezzo“.
***
NOTABENE
La donna non è stata violentata!

3 Commenti

  1. ada ha detto:

    Come mai, don Giorgio, non esprime il suo parere sulle affermazioni programmatiche del neo pres americano Trump?

  2. Giuseppe ha detto:

    Sono cresciuto a pane e democrazia, credendo fermamente nei principi di libertà, di uguaglianza e di fratellanza. Ho ammirato e sperato nel sogno europeista di menti illuminate e intraprendenti, decise ad abbattere le barriere fisiche e mentali che dividevano il vecchio continente. Sono passato attraverso la rivoluzione culturale degli anni sessanta intrisi di solidarietà e di giustizia sociale, condividendo l’ansia di rinnovamento epocale del Concilio Vaticano promosso da Giovanni XXIII e Paolo VI che, almeno in parte, era riuscita a scuotere perfino l’immobilismo millenario della Chiesa Cattolica.
    E dopo tutto ciò, mi chiedo se non sia stato tutto inutile e che razza di mondo sia quello che dà voce e visibilità ai Trump, ai Salvini, ai Grillo, alle Theresa May, Marine Le Pen, Giorgia Meloni, e compagnia.
    Fra tutti, comunque, chi si distingue maggiormente per la sua squallida insulsaggine è l’energumeno della lega nord che non fa passare giorno senza regalarci qualcuna delle sue perle di saggezza padana. Il tema è sempre lo stesso: fuori i clandestini dal nostro paese, basta accoglienza a chi vuole approfittare della nostra disponibilità, rubandoci il pane e il lavoro e insidiando le nostre donne. L’ossessione di questo individuo, miracolato dai disastri politici e finanziari del cerchio magico della famiglia Bossi, si sposa perfettamente del resto, con la campagna d’odio e I rigurgiti di nazionalismo e xenofobia razzista, che da qualche tempo serpeggiano in maniera allarmante tra i paesi occidentali.
    Apprezzo e condivido le parole di Roberto Saviano, ma resto ugualmente preoccupato per questa deriva populista che, al momento, sembra essere contagiosa come un’epidemia, e faccio fatica a sentirmi tranquillo ed ottimista riguardo al futuro.

  3. GIANNI ha detto:

    Se Salvini non intende fare discorsi razzisti (sostiene di non essere razzista), allora dovrebbe in effetti proporre uguali sanzioni a prescindere da etnia e colore della pelle, anche per rispettare l’art. 3 costituzione.
    Ma la violerebbe ugualmente, perchè l’art. 27 dice, tra l’altro: Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

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