Omelie 2021 di don Giorgio: QUINTA DI PASQUA

2 maggio 2021: QUINTA DI PASQUA
At 7,2-8.11-12a.17.20-22.30-34.36-42a.44-48a.51-54; 1Cor 2,6-12; Gv 17,1b-11
Tre brani tutti interessanti
Premetto subito che i brani proposti dalla Liturgia di questa Quinta domenica di Pasqua meriterebbero tutti una particolare attenzione, a partire dal primo brano che riporta, benché in modo anche troppo frammentario, il lungo discorso di Stefano prima di essere lapidato da inferociti Giudei.
Basterebbe soffermarci sulle parole finali: “Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo”. Il diacono Stefano lancia un’accusa durissima contro la religione ebraica, diventata così carnale da non permettere allo Spirito di agire. Stefano usa la parola “circoncisione”, in un duplice senso: come un gesto carnale, ovvero rimuovere un pezzo di carne dal membro maschile, accusando gli ebrei di essere ossessivamente ligi a questa norma mosaica, lasciando però tutto il resto “incirconciso”, ovvero coperto da una carnalità opprimente. Cosa significa, dunque, circoncidere “il cuore e le orecchie”? Ecco l’altro senso: tagliare, togliere, eliminare tutto quel di più che non permette allo spirito di respirare nello Spirito Santo. È davvero assurdo, ma purtroppo reale, che sia proprio la religione a ridurre la Fede in Dio a qualcosa di carnale. È davvero allucinante, ma purtroppo reale, che invece che resistere al Maligno i credenti resistano all’opera dello Spirito santo. Schiavi della carne, non sentono neppure il bisogno di essere liberi nel loro essere interiore.
Anche il terzo brano, tolto dal Vangelo secondo Giovanni, è degno di attenzione. Troviamo parole che sono fondamentali nel quarto Vangelo: pensate alla parola ”ora”, alla parola “gloria”, alla parola “mondo”, ecc. Mi hanno sempre colpito le parole di Gesù: “Io prego per loro, non prego per il mondo”. “Loro” sono i discepoli e i futuri credenti. “Il “mondo” secondo Giovanni è il regno delle tenebre, il regno del male. C’è forse qualcosa di più? Gesù forse pensa anche alla carnalità di una società che abbruttisce l’essere umano? Gesù non prega, il che significa che odia questa carnalità, la vorrebbe eliminare, ma non può distruggere tutto il suo creato, immerso nelle tenebre di un male che trascina l’essere umano nel vortice del nulla.
Vorrei soffermarmi su secondo brano, tolto dalla prima lettera che San Paolo ha scritto ai cristiani di Corinto.
La vera sapienza
Scrive un esegeta: “La Prima Lettera ai Corinzi si apre mettendo al centro della discussione un problema che a un occhio superficiale potrebbe apparire soltanto un affare di disciplina ecclesiastica. La comunità di Corinto è travagliata da un pullulare di gruppi, che si richiamano a diverse interpretazioni e attuazioni della fede. Il riferimento alla “fede di Gesù” e al kerygma della tradizione apostolica passa quasi dietro le quinte, dal momento che in primo piano sono posti invece i “maestri”».
Sarei tentato di spendere più di qualche parola su questi “maestri”, presunti tali, o personaggi carismatici che ancora oggi pullulano dappertutto, anche nella Chiesa istituzionale. Lo dico sempre: là dove viene a mancare la maturità di Fede, la gente si aggrappa ai cosiddetti guru, veri manipolatori o plagiari della mente umana. I Movimenti ecclesiali nascono quando ci sono le crisi di fede, e si sostituiscono a coloro che, essendo deboli, hanno bisogno di stampelle per camminare. Se c’è una cosa che non sopporto è togliere all’essere umano di essere se stesso, di essere spirito libero.
A parte questa manipolazione della mente umana, che è un fenomeno gravissimo, oggi assai diffuso (pensate alla prolificazione delle sette religiose), vorrei dire qualcosa proprio sulla distinzione che San Paolo fa tra la sapienza umana, o carnale, e la sapienza divina, spirituale. San Paolo parla di ”uomo psichico” e di “uomo spirituale”.
A parte i termini che lui usa, una cosa è chiara: un conto è il corpo e la psiche, che fanno parte di una realtà carnale, e un conto è lo spirito che è nel nostro essere interiore.
Non si tratta di mettere in contrapposizione tra loro il corpo, la psiche e lo spirito, ma di trovare il giusto equilibrio. Parlerei anche di gerarchia dei valori. Qual è la realtà più importante: il corpo, la psiche o lo spirito?
Se la massa pensa al corpo, la scienza (psicologia, psicanalisi ecc,) pensa alla psiche, ma chi pensa allo spirito? Dovrebbe essere la religione, e invece no.
Nel brano di oggi troviamo queste parole di San Paolo: «Ma, come sta scritto: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’uomo, se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato».
Quando leggo e rileggo queste parole di San Paolo, sento un grande conforto interiore, e nello stesso tempo una tristezza, pensando a una società e alla stessa Chiesa che vive psichicamente e carnalmente, non permettendo così allo Spirito santo di rivelarci i Misteri divini.
Se pensiamo alla Chiesa, come essa può parlarci dei Misteri divini senza lo Spirito santo?
Come essa può parlarci di Dio, senza affidarsi allo Spirito divino?
Una Chiesa che si impegna nel campo sanitario, culturale e assistenziale è ancora psichica o carnale. Che cosa ci vuole perché la Chiesa possa capire che il suo compito è ben più profondo: farci riscoprire quello spirito che è l’essenza del nostro essere interiore?
L’impegno nel campo sanitario, nel campo culturale e nel campo assistenziale, a che cosa serve se non è accompagnato da quello spirito interiore, la cui Sorgente è lo stesso Spirito divino?
Tutto un fare, talora uno strafare psichicamente o carnalmente, senza attingere alla Fonte divina. Curare il corpo o la psiche è importante, ma è dallo spirito interiore che viene quella energia divina che dà al corpo e alla psiche la loro vera dimensione.
Possiamo tirare in ballo anche la filosofia? Certamente, se è vero che la filosofia pone le giuste domande, lasciando poi alla Mistica dare qualche risposta.
Il problema è che la religione di per sé, più che domande, dà delle risposte: risposte così carnali da richiamare le dure parole di Stefano: “Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo”.

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