La “presunta” onestà degli italiani

L’EDITORIALE
di don Giorgio

La “presunta” onestà degli italiani

In questi ultimi tempi, anche a causa delle polemiche inerenti ai profughi che, dietro ordini delle Prefetture,  vengono smistati e messi in alcuni locali dismessi dei Comuni, è uscita di colpo la “presunta” onestà dei cittadini italiani. Anche sul mio sito, ho letto frasi simili: da 50 anni pago le tasse, ho lavorato e sudato onestamente, ed ecco che arriva questa gente, per non dire “gentaglia”, che mi fa sentire cittadino di serie B o Z, quasi umiliato nei miei diritti, eccetera, eccetera.
C’è un giornale online locale, Merateonline, dove, ogni giorno, magari con la soddisfazione del suo Direttore, appaiono lettere e lettere di cittadini frustrati dalla presenza di questi “loschi” individui, che non pagano le tasse, non lavorano, anzi li disturbano, non li fanno più vivere in santa pace. Se volete toccare di persona il polso della solidarietà o umanità della gente brianzola, ecco, ne potete avere una certa idea. Sì, una certa idea, perché in realtà i brianzoli sono ancor più egoisti, al di là della loro “innocenza” battesimale o del loro utile pragmatismo pastorale, con la benedizione dei parroci consenzienti.
Non sopporto la “presunta” onestà degli italiani!
Ma… chi è onesto al cento per cento? Credo nessuno, nemmeno il papa. Chi non ha fatto fare qualche lavoretto in nero? Chi ha fatturato ogni lavoro eseguito? Chi ha sempre pagato l’iva? Chi ha dichiarato l’esatta metratura dei propri locali, per evitare di pagare più tasse sulla spazzatura? Chi è senza peccato scagli la prima pietra! 
Naturalmente, quando non paghiamo qualche tassa, ci giustifichiamo in nome della nostra “onestà” presunta, oppure del fatto che gli altri non pagano: “Io non sono un coglione”!  E così via…
E poi, soprattutto nel campo ecclesiastico, c’è sempre una ragione “valida” per non pagare tutte le tasse: faccio il bene, mi do da fare per gli altri, sono qui tutto il giorno al servizio della comunità anche civile, e poi dovrei pagare anche le tasse? Il bene mi fa sentire in diritto di esserne esente! Ma questo è un altro discorso, anche complesso.
Ma ciò che non sopporto è la “presunta” onestà degli italiani, a giustificazione del proprio egoismo di cittadini che, per il fatto di vantare la propria onestà in base a criteri del tutto personali (ognuno si è fatto il proprio Codice e la propria Costituzione), rifiutano coloro che essi ritengono “diversi”, “estranei”, “illegali”, addirittura “pericolosi”, che mettono a rischio la “presunta” onestà di cittadini italiani.
2 agosto 2015
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

3 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Ce lo hanno insegnato gli avvocati, e per noi è stato semplice e pacifico adeguarci alla situazione, anche perché, detto fra noi, è molto comodo. In pratica, si potrebbe dire che, a volte, si consegue una laurea in giurisprudenza e si esercita la professione forense, più per trovare il modo più adeguato ed ingegnoso per aggirare le norme di legge e/o manipolarle a vantaggio dei propri clienti. Non per niente i cosiddetti principi del foro e i difensori che vanno per la maggiore sono quelli che sono riusciti a fare assolvere il maggior numero di imputati, indipendentemente dal fatto che fosse dimostrata la loro innocenza, o fossero colpevoli. Anche perché riuscire a scoprire la verità dei fatti, quasi mai è un elemento fondamentale del dibattimento. Ognuno di noi, perciò, è portato a considerare la legge una specie di organetto o di elastico, si allunga o si accorcia secondo le circostanze, in modo da poter giustificare tutte le azioni che compiamo. Ha ragione don Giorgio: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Purtroppo la nostra coscienza si abitua facilmente a non considerare reati piccole mancanze ed omissioni, ritenendole leggerezze senza alcuna importanza, solo che così facendo si può imboccare la strada per colpe anche più gravi. Oltretutto il genio italico ha dimostrato ampiamente nel corso dei secoli di avere fantasia da vendere, tant’è vero che siamo il paese dell’arte di arrangiarsi, e la fantasia è una vera fucina di idee e di giustificazioni “valide” per qualsiasi circostanza.

  2. Vitaliano ha detto:

    Come ha ragione Don Giorgio,questa presunta onestà degli italiani è individuabile in toto quando il NANO abolì l’ici sulla prima casa.
    Cosa avvenne?
    Parecchi italiani sposati in chiesa proprietari di seconde case per non pagare l’ici seconda casa facevano le finte separazioni con vendita dell’immobile al coniuge con tanto di residenza fittizia tale che una seconda casa risultava prima casa e quindi niente ici.
    Questa è la nostra onestà,onesta che affiora leggendo editoriali e commenti su Libero e Il Giornale o su trasmissioni tipo Quinta Colonna.
    Non resta che piangere!

    • Don Giorgio ha detto:

      Ti dico di più. I nostri bravi ragazzi dell’oratorio, pur di avere agevolazioni sulla casa, si sposano prima in comune, convivono da sposi civili, e poi si sposano in chiesa, col beneplacito della curia e dei preti (i quali salvano la faccia dicendo che la condizione posta è che questi bravi “sposi civili” vivano nel frattempo come fratelli e sorelle). Non so se ho reso la contraddizione!

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