Meno primato del papa, più collegialità dei vescovi

 

di don Giiorgio De Capitani

Sono rimasto colpito dalle parole di uno dei numerosi “corvi” con cui egli giustificherebbe il “loro” comportamento diciamo “poco corretto” di trafugare documenti riservati per renderli pubblici, allo scopo di “salvare” il Papa dalle grinfie dell’apparato “diabolico” del Vaticano. Quanta è attuale la constatazione amara di Paolo VI, che nell’omelia della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (giovedì, 29 giugno 1972), disse: «Attraverso qualche fessura, il fumo di Satana è entrato nella Chiesa». Papa Montini era ancora ottimista parlando di “fessura” e parlando di “fumo”.

Vera o no la “buona” intenzione dei “corvi” che stanno facendo tremare la Chiesa gerarchica e mettendo a disagio il mondo dei fedeli, e screditandola davanti al mondo dei non credenti, una cosa è certa: il Vaticano non è più intoccabile, non riesce più a nascondere i propri segreti. Sta crollando la stessa omertà gerarchica! E ciò dall’interno dell’apparato ecclesiastico. Non credo che il trafugamento dei documenti riservati sia opera solo di qualche maggiordomo, o di qualche laico “depravato” che avrebbe bisogno di arrotondare il mensile vendendoli a qualche giornale. Dietro ci sta ben altro. E qui è difficile parlare di “buone” intenzioni: casomai di “giochi” sporchi di potere tra gli stessi cardinali.

Fin dall’inizio, la Chiesa ha rivelato i suoi aspetti più terreni, anche se fino ad oggi è sopravvissuta, in forza delle parole di Cristo: “le potenze degli inferni non prevarranno su di essa”. La Chiesa è fondata sulla roccia, che è Cristo stesso. Da qui a dire che è fondata sulla pietra, ovvero su Pietro, ce ne vuole.

– Ma Cristo ha detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”.

Dubito fortemente che siano parole originarie di Cristo, o che debbano essere intese così come finora ci hanno fatto credere. Non penso che Cristo fosse un ingenuo: se non altro, senza essere per forza un veggente in quanto Figlio di Dio, non poteva prevedere che qualcosa non sarebbe andato secondo i propri progetti? Che significa poi fondare la Chiesa sulla persona del papa?

– Ma il papa è il rappresentante di Cristo!

Anch’io sono un rappresentante di Cristo, ma nessuno scommetterebbe su di me per il futuro della mia comunità.

Parliamo tanto di Spirito santo, della sua opera nella Chiesa, del suo influsso, e poi stiamo ancora parlando del papa come se fosse intoccabile, infallibile in ogni suo passo, in ogni suo respiro, in ogni sua decisione? Ma scherziamo? Almeno diciamo che lo Spirito agisce nella Chiesa di Cristo secondo criteri tutti suoi, soprattutto quando i giochi e i giochetti dei suoi capi potrebbero mandarla a picco, e che non è tanto la persona del papa a garantire il futuro della Chiesa. Lo Spirito santo agisce, nonostante il papa. Forse agisce “meglio” con l’apporto dei profeti che, in quanto tali, non appartengono all’apparato ecclesiastico, che è quell’insieme di papi, cardinali, vescovi e preti che fanno “la religione”. Ma il cristianesimo, come tutti oramai dovrebbero sapere, non è affatto una religione. Cristo non ha fondato una nuova religione. Qui sta il grosso equivoco di fondo. La Chiesa, invece che esprimere la radicalità del cristianesimo, subito, fin dagli inizi, ha assunto le vesti di una religione, e si è imposta come religione, e tuttora s’impone come religione.

Ultimamente si sta parlando di una maggiore “collegialità dei vescovi”, ridando loro quella responsabilità che è stata tolta proprio in nome del primato di Pietro. Che ci sia un capo, come del resto in tutti vari organismi anche civili, posso essere d’accordo, e credo che ciò faccia parte della nostra innata incapacità democratica: sì, innata in quanto popolo. Anche come popolo di Dio! Ma ciò non toglie che possiamo puntare in alto, e che, proprio per puntare in alto, sia necessario uscire da una concezione piramidale della società e della stessa Chiesa, che non fa che tarpare le ali alla stessa Libertà di Dio, che preferisce agire fuori dal potere.

Ora, ridare più responsabilità alla collegialità dei vescovi mi pare più che indispensabile, diciamo vitale, per uscire dallo schema piramidale. Il popolo di Dio è stanco di fare da base, tanto più che il vertice è a punta, e non permette perciò di aprirsi all’Infinito.

Sì, i Profeti non fanno parte della piramide, volano alto, ma mi chiedo fino a che punto riescano ad aprire la punta, così da far vedere i cieli infiniti.

Sì, lo Spirito santo è presente, ma la sua azione sta anche nel nostro credere più aperto e coraggioso. Il “fumo di Satana” rende acre ogni alito di vita, e rende affannoso ogni respiro. La base deve credere di più nella potenza dello Spirito, per far sì che gli orizzonti si allarghino, e che l’Umanità, in tutta la sua realtà, diventi il corpo e l’anima della Chiesa di Cristo.

Già il cardinale Martini sognava una collegialità di vescovi che guidasse la Chiesa. I vescovi non devono essere solo consultati a cose fatte! E basta con i giochetti di scegliere i cardinali su misura di un papato di regime!

Che il papa sia infallibile quando proclama certi dogmi me ne importa fino a un certo punto, per non dire che me ne importa un fico secco. A me interessa che la Chiesa sia guidata dalla saggezza profetica di vescovi (il cardinalato andrebbe eliminato: è solo un titolo!), che siano aperti all’agire dello Spirito santo.

Il Vaticano andrebbe non solo purificato, ma convertito in una struttura più confacente al Vangelo radicale di Cristo. Andrebbe non solo snellito, ma ri-formato nelle sue radici. Il papa da solo non ce la fa? Dia più potere ai vescovi, e ci penseranno questi ad attuare l’opera di conversione radicale. Certo, vescovi al di fuori dei soliti giochetti politici, non vincolati ad alcun movimento o settarismo, fuori anche dalla solita alternativa tra progressisti e tradizionalisti. Vescovi del Cristo radicale, e basta! 

Utopia? Solo un vago desiderio? Ciò che è certo è che quanto ho detto non ha nulla di eretico, o di scismatico. Aspettare ancora? Ma… fino a quando? Perché tentare sempre lo Spirito santo mettendolo in gioco solo quando è indispensabile per riparare il male fatto o per raddrizzare i sentieri storti? Che significa prevenire?

Ultima cosa: sono convinto che se la società è così mal ridotta, è anche colpa di una Chiesa che parla bene e razzola male. E non venite qui a dirmi che ci sono anche i santi, i martiri, i testimoni della carità! Ce ne sono, anche migliori, anche fuori della Chiesa-struttura-religione. Per fortuna lo Spirito santo soffia dove vuole, e si fa ascoltare meglio, fuori di ogni settarismo. L’Umanità rinnovata salverà anche la Chiesa!

16 Commenti

  1. Turistadellademocrazia ha detto:

    Da come lo conosco io Grillo e’ una persona coraggiosa che sta cercando di fare qualcosa per la comunita’ .
    Grillo dice anche molte sciocchezze, prima fra tutte quella dell’uscita dall’euro, ma ritengo di cattivo gusto etichettare una persona per la sua attivita’.
    Non votero’ Grillo ma gli sono grato per il suo entusiasmo e per aver portato aria nuova in questa fetida Italia in ostaggio ad un fetido vaticano (la invito a leggere l’articolo di Marco Lillo su ior, riciclaggio di denaro sporco e bagnasco)

  2. Alessandro ha detto:

    Caro don Giorgio, hai ragione da vendere! Direi basta con questo cesaro papismo, decaduto con la Lumen Gentium, con la ecclesiologia di comunione, con la sottolineatura del collegio episcopale e la creazione del sinodo dei vescovi ; nonche’ la rivalutazione del laicato e l’ istituzione dei consigli pastorali. Il Papa che, prima di Gregorio VII era semplicemente appellato ” Vicarius Petri” e solo dopo ” Crhisti”, ha subito una enfatizzazione storica che andrebbe ridimensionata, egli presiede semplicemente nella carita’, come ricorda Giustino. Il Concilio di Gerusalemme vide Pietro sconfitto dalle tesi di Paolo. Poi nell’ epoca post costantiniana ecco che il vescovo di roma si ammanto’ di connotazioni imperiali romane.
    Chi invece si dimostra ultra papista tradisce solo una mentalita’ reazionaria, di destra ed antidemocratica. I laici anche andrebbero coinvolti di piu’, ma oggi la Chiesa sta agonizzando, in realta’ le messe sono deserte ovunque, la gente e’ indifferente o polemica contro i preti o atea del tutto. La Chiesa stessa si sta sfaldando giorno dopo giorno, ormai sembra entrare nella sua inevitabile fase crepuscolare.

  3. Gianni ha detto:

    Anche chi condivide l’infallibilità pontifica, fa comunque riferimento solo ad alcune materie.
    LA chiesa, intesa invece come stato, si pone sul piano storico e come tale soggetta a sbagliare.
    Il papa è spesso un capo, che non comanda, in realtà, e spesso neppure conosce.
    Chi comanda sono i cardinali, e spesso questi si cotrasttno tra loro.
    Del resto, sappiamo qualcosa di Emanuela Orlandi?
    No, e questo è solo uno dei tanti miesteri che riguardano la chiesa intesa come stato.
    Potrebbe certo essere che in questa chiesa si annidino fumi diabolici, e comunque bastta pensare alla storia della chiesa nei secoli……

  4. Filemore ha detto:

    Ciascuna chiesa ortossa ha al suo interno un sinodo che collabora fortemente con il patriarca e cui deve dare conto.
    E se avessero ragione loro?

  5. Giuseppe ha detto:

    Il dogma dell’infallibilità del papa risale al primo concilio vaticano, indetto da Pio IX nel 1868, anche per contrastare le spinte irredentistiche e le dottrine liberali che animavano quel periodo storico, ricco di fermenti e di contraddizioni. Era certamente, almeno in parte, una sorta di tutela politica per mantenere lo statu quo e chiamarsi fuori da rischiose alleanze. Una conferma, insomma, che la chiesa oltre ad essere (come sarebbe stato giusto) un movimento spirituale fosse anche (e soprattutto) un soggetto politico rilevante, grazie all’autorità che gli veniva riconosciuta dagli altri governanti del vecchio continente. Il suo difetto è, perciò, l’aver accettato il potere secolare con cui, oltre a sconfessare il messaggio evangelico, si è posta di fatto allo stesso livello di un qualsiasi soggetto politico. Una scelta che, inevitabilmente, ha comportato la creazione di una struttura di governo e un indebolimento della sua missione pastorale. Non per niente in più occasioni -ed anche oggi- questi due aspetti spesso si sovrappongono e si confondono, mettendo in crisi chi rifiuta i paraocchi, non accontentandosi di mantenere un atteggiamento pedissequo e bigotto nei confronti dei rappresentanti del magistero ecclesiastico. Negli atti degli apostoli la chiesa degli albori viene descritta come un insieme di persone unite dalla stessa fede, un gruppo omogeneo (nel senso più nobile della parola) che mettevano in comune tutto ciò che avevano e gestivano collegialmente la loro comunità. Se oggi, a prescindere dai problemi logistici, non è più così vuol dire che nel tempo qualcosa non ha funzionato e l’ha portata a tradire le sue origini e l’essenza della sua fede.

  6. Luciano ha detto:

    Questa assemblea pseudo oceanica “family day”, in buona sostanza quale novità o messaggio ha portato? A me personalmente ha prodotto disagio e insofferenza. Mi sembrava di esssere in un paese a regime totalitario, dove ogni passo era controllato da uno spiegamento assurdo di forze dell’ordine, di unità di primo soccorso e di emergenza. Inoltre, c’erano immagini del pontefice al di fuori dei negozi, dove c’era scritto che:”la confcommercio da il benvenuto a Benedetto XVI”. Immagini simili, le ho viste in Egitto, ai tempi di Mubarak, dove in ogni strada, apparivano diverse foto del presidente dittatore, oltre a vedere in ogni dove militari armati. Senza parlare dell’ospedale di Niguarda che, aveva messo a disposizione un padiglione intero per gli eventuali malori dei grandi uomini presenti, papa compreso. Non parliamo poi del mega palco, illuminato a giorno anche di notte. Certo, il materiale, dicono, verrà riutilizzato per motivi di interesse sociale … forse! Io non mi sento di appartenere come dice quell’utente a firma “Fede”, ad una Chiesa che ostenta una opulenza e che attira 850.000 persone da tutto il mondo, per parlare di che cosa? Mi sfugge sia il messaggio, sia la testimonianza. Che cosa testimonia Benedetto XVI, dalla sua papamobile blindata e circondata da guardie del corpo? Gesù Cristo, comminava e cammina per le strade del mondo a contatto di ogni uomo, vivendo il quotidiano, gioendo, amando, sperando, soffrendo e morendo. Il papa, i signori cardinali e tutti gli uomini di potere presenti su quel palco faraonico e in prima fila, come fanno a testimoniare il vangelo? C’era anche Umberto Bossi in prima fila, si, proprio quello che evangelicamente, voleva rimandare indietro, a mitragliate, i così detti extracomunitari, disperati e con famiglie!!! Forse era in prima fila perchè, nel frattempo, è diventato diversamente abile!!! Il papa, in mezzo alle ricchezze della “santa sede” e dai suoi palazzi di marmo, che cosa desidera testimoniare di evangelicamente credibile? Anche lo I.O.R. , fa parte di questo disegno di testimonianza alle famiglie e di promozione dell’uomo? Ultima cosa, la famiglia di Gesù, secondo le Scritture, era composta da un padre putativo di nome Giuseppe, da una donna illibata, già gravida prima dela vita coniugale, di nome Maria e da un unico fglio di nome Gesù. Questo è quanto ci testimonia la Sacra Famiglia. Tutto il resto è ostentazione e violenza, da parte di chi si considera più uguale degli altri. Non è così che la Chiesa di Cristo cresce!!! Ribadisco però che le fiamme degli inferi, non prevarranno sulla Chiesa di Cristo!!!

  7. Enzo Arosio ha detto:

    Proponiamo questa ” PAGINA ” dei vescovi del 1965 di spirito … Francescano , molto nel senso di un Francesco d’Assisi come , di tutti i Popoli e di tette le religioni ovvero a base laica o credente – una Carta dell’ONU; all’inizio vi saranno molte resistenze da parte di adepti a vari gruppi religiosi e politici ma alla fine non potranno che concordare ; viviamola come una dei Vescovi nello spirito impresso alla parola – profezia – da don Giorgio ! E le profezie sono tali proprio perchè in grado di essere universali.

  8. Daniel85 ha detto:

    Salve don Giorgio.

    Le volevo porre all’attenzione un fatto che mi ha molto incuriosito, anche se non c’entra molto con questo articolo (o forse si?).

    Ieri ho visto un video dove Grillo viene interrotto sul palco dal sacerdote. Pare che il sacerdote lo volesse rimproverare perchè aveva interrotto la funzione.

    Grillo da parte sua gli risponde che si era accordato per le 19 e 45 perchè sapeva che a quell’ora la messa era finita.

    A molti questo gesto è parso un pretesto da parte del parroco di Algheri di dire la propria opinione politica…

    Premetto che alcuni argomenti di Grillo non mi convincono molto, ma questo episodio mi ha dato molto da pensare…

    Lei cosa ne pensa al riguardo?

    Le allego il video in questione:

    http://www.youtube.com/watch?v=mQQkw0kQqTY

    La ringrazio in anticipio.

    Suo,

    Daniel

  9. fede ha detto:

    certo che nemmeno un milione di persone vi fa capire qual’è la vera Chiesa! Ieri a Bresso c’era Pietro e la vera Chiesa. Lei don giorno che si paragona a Cristo mi sembraa veramente un bestemmia. Le famiglie del mondo amano questa Chiesa e ieri abbiamo testimoniato portando figli grandi piccoli adolescenti! I nostri figli adolescenti hanno fatto servizio con altri di tutto il modo.
    Don giorno basta con queste polemiche di auto compiacimento per i tuoi quattro gatti di sostenitori. Dire sempre male di tutti non è cristiano!

  10. Francesco hk ha detto:

    CIAO
    di fronte a certe notizie …che si leggono di CORVI, ciambellani= cardinali, lotte di potere e soldi ……
    forse vale la pena rileggere quello che alcuni vescovi conciliari(ispirati sallo SPIRITO SANTO) sottoscrissero nel lontano 1965

    Si tratta del cosiddetto Schema XIV sottoscritto nel novembre del 1965 da un centinaio di padri conciliari che putroppo come il VANGELO e’ rimasta lettera MORTA.
    SCHEMA rimasto nascosto a molti e mai publiccizato, e si capisce il perche’. Era la fine della RELIGIONE e l’inizio della FEDE.
    Eccolo:
    Noi vescovi, essendo stati illuminati sulle deficienze della nostra vita per ciò che riguarda la povertà evangelica, incoraggiandoci gli uni gli altri in una medesima iniziativa nella quale ciascuno di noi vorrebbe evitare la singolarità e la presunzione, Uniti ai nostri fratelli nell’episcopato, contando soprattutto sulla forza e la grazia di nostro Signore Gesù Cristo e sulla preghiera dei fedeli e dei preti delle nostre rispettive diocesi, ponendoci con il nostro pensiero e la nostra preghiera di fronte alla Trinità, di fronte alla Chiesa di Cristo, di fronte al sacerdoti e al fedeli delle nostre diocesi, nell’umiltà e nella coscienza della nostra debolezza, ma anche con tutta la determinazione e la forza della quale siamo sicuri che Dio voglia darci la grazia, ci impegniamo a quel che segue.
    l. Noi cercheremo di vivere secondo lo standard di vita ordinario delle nostre popolazioni per quel che riguarda l’abitazione, il cibo, i mezzi di comunicazione e tutto ciò che vi è connesso (cf. Mt 5,3; 6,33; 8,20).
    2. Noi rinunziamo per sempre all’apparenza e alla realtà della ricchezza, specialmente nelle vesti (stoffe di pregio, colori vistosi) e nelle insegne di metalli preziosi (questi segni devono essere effettivamente evangelici) (cf. Mc 6,9; Mt 10,9; At 3,6).
    3. Noi non avremo proprietà né di immobili né di mobili né conti in banca o cose del genere a titolo personale; se sarà necessario averne, le intesteremo tutte alla diocesi o a opere sociali o caritative (cf. Mt 6,19; Lc 12,33).
    4. Noi affideremo ogni volta che sia possibile la gestione finanziaria e materiale della nostra diocesi a un comitato di laici competenti e coscienti del loro ruolo apostolico, per poter essere meno degli amministratori che dei pastori e degli apostoli (cf. Mt 10,8; At 6,1-7).
    5. Noi rifiutiamo di lasciarci chiamare oralmente o per iscritto con nomi e titoli che esprimano concetti di grandezza o di potenza (per esempio: eminenza, eccellenza monsignore). Preferiamo essere chiamati con l’appellativo evangelico di «padre».
    6. Nel nostro modo di comportarci, nelle nostre relazio­ni sociali eviteremo ciò che può procurarci privilegi, prece­denze o anche di dare una qualsiasi preferenza ai ricchi e ai potenti (per esempio: banchetti offerti o accettati, «classi» nei servizi religiosi ecc.) (cf. Lc 13,12-14; 1Cor 9,14-19).
    7. Noi eviteremo anche di incoraggiare o di lusingare la vanità di chiunque con la prospettiva di ricavarne ricompense o regali o per qualunque altra ragione. Inviteremo i nostri fedeli a considerare le loro offerte come una normale partecipazione al culto, all’apostolato e all’azione sociale (cf. Mt 6,2-4; Lc 15,9-13; 2Cor 12,14).
    8. Noi dedicheremo tutto il tempo necessario al servizio apostolico e pastorale delle persone o dei gruppi di lavoratori che sono in condizioni economicamente inermi o di sottosviluppo, senza che questo noccia ad altre persone o gruppi della diocesi. Sosterremo i laici, i religiosi, i diaconi e i preti che il Signore chiama a evangelizzare i poveri e gli operai e a condividerne la vita operaia e il lavoro (cf. Lc 4,18; Mc 6,4; Mt 11,45; At 18,4; 20,33; 1Cor 4,12; 9,1).
    9. Coscienti delle esigenze della giustizia e della carità e dei loro mutui rapporti, noi cercheremo di trasformare le opere di beneficenza in opere sociali, basate sulla carità e sulla giustizia, che tengano conto di tutti e di tutte le esigenze come un umile servizio degli organismi pubblici competenti (cf. Mt 25,31; Lc 13,12-14; 33-34).
    10. Noi faremo di tutto perché i responsabili del nostro governo e dei nostri servizi pubblici stabiliscano e applichino leggi sociali e promuovano le strutture sociali necessarie alla giustizia, all’eguaglianza e allo sviluppo armonioso e totale di ogni personalità in tutti gli uomini e giungano con questo allo stabilimento di un nuovo ordine sociale degno dei figli dell’uomo e figli di Dio (cf. At 2,44; 4,32-35; 5,4; 2Cor 8-9).
    11. Considerato che la collegialità dei vescovi trova la sua più evangelica realizzazione nel farsi carico tra tutti delle masse umane in stato di miseria fisica, religiosa e morale – i due terzi dell’umanità –, noi ci impegniamo:
    a) a partecipare, in ragione dei nostri mezzi, alle spese urgenti degli episcopati delle nazioni povere;
    b) a favorire, conformemente al piano delle organizza­zioni internazionali, ma come testimoni del Vangelo, come fece il papa all’ONU, la creazione di strutture economiche e culturali che non continuino a determinare nazioni proletarie in un mondo ogni giorno più ricco, ma che permettano alle masse povere di uscire dalla loro miseria.
    12. Noi ci impegniamo a dividere nella carità pastorale la nostra vita con i nostri fratelli in Cristo, preti, religiosi e laici, perché il nostro ministero sia un vero servizio. A tale fine:
    a) noi ci sforzeremo di «rivedere» la nostra vita con il loro aiuto;
    b) prepareremo dei collaboratori per poter maggiormente animare il mondo;
    c) cercheremo di essere più umanamente presenti e accoglienti;
    d) ci mostreremo aperti a tutti, quale che sia la religione di ciascuno (cf. Mc 8,34; At 6,1-7; 1Tm 3,8-10).
    13. Ritornati nelle nostre rispettive diocesi, noi faremo conoscere ai nostri diocesani queste nostre decisioni, pregandoli di aiutarci con la loro comprensione, il loro aiuto e le loro preghiere.
    Che Dio ci aiuti a essere fedeli.

  11. Enzo Arosio ha detto:

    Che il papa sia infallibile quando proclama certi dogmi me ne importa fino a un certo punto, per non dire che me ne importa un fico secco. A me interessa che la Chiesa sia guidata dalla saggezza profetica di vescovi (il cardinalato andrebbe eliminato: è solo un titolo!); cominciamo a dire che affermazioni di questo tipo richiedono coraggio perchè , pensando ad un integralista islamico , pardon cattolico come Ruini , parrebbero sul filo dell’eresia; vorrei però soffermarmi un attimo sulla questione dei corvi che scopro oggi essere vecchia quanto Papa Montini. Faccio un ragionamento ipotetico o presuntivo quindi come tale dovrebbe trovare riscontri documentari , ma azzardiamo ; questo povero Paolo Gabriele è semplicemente un oneso devoto servitore di papa Ratzinger , al quale si è affezionato perchè ne ha scoperto l’indole timida, di studioso interamente dedito alla causa degli studi teologici , poco votato al direttorialismo ed alle manipolazioni machiavelliche tutte tese ad ottenere , in cambio dell’appoggio della Chiesa alle mire di governo , in Italia , “di alcuni” in particolare lo o gli ‘sculettanti’, una legge delirante fine vita od ancor più una revisione della 194 ( su cui per altro si potrebbe discutere, mentre è difficile accettare che si debba proibire di morire biologicamente ad una persona già morta fisiologicamente , psichicamente ed intellettivamente –quindi nell’essensa dell’essere umano — cioè la coscienza , da ben 17 anni! ).
    Soprattutto ad opera di altre persone , ma forse anche con P.G., si forma una specie di comitato di affezionati al Papa che rifiuta l’idea e la decisione di estrometterlo o farlo fuori a Novembre ; un primo vescovo , credo di Palermo ( na non sono certo ) , affiliato al comitato di salute pro Papa, lancia l’allarme ; si mobilitano le forze , si raccolgono documenti utili a mostrarLo per la persona onesta e pulita che probabilmente è , anche se un po’ ingenua quanto remissiva e si fanno avere ad un giornalista il quale le pubblica in un libro in modo che l’intera opinione pubblica sappia; a quel punto i personaggi chiave , i veri sciacalli si sentono smascherati circa la vera natura delle loro torbide trame e devono correre ai ripari , così si pensa di imbastire la sceneggiata sfruttando la connivenza di un Vian già esperto in porcate ai danni di un certo Boffo ; ma ‘lor signori ‘ sono in una botte di ferro poiché con tutta verosimiglianza sono un’emanazione diretta di Benedetto XVI per cui non possono essere screditati altrimenti è lo tesso Papa che si autoscredita e …. e si trova o si inventa il capro espiatorio o perchè effettivamente teneva qualche copia di documenti segreti in casa o perchè vi sono stati messi dai servizi segreti vaticani appositamente; in queto modo i due o tre ( o quanti sono ) artefici sono salvi e si possono presentare senza alcun imbarazzo, con la loro bella faccia di bronzo , all’Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano; ma…… l’esecuzione è solo stata rimandata !.

  12. PetrusLXXVII ha detto:

    «Considerato nella sua persona, Pietro per natura, era soltanto un uomo, per grazia era un cristiano, per una grazia speciale era un apostolo, anzi il primo tra essi. Ma quando il Signore gli disse: A te darò le chiavi del regno dei cieli, e ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto anche nei cieli, egli rappresentava la Chiesa universale, che in questo mondo è scossa da prove molteplici, come da insistenti nubifragi, torrenti e tempeste; eppure non crolla, perché è fondata sulla pietra, da cui, appunto, Pietro deriva il suo nome. Non è la pietra che trae il suo nome da Pietro, ma è Pietro che lo trae dalla pietra; così come non è il nome Cristo che deriva da cristiano, ma il nome cristiano che deriva da Cristo. E il Signore disse: Su questa pietra costruirò la mia Chiesa, perché Pietro gli aveva detto: Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente. E’ dunque su questa pietra, da te confessata, che io costruirò – dice il Signore – la mia Chiesa. La pietra infatti era Cristo (1Co 10,4); sul quale fondamento anch’egli, Pietro, è stato edificato. Si, perché nessuno può porre un fondamento diverso da quello che è stato posto che è Cristo (1Co 3,11). La Chiesa dunque, che è fondata su Cristo, ha ricevuto da lui nella persona di Pietro le chiavi del regno dei cieli, cioè la potestà di legare e di sciogliere i peccati. Ciò che la Chiesa è in Cristo in senso proprio, Pietro lo è, in senso figurato, nella pietra; per cui, in senso figurato, Cristo è la pietra, e Pietro è la Chiesa. Questa Chiesa, quindi, rappresentata da Pietro finché vive in mezzo al male, amando e seguendo Cristo viene liberata dal male; benché lo segua di più nella persona di coloro che combattono per la verità fino alla morte» (Agostino, vescovo d’Ippona – 354-430 d.C.).

  13. pierluigi ha detto:

    L’assuefazione alla disponibilità di comando, porta quasi sempre l’auto-stima dei “comandanti” a ritenersi indispensabili alla “funzione” ed a credere di poter continuare ad assumersi le responsabilità future, senza essere a conoscenza delle modificazioni e dei fermenti emergenti nella stessa “società” che li aveva eletti. Trasformandoli, di fatto, in miopi settari e in inutilizzabili arnesi di regime,non idonei al progresso dell’umanità.

    • Alessandro ha detto:

      Carissimo don Giorgio, hai ragione anche questa volta. il papato e’ una costruzione storica traballante. Pietro al concilio di Gerusalemme dovette cedere alle tesi di Paolo, il cesaro papismo e’ venuto poi. fino a Gregorio VII il Papa era ” Vicarius Petri” non ” Crhisti”. L’ enfatizzazione del papato, il centralismo, hanno avuto una battuta di’ arresto con la Lumen Gentium, con il concetto di collegio episcopale e di ecclesiologia di comunione. Basta con la mentalita’ antidemocratica nella chiesa, occorre rivedere Giustino il Papa presieda nella carita’, si riveda il modo di operare il ministero pertino, come auspicato nella Ut un um sint di Giovanni Paolo II.

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