Carlo Maria Martini fa sempre la “differenza”…

6 Commenti

  1. Andrea ha detto:

    Ciao Don Giorgio ti scrivo qui perchè non trovo la tua mail (ho perso il foglio su cui l’avevo appuntata). Ti volevo inviare il mio libretto,di cui ti parlavo al telefono le settimane scorse, posso mandarlo per posta in parrocchia a Dolzago? Se no mandami una mail con l’indirizzo corretto
    Un salutone
    Andrea

  2. CARO DON GIORGIO,mi scusi se mi permetto questa failiarità:il suo blog(non so se il termine è esatto):è una vera catechesi.Se scola ha voluto infliggerle una punizione,si è data la zappa nei piedi.GRAZIE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  3. simone ha detto:

    Caro don Giorgio,
    la tua storia credo sia la storia di molti con una sola particolarità: tu hai trovato il coraggio di raccontarla.
    Quanti preti, quanti laici vivono quotidianamente la ferita dell’indifferenza; io stesso sono stato allontanato dall’arroganza e dall’invidia del nuovo vicario parrocchiale. Invece di aprirsi alla multiformità di pensiero ha deciso di dare un bel calcio nel culo a chi la pensa diversamente, lasciando che il male operasse in lui.
    Sì è chiuso nel fortino di tanti ‘yes man’ perdendo in partenza la sfida della chiesa; la sfida della fraternità, dell’accoglienza, della carità.
    Ma il parroco deve comandare, farsi rispettare, deve adempire al suo ufficio.
    Dimenticandosi che per un cristiano il primo compito è l’amore, la fraternità….
    E la pecorella che hai volutamente allontanato oggi nessuno, tu per primo, la saluta, gli parla. E’ morta, manca solo che aggiorni il registro parrocchiale per la conferma ma nella tua testa non esisto più.
    Fortuna vuole che per un prete pirla ce ne sono anche alcuni bravi e l’onestà e la buona volontà riesce a dare frutto anche in altre parrocchie.

    Oggi l’ostacolo maggiore per una nuova evangelizzazione è rappresentato da persone e riti che invece di avvicinare allontanano la gente.
    Quante comunità chiuse, immerse nel chiacchiericcio e nelle lotte interne danno un’immagine pessima dell’essere cristiani. E i preti, schiavi dei servizi che queste persone compiono, accettano tutto nel silenzio.
    Facendo unicamente il male della comunità.
    Un circolo vizioso che ha un solo risultato: allontanare la gente.

    Le cifre nazionali dicono che l’80% dei ragazzi che terminano il percorso dell’iniziazione cristiana abbandonano la chiesa.
    Un percorso che dovrebbe formare, dare consapevolezza, creare giovani in cammino verso il senso della loro vita in realtà crea unicamente una voragine.

    Un FALLIMENTO TOTALE che nessuno ha il coraggio di affrontare seriamente.
    Catechisti vecchi, senza una minima idea di comunità e di fede, che sanno solo sgridare perchè non si partecipa a questo o a quello, a suscitare sensi di colpa, ad arrogarsi il diritto di giudicare chi può o non può ricevere un sacramento.
    Queste son le persone di cui non abbiamo bisogno!!!

    Ma la zizzania deve crescere col buon grano….insieme….purtroppo oggi sembra tutto zizzania.

    Don capisco il suo rammarico ma lei è segno evidente che le vie per fare il bene sono infinite.
    Il suo pensiero quotidiano, questo blog, i suoi video servono molto di più che il servizio di molti preti residenti.
    Lei ha trovato una forma diversa per continuare a dare la propria testimonianza.
    Io raccolgo il suo esempio; per fare il bene non servono cappelli o distintivi; anzi l’assenza di compiti le da la libertà di poter operare senza catene sempre con un unico padrone: la verità!!

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