Beppe Grillo e… il cardinale

 

 

di don Giorgio De Capitani

Il filosofo francese Maurice Merleau Ponty (morto nel 1961) distingue tra “parole parlate” e “parole parlanti”. Pensando a questa distinzione, mi è venuto spontaneo fare un confronto tra Beppe Grillo e Carlo Maria Martini, tanto più che, in questi giorni, il comico genovese, forse geloso o invidioso che l’attenzione del mondo intero, rimasto fortemente emozionato per la morte di Martini, fosse rivolta quasi esclusivamente alla grande figura carismatica del cardinale, ha fatto le solite sue sparate su tutto e su tutti, sentendosi vittima di chissà quali complotti (in realtà è lui che da tempo sta minacciando).    

Le parole “parlate” sono quelle che escono solo dalla bocca, e non dal cuore e dall’intelligenza, quelle che non hanno un significato o un senso: sono buttate fuori senza avere un preciso obiettivo, se non quello di fare colpo sulla gente, strappando il consenso popolare. Le parole parlate sono inconcludenti, rimangono in superficie, scivolano via, non scendono nel profondo dell’oceano là dove c’è la vita, non vedono la realtà. Le parole parlate sono come l’acqua torrenziale che fa solo danni, perché non penetra nella terra.

Le parole “parlanti”, invece, sono quelle che parlano, hanno un qualcosa da dire, colgono il significato della vita, vedono la realtà: parole che parlano al cuore e all’intelligenza, perché partono dal cuore e dall’intelligenza. Le parole parlanti mirano al bene dell’umanità.

Beppe Grillo è un esperto delle parole parlate, Martini invece lo era nella parola parlante. Martini credeva nella parola in quanto parola, nella Parola, in cui leggere tutte le altre parole. Grillo urla, sbraita senza sapere ciò che dice: le sue sono parole senza senso, a lui non interessa il significato delle parole. Martini ha speso tutta una vita per meditare sulla Parola allo scopo di trovare il senso delle parole umane. E per trovare il significato delle parole invitava addirittura a leggere attentamente il dizionario, per poi soffermarsi sul grande libro della Bibbia. Per Martini la parola è la Parola di Dio, quella che si è incarnata prima nei profeti dell’Antico Testamento, e poi in Gesù Cristo, la Parola di Dio fattasi carne, nella storia dell’umanità.

Certo, anche i profeti urlavano talora la Parola di Dio, perché il popolo era diventato sordo, anche Cristo ha urlato con invettive tremende contro gli scribi e i farisei. Ma la Parola di Dio va prima masticata, digerita, assimilata. È quanto ha fatto per tutta la sua esistenza Carlo Maria Martini, per riflettere poi sulla Chiesa e sulla società moderna. Una riflessione magari a denti stretti, ma sempre puntuale. Una riflessione che forse non colpiva come quella degli antichi profeti, ma era sempre stimolante, aperta, provocatoria al punto giusto. Talora occorreva leggere tra le righe ciò che Martini intendeva dire. Ma si capiva dove voleva arrivare, anche se la Chiesa struttura restava immobile, quasi indifferente. Ma Martini credeva nella Parola come seme. Il seme, per crescere, vuole i suoi tempi.

La sua prima lettera pastorale da Vescovo di Milano è stata “La dimensione contemplativa della vita” (1981), la seconda “In principio la Parola” (1981-1982), e l’ultima “Sulla tua parola” (2001-2002). Questo fa capire quanto contasse per Martini la Parola nel suo ministero pastorale, in una diocesi, quella milanese, una tra le più grandi del mondo. Una sfida, dunque, e quale sfida, proporre la Parola a gente laboriosa e pragmatica, poco attenta alla Parola! La Diocesi si è svegliata dal suo torpore? Apparentemente no! Ma la parola è come un seme! La grande emozione per la sua morte può essere un segnale che egli non ha vissuto invano!

Il Cardinale non diceva mai parole scontate, banali, in ogni sua parola c’era qualcosa che richiamava l’Essenziale, l’Assoluto. Non aveva un fascino comunicativo, proprio per questo a imporsi non era tanto il suo carisma personale, ma la forza della Parola che annunciava. Lo si ascoltava volentieri anche se il tono della voce era monotono, quasi scoraggiante. A differenza di Beppe Grillo che si è imposto per la sua grande abilità comunicativa (era un comico, e tale è rimasto!). Le battute vanno e vengono, e talora ricadono su chi le dice. Grillo è il comico delle battute anche violente destinate prima o poi a schiacciarlo nella sua nullità.

Martini è il gigante della parola parlante, Grillo il nanerottolo delle parole parlate. C’è un abisso tra lui e il cardinale!

Martini parla ora più di prima, e non cesserà di parlare anche dopo, perché le parole parlanti non muoiono. Beppe Grillo parla e straparla, ma le sue parole muoiono già sul loro nascere. La parola parlante è profezia, le parole parlate sono senza futuro.

 [youtube]http://www.youtube.com/watch?v=4ioETm9_xvI [/youtube]    

 

21 Commenti

  1. Luca ha detto:

    Mi complimento e condivido il testo. Mi fa piacere pensare che un fustigatore dei leghisti come lei abbia rintracciato nel grillismo una possibile continuazione di quel mostruoso fenomeno sottoculturale.

  2. bobby sands ha detto:

    ultimamente stanno uscendo delle notizie dalle quali si può dedurre che beppe grillo in realtà è solo una marionetta, pare che il burattinaio sia un certo gianroberto casaleggio,(che scrive libri editi dal sole 24 ore di confindustria)e una società fatta da mega-manager che danno l’impressione di muoversi meglio nei loro buisness internazionali che nei problemi concreti della povera gente
    allego il servizio del tg3 da you tube

    http://www.youtube.com/watch?v=s7LXZ6-ldM0

  3. Daniele ha detto:

    Voglio aggiungere che sono talmente amareggiato e deluso che probabilmente non guarderò più il tuo blog

  4. Daniele ha detto:

    Una persona come lei,pensavo che era vicina a Beppe Grillo.
    Sono molto dispiaciuto.
    E’ l’unica alternativa a questa accozzaglia di politici faccendieri e corrotti

  5. Giovanni ha detto:

    Mah, da lei non me l’aspettavo Don Giorgio. Una critica cosi’ feroce e allo stesso cosi’ qualunquista e superficiale denota come minimo una mancanza di approfondimento dei concetti che da anni Grillo sta portando avanti e che hanno fortunatamente scosso la coscienza di milioni di italiani, spingendoli ad informarsi e ad esigere un Paese migliore a partire da una classe politica che ne ha succhiato via quasi tutte le risorse.

    • Don Giorgio ha detto:

      E tu credici! Io no! Non sono un allocco!

      • Giovanni ha detto:

        Lei mi offende ma inconsapevolmente ha rivelato i suoi limiti. Io, a differenza sua, non credo, ma pondero le cose. Le analizzo criticamente con obiettivita’. Poi mi faccio un’opinione.
        Grillo non e’ una cosa a cui credere. Non e’ una fede…e’ solo una persona intelligente che ti offre stimoli su cui riflettere. Ne e’ riprova il fatto che non sempre sono d’accordo con quello che dice.

  6. Tommaso Pellegrino ha detto:

    Per una volta (ma non si monti la testa), bravo don Giorgio!!
    Non sto qui a trattare del cardinal Martini, sul quale ci sarebbe qualcosa da dire anche fuori del coro delle generali lodi incondizionate ed incensamenti di questi giorni, ma che lei dica quello che si merita di quel…di Grillo non può che trovarmi pienamente d’accordo.
    Tommaso Pellegrino-Torino

  7. Luca ot ha detto:

    Capita talvolta che gli umori occasionali dei riceventi possano disturbare notevolmente le capacità critiche e di giudizio operate sullo stesso messaggio, pur sempre analizzato dallo stesso pensiero. Come dire avvicinarsi ad un funerale con toni festosi seppur motivati e giustificati da una condizione personale gioviale e ridanciana, attira strali verbali e mimici, al contrario di una pacatezza comportamentale in sintonia con i toni che le consuetudini locali imporrebbero per l’evento.

  8. Carmen ha detto:

    Davvero una forzatura il paragone Grillo-Martini; Sono d’accordo con S.Testa e con Fabio. Don Giorgio, è da un pò di tempo che non la riconosco più. Peccato…! L’effetto Monti è incredibilmente effiicace, am solo nel costruire il pensiero unico.Tutto il resto lascia molto a desiderare.

  9. Gianni ha detto:

    Morly parla di parole parlate e parlanti (tradotto dal francese), prima ancora come studioso di linguistica, che come filosofo.
    Ma forse sarebbe preferibile usare termini della moderna linguistica, che distingue tra significanti e significati.
    I primi sono tutte le espressioni che vorrebbero, appunto, avere un significato, mentre i secondi sono i sensi espressi dalle prime.
    Un aspetto fondamentale è che sempre i significanti hanno un significato, comprese le parole, anche quando noi riteniamo di non comprenderlo o che non ci sia….
    Così, c’è una logica anche nelle espressioni dello psicotico, o di chi parla in una lingua per noi sconosciuta.
    Non sono quindi mai stato concorde con giudizi di tipo tranchant, siano essi verso i Grillo, i Martini o gli Scola, quando si afferma che certe parole non avrebbero significato.
    Anzi. Spesso i significati sono più d’uno, ma diversi per ognuno di noi.
    Anche il cosiddetto non sense un significato ce l’ha….
    Ad esempio dei discorsi di Scola si dice che non abbiano senso, ma invece, per altri, il senso esiste, anzi, sarebbe proprio riconducibile a quello sprito di profezia, che altri invece attribuiscono soprattutto a Martini…
    Come si vede, ci sono diversi significati, con cui interpretare parole e discorsi….
    Non so, peraltro, sino a che punto possa aver senso confrontare ambiti antropologici ed esistenziali così differenziati, come quelli di un Martini e di un Grillo, ambiti che spiegano differenze di significanti e di significati.

    Ed ora, se mi consentite una battuta,vorrei chiudere questo mio intervento, ricordando che a buon intenditor, poche parole…oops..significanti…..

  10. Giuseppe ha detto:

    Impossibile non dare ragione a don Giorgio. Viviamo in una società che si nutre avidamente di modelli mostruosi che rubano l’occhio famelico e l’attenzione morbosa, ma che inevitabilmente sono destinati a non lasciare traccia. Perché quello che resta, alla fine, è l’insegnamento di chi parlando al cuore vi lascia una traccia indelebile.

  11. giò ha detto:

    quanto diventiamo piccoli quando difendiamo il nostro interesse

  12. Paolo ha detto:

    Ha ragione don Giorgio. Il fatto che agissero su piani diversi non impedisce di confrontare i loro stili. Forse Grillo dovrebbe imparare a riflettere un po’ di più, farebbe bene a lui e a tutti.

  13. Fabio ha detto:

    Questa volta hai scritto una cazzata!!! Non per l’analisi sul Cardinal Martini, al quale va il mio rispetto, ma in primo, cosa centra il paragone Grillo-Martini. Come dice qualcuno che c’azzecca, paragona Grillo con Bersani con Di Pietro con Alfano o Berlusconi, che si confrontano sullo stesso campo, ma con Martini non c’entra niente anzi ti dirò entrambi nelle loro parole espresse si in modi diversi stimolano ad essere padroni di se stessi e del proprio destino. Secondo poi mi meraviglio di te, che critichi questa informazione pilotata, ricordo come ti sei incazzato quando su la sette mandaro in onda la tua intervista tutta tagliata e manipolata. Pensa che questo funziona sempre anche con Grillo, prendono un discorso o una frase e la manipolano utilizzandola in un contesto differente. Dovresti leggere il suo blog, o quantomeno verificare, quando senti notizie su Grillo quello che ha detto veramente. Non siete molto diversi anche tu urli e dici parolacce, e per questo vieni strumentalizzato, ma noi approfondiamo e analizziamo il senso dei tuoi pensieri non come li esponi. Continua così che sei grande e accetta il consiglio per questa volta!!!!

    • Piergiuseppe ha detto:

      Concordo appieno con Fabio.
      Mi rendo conto comunque di come sia difficile comunicare in questa vita. La parola è sicuramente il mezzo più efficace, ma il dubbio sulla sincerità e sull’onestà delle parole c’è sempre.
      Allora la verifica puoi averla nell’osservare le azioni di chi ha pronunciato quelle parole.
      Saluti.

  14. Salvatore Testa ha detto:

    Mi scusi l’espressione ma il suo pensiero è delirante. Fare parallelismi, affermare quale dovrebbe essere l’esempio di espressione, è come affermare il pensiero unico. Martini è bravo, Grillo no. Ognuno deve avere la possibilità di esprimersi come vuole; si può condividere o no. Quindi viva Grillo! Viva Martini! Viva Don Giorgio!

  15. Jack ha detto:

    Commento perfetto !

  16. pierluigi ha detto:

    E’ così, sono differenti anche le medesime parole se usate in modo esclusivamente parlato o in maniera parlante, sprecare il fiato non serve ad alcuno, per non sprecare occorre che le parole restino nel tempo, per restare devono essere illuminanti.

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