Una solidarietà del tutto speciale

Una solidarietà del tutto speciale

di don Giorgio De Capitani
Ringrazio tutti coloro che direttamente (non sono pochi) e indirettamente (sono tantissimi) mi sostengono o, meglio, sostengono la mia causa, ovvero le mie idee, le mie convinzioni, le lotte, anche le sconfitte dovute a un potere balordo e mai del tutto estinto.
Per tantissimi anni della mia esistenza ho lottato contro un potere malefico, di ogni tipo, anche di quel regno terreno, che si chiama religione cristiana, incarnato in una Chiesa che in quanto istituzionale non ha mai cessato di opporsi a quel regno di Dio del tutto spirituale, che è dentro di noi.
Paradossalmente il credente è diviso in se stesso: tra la Divinità presente in lui in tutto il suo Mistero ineffabile e, proprio per questo, autenticamente reale, e il dio/idolo di una Chiesa strutturale, ovvero di quel “grosso animale” che è l’altra faccia del Diavolo, ovvero, come dice la parola, di Colui che divide.
Quando la Chiesa istituzionale divide è diabolica, ed è diabolica in quanto religione, perché la religione lega l’essere al suo potere di imporsi sulla coscienza individuale, per far sì che ogni figlio di Dio diventi figlio della Chiesa, tradendo così la sua natura essenzialmente divina. Si è figli di Dio, e di nessun altro!
Sostenere queste mie idee, ovvero ciò che è una emanazione dell’Idea divina in quanto Bene Assoluto, richiederebbe una “empatia” del tutto speciale, ovvero interiore, che accomuna gli spiriti liberi. Li accomuna in modo tale che le lotte, pur assumendo anche risvolti non sempre accettabili da tutti, vengono però accolte nella loro retta intenzionalità di opporsi al regno di quel male che si incarna nel potere, sia civile che religioso.
Ogni spirito libero ha un suo modo di lottare, ed è non tanto nel suo modo (magari discutibile) di lottare, ma è nella profonda genuina intenzionalità per cui bisogna stare uniti.
È sempre stato il mio vero problema: distinguere il mio modo di lottare dalla retta intenzionalità di chi “vede” il male e lo combatte. Poi, sul “come” lo si combatta, ogni spirito libero ha le proprie esternazioni, che dipendono da tanti fattori (carattere, scelte di vita, coraggio rischiando condanne, quel senso di innato orgoglio per non cedere mai di fronte alle resistenze del male, ecc.).
Certo, avere accanto persone che lottano per la stessa causa, anche se ciascuna con modi diversi, è di grande conforto, di sostegno, di speranza.
Dicendo “stessa causa” vorrei far capire che questa causa non è tanto un particolare aspetto della realtà per cui si lotta, ma quella Realtà profonda che ci unisce nello spirito.
Qui la solidarietà va oltre la mia persona: sta in quella mia ostinata convinzione che parte dal fatto che si è prima che si ha, e si è in quanto spirito che si unisce allo Spirito divino e in Lui con tutta l’umanità.
Dunque, una solidarietà che va oltre la stessa lotta, se si lotta per qualcosa di carnale (come cambiare qualcosa di un mondo carnale).
La vera solidarietà diventa comunione di idee, di speranze, di una fede che va oltre il dio della religione.
Gli spiriti liberi si incontrano e si uniscono nella Idealità divina, che è quella Essenzialità priva di ogni carnalità o di quell’ego, “amor sui”, che è il vero Male che genera solo male.
Ringrazio chi mi segue in un cammino che non è facile, essendo un cammino anzitutto interiore, là dove il regno dell’essere è purissimo, libero da ogni carnalità.
Ma il ringraziamento conta relativamente, essendo un dovere di ciascuno farsi trovare là, dove vi è l’incrocio del finito con l’Infinito.
È un dovere sì, per chi crede che è proprio nell’incrocio che avviene il punto d’intesa dell’umanità intera.

 

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