Lascio a Dio… e a me…

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Lascio a Dio… e a me…

Assistiamo ancora a quella forma di “buona educazione”, che altro non è che una stupida imperdonabile rassegnazione di fronte al tenace grumo di male che alberga nel cuore oramai inaridito di bastardi uomini di comando.
Quel sentirmi ripetere “non si può essere così brutale”, quando giudico i barbari che decidono del futuro di una Nazione, proviene da anime pie che pensano tra l’altro a fare i cazzi loro (cioè, pensano solo alla salvezza della “loro” anima!), in nome di una pseudo-pietas, pronta a perdonare anche i criminali, lasciando morire gli innocenti.
Lascio a Dio ogni pietas, e a me il diritto e il dovere di oppormi con tutte le mie forze ad ogni principe del male, che scorrazza ovunque per imporre la sua voracità mai sazia.
Lascio a Dio ogni perdono, e a me il diritto e il dovere di colpire a sangue quella violenza, non solo ideologica, che semina morte, là dove l’amore di Dio ha partorito e partorisce figli, ma non perché vengano sacrificati sugli altari della più feroce tracotanza di potere.
Lascio a Dio anche che mi giudichi e mi condanni, ma non desisterò dal giudicare anche Dio per i suoi silenzi e per le sue assenze.
Vedo il sole impallidire? E perché me ne dovrei star zitto?
Vedo i giorni sporcarsi di sangue? E perché dovrei far finta di nulla?
Sento urla di dolore? E perché dovrei tapparmi le orecchie?
Sento bestemmie che disonorano gli esseri umani nella loro purità interiore? E perché dovrei difendermi con auricolari per ascoltare musiche celestiali?
Dio mi ha dato cinque sensi per usarli, ma non li userò per soddisfare solo i miei piaceri personali, e neppure per onorare quel Divino che è dentro di me e che mi urla per farmi sentire voce critica in nome di quella Umanità che è sotto minaccia di barbari, che si sono impadroniti di ogni spazio per farci crepare nel nostro pensiero e nel nostro spirito.
Maledetto quel politico, che mi sottrae anche un solo respiro di Umanità.
Maledetta quella barbarie pseudo-democratica, che finge di accontentare il popolo, accarezzandone il ventre, ma per togliergli la capacità di pensare.
Lascio a Dio ogni benedizione, e a me il diritto e il dovere di maledire ogni seminatore di zizzania, ogni stupratore di esseri umani, ogni menzognero che frantuma la giustizia in nome di quell’egoismo fattosi slogan: Prima io, e poi gli altri, prima la mia razza, e poi la tua…
“Guai a voi!”, ha urlato Cristo contro le ipocrisie di ogni epoca. E anch’io urlo: Vaffanculo, Salvini e company, barbari e farabutti, che frantumate l’umanità, dividendola in buoni e cattivi, con il metro del vostro ego, pancia e culo, derubando e calpestando i diritti sacri dei più deboli!
“Guai a voi!”, anti-cristi e idoli di cartapesta, deformati nell’essere, poveri di mente, pelle e nient’altro che pelle!
Lascio a Dio ogni risurrezione, e a me il diritto e il dovere di lasciare, finché esisterà questo mondo, che lo sterco dei razzisti partorisca vermi corrosivi del ventre dei “lori” figli, per generazioni e generazioni.
Se anche Dio non mi perdonasse, mi perdonerà suo Figlio che, sulla croce, ha donato quello Spirito che, al momento opportuno, spazzerà via montagne di merda e darà agli spiriti liberi ali per volare al di sopra di questa lurida società, destinata al fuoco eterno.
5 gennaio 2019
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

 

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