Spagna, la monaca che fa scandalo negando la verginità di Maria

Sui dogmi della Chiesa solitamente non mi sono mai pronunciato apertamente: non valeva la pena tagliarmi subito la strada, prendendomi qualche scomunica. A che pro?
In ogni caso, ho detto più volte, e lo dico tuttora anche nelle mie omelie, che non amo i dogmi della Chiesa, perché li ritengo una maniera per bloccare la ricerca della verità, che è per sua natura talmente profonda da essere infinitamente insondabile. Certo, la verità va cercata, e noi credenti sappiamo che è lo Spirito santo a svelarcela a poco a poco. L’ha detto Gesù Cristo. Perché mettere allora dei paletti?
E poi non credo che alla società interessi che la Madonna sia vergine oppure no. Ha ben altri problemi. Certo, ammetto che ci siano dei Misteri di fede, ma “dogmatizzare” i Misteri mi pare una contraddizione.  
E poi con questa storia della verginità della Madonna si è fatto anche un tabù del sesso, e la Madonna ne è diventata una icona. Giustamente, tra l’altro, Suor Lucia Caram dice: «Ci vuole una rivoluzione» perché «le chiese sono vuote». E il sesso «è una forma per esprimersi, vivere, esprimere sentimenti»: «per la Chiesa è un tema sporco e occulto, ma io credo sia una benedizione».
Capisco la reazione scomposta alle dichiarazioni di Suor Lucia Caram sul rapporto anche carnale  tra Maria e Giuseppe da parte della gerarchia della Chiesa e di quei super fondamentalisti che difendono la verginità di Maria, e poi magari violentano i bambini.
Ma ho paura che, anche questa volta, la suora venga messa a tacere, sotto minacce, insulti e scomuniche. In ogni caso, le sue esternazioni mi sono servite a prendere più coraggio, e a continuare a lottare per una Chiesa più Umana.
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da Repubblica

Spagna,

la monaca che fa scandalo

negando la verginità di Maria

Suor Lucia Caram è una star in tv e sui social dove ha migliaia di aficionados. Ha un programma di ricette di cucina e simpatizza per l’indipendenza di Barcellona. In tv ha detto: “Maria era vergine? Difficile crederci. Lei e Giuseppe erano una coppia normale e facevano sesso”. Scatenati gli ultrà cattolici. Lei denuncia minacce di morte
di OMERO CIAI
Alla fine ha chiesto scusa ma lo scandalo che ha suscitato tra i fedeli cattolici in Spagna è lontano dall’assopirsi. La storia è quella di suor Lucia Caram, una monaca di origine argentina che vive a Barcellona, in Catalogna, molto famosa per le sue azioni di solidarietà e molto attiva sui social network. Partecipando ad un programma televisivo, “Chester in love”, suor Lucia ha sostenuto che la Vergine Maria in realtà non era vergine. “Maria e Giuseppe – ha detto – avevano una relazione normale di coppia che ovviamente comportava anche fare sesso come tutte le coppie normali”.
Poi per chiarire bene il suo pensiero suor Lucia ha aggiunto:”Per molto tempo la Chiesa ha avuto un pessimo rapporto con i temi legati alla sessualità. Era negato e visto come qualcosa di sporco da nascondere, invece io penso che sia una benedizione”. E ancora, sempre in tv, “Insomma è veramente difficile credere che Maria e Giuseppe non avessero relazioni sessuali e che lei fosse davvero vergine. San Giuseppe è stato sempre raffigurato come un vecchio con la barba. E allora io mi domando: Maria stava con un uomo che poteva essere suo nonno? Ma no, no, lei era innamorata di Giuseppe e la loro relazione era come quella di qualsiasi coppia”.
Parole che hanno indignato molti. Infatti per prime sono intervenute le religiose del suo stesso ordine, quello Domenicano, condannando le sue affermazioni. Poi il vescovo di Vic in Catalogna che l’ha censurata pubblicamente e, infine, 11mila fedeli che hanno chiesto la sua espulsione dall’ordine religioso al più presto. Turbata dalle critiche, suor Lucia ha chiesto scusa ma senza modificare di molto le sue opinioni. “Volevo dire che non sarei scandalizzata se la Vergine Maria avesse avuto una relazione di coppia con suo marito, il matrimonio e il sesso sono una benedizione”.
In Spagna suor Lucia è una star mediatica con 184mila followers su twitter e audience nei programmi tv. Quello più seguito è lo spazio tv delle sue ricette di cucina che si chiama “Sor Lucia” e va in onda una volta alla settimana. Ma è anche scrittrice e dirige un progetto di solidarietà a favore di oltre 1.400 famiglie povere. I suoi rapporti con l’Episcopato erano già difficili da quando aveva partecipato alla campagna elettorale in Catalogna insieme agli indipendentisti. Ora ha ricevuto anche minacce di morte. Ad attaccarla sono soprattutto i conservatori del Partito popolare di Mariano Rajoy, che lei spesso ha criticato, e le lobby di ultrà cattolici. Ma a chi le chiede di lasciare la tonaca risponde: “Non mi piegheranno”. E comunque per ora il Vaticano tace.

 

Ecco il video della reazione

 

 

11 Commenti

  1. Luigi ha detto:

    Devo dire grazie alla sessuofobia della Chiesa cattolica-romana se ho perso gli anni migliori della mia esistenza per avergli creduto. Mi dicevano: “Fare l’amore fa male al cuore.” Peccato che il mio cuore si è ammalato da quando non faccio più all’amore. Fare le “pippe” fa diventare ciechi. Peccato che quando mi sono innamorato e piano piano il fiore cominciava a fiorire e il frutto dell’amore veniva alla luce, da buoni cattolici per obbedienza abbiamo rinunciato a quel frutto in quei momenti magici delle serate d’agosto. Ce ne siamo pentiti amaramente. Non abbiamo colto l’attimo fuggente. E ci si scandalizza per l’esternazione di una suora sulla verginità di Maria! Povera Chiesa cattolica-romana! Studiate il vangelo e quel poco che la storia dice su Maria di Nazareth. Se vi troverete tracce della verginità, quella legata al sessualità s’intende, non quella della fede, fatemelo sapere. Ve ne sarò grato.

  2. Patrizia ha detto:

    I fondamentalisti continuano ad accanirsi contro queste frattaglie, scusatemi ma io la penso così, invece di concentrarsi sul messaggio cristiano che è l’unica cosa che conta. Normale amministrazione.

  3. GIANNI ha detto:

    Capita, a volte, che legga i commenti pubblicati insieme al mio, quindi che per questo, o altri motivi, un mio precedente commento non tenga conto di altri commenti, non avendo potuto leggerli prima.
    Ma, a loro volta, questi talora mi inducono ulteriori riflessioni, come in questo caso.
    E, visto che il tema mi pare interessante, quanto meno pper buona parte dell’umanità, tutti coloro che si professano quanto meno cristiani, a prescindere dalla songola confessione, vorrei aggiungere in merito talune considerazioni.
    Che tutto possa essere messo in dubbio l’ho già detto.
    Quel che non capisco, però, è la oontraddizione in cui si cade.
    Soptatutto se non si condividono taluni principi.
    Ed anche questo è un tema che ho ripreso più volte: cos’è una religione, se non una serie di principi condivisi in fatto di fede e di morale?
    Con particolare attenzione alla fede in principi ontologici/metafisici?
    Diversamente, una fede, na religione, sarebbe un contenitore vuoto, fato di nulla, di tutto ed il contrario di tutto.
    Ma, allora, tanto varrebbe sostenere una qualsiasi tesi e definirla cristiana, o cattolica, o quel che si vuole.
    Cioè, perchè ci si dichiara ad esempio cattolici, o si è ministri di culto di quella religione ecc, se poi si dichiara di non credere necessariamente in certi principi?
    Una parte significativa delle risposte, che si possono dare a questa domanda, pare ricondurre al principi, peraltro ampiamente dibattuti in alcune opere che potremmo intitolare: Chi era gesù?, che fanno riferimento alla tesi che fossse solo un uomo.
    Ma se così fosse, allora inviterei tutti coloro che condivodono tale visione ad una maggor coerenza, dichiarando che non credono al cristianesimo.
    In altri termini, se rispetto ad una visione, peraltro in parte presente anche oggi, basata sull’odio o sul conflitto, tra persone e tra stati, si afferma una morale basata sull’amore, allora questa visione morale potrebbe essere propria di chiunque, non occorre certo una figura di dio o di soggetto deificato, per affermarla.
    E, sopratutto, non è certo necessario, anzi non ha senso, fondarci una religione, che è tutta un’altra cosa.
    Non dalla morale si fonda una religione, ma dai suoi presupposti ontologici e metafisici.
    Se non crediamo in questi, non possiamo dirci, coerentemente, cristiani, o credenti nella religione, i cui fondamenti ontologici non riconosciamo.
    A meno, ripeto, di considerare come religione tutto ed il contrario di tutto.
    Per fare l’esempio della suora: se lei pensa che, storicamente, esistevano due personaggi storici, effettivamente esititi, Giuseppe e Maria, da cui nacque un terzo soggetto in base ai normali principi della genetica umana, poi divenuto, per falsa opinione del medesimo, o di suoi seguaci, una figura ritenuta a torto figlio di Dio, allora non capisco davvero perchè non dichiararsi seguace di qualunque persona che dica che bisogna seguire il bene e non il male, volersi bene come fratelli e sorelle invece di farsi la guerra.
    Non occorre ricorrere a deificazioni per dichiarare questo, nè ammantarsi di vesti religiose da ministro del culto o da suora, non vi pare?
    In fondo, credo oggi sia troppo facile dichiararsi qualsiasi cosa, e poi non essere coerenti con quello che si dichiara.
    Come non avrebbe senso dichiarasi liberali, se si è comunisti, o viceversa.
    D’accordo che, come direbbe un famoso sociologo morto di recente, siamo nella società liquida, ma il rischio è che, a forza di essere liquidi, non vediamo le contraddizioni in cui cadiamo, sostenendo tutto ed il contrario di tutto, posizione relativistica che si può anche sostenere, ma assumendosene piena consapevolezza, e rinunciando a dichiararsi contemporanemante persone che condividono una religione, per poi non credervi.
    Un mio docente diceva o si è comunisti, o si è qualcos’altro, o si è liberali, o si è qualcos’altro, o si è cattolici, o si è qualcos’altro.
    L’unico cosa che non possiamo essere è l’essere uomini che credono in tutto e nel contrario di tutto.
    Non possiamo essere tutto ed il contrario di tutto.
    Credo avesse ragione, a meno di non concepire qualsiasi ambito dottrinario e religioso come un qualcosa, finalizzato a divenire ricettacolo di ogni opinione, appunto del tutto e del contrario del tutto.
    A questo punto, che senso avrebbe dichiararsi fedeli di una religione o di qualsiasi altro ambito?
    Nessuno, proprio nessumo, anche solo l’indossare vestimenti di questa o quell religione sarebbe una mera vetizione, priva di significato reale.

    • GIANNI ha detto:

      chiedo scusa di alcuni errori di battitura, ma, per motivi legati alla mia vista, spesso me ne accorgo solo in ritardo….

  4. Giuseppe ha detto:

    Se dovessimo prendere per oro colato tutto quello che è scritto nella Bibbia, senza considerare l’Apocalisse libro visionario per eccellenza, credo che il risultato sarebbe una enorme confusione, tale da accrescere i dubbi e le perplessità della nostra fragile fede, di per sé già piuttosto insicura. Ci sarebbe molto da discutere sull’autenticità di molti episodi e di molti personaggi che rasentano la favola o la leggenda e perfino la mitologia, come anche della storia stessa del popolo eletto, e di conseguenza della missione affidata ad Abramo, a torto o ragione universalmente riconosciuto come capostipite di ben tre religioni monoteistiche. È possibile, ad esempio, che Dio nella sua infinita bontà gli affidi il compito di guidare la nazione che sarebbe sorta dalla sua discendenza, promettendogli la conquista di territori fantastici, fertili e rigogliosi, che da quel momento diventeranno l’ossessione del popolo ebraico: la favolosa “terra promessa”, che non sarebbe altro che la montuosa, sassosa, arida, impervia e in parte desertica Palestina, lasciandosi alle spalle, per di più, la fertile e verdeggiante Mesopotamia, di cui in quanto caldeo era originario? Oltretutto spodestando con la forza chi già risiedeva in quelle terre e le considerava , giustamente, la propria patria. Tra l’altro, a quei tempi le popolazioni erano per lo più composte da nomadi, dediti principalmente alla pastorizia, che si spostavano seguendo i pascoli e le stagioni, in questo caso, invece, si trattava di stabilirsi definitivamente in un posto appropriandosene. Sarà una mia impressione, ma mi sembra di trovare una certa similitudine con la recente storia postbellica che, come tutti sanno, ha visto compiersi una vera e propria invasione territoriale, con relativa occupazione militare. E, allo stesso modo, chissà quanti altri avvenimenti e situazioni potrebbero essere messi in discussione, tralasciando inoltre le diverse contraddizioni riscontrabili tra i vari precetti ed ammonimenti. Tutto ciò tenendo comunque presente che tra l’antico testamento della Bibbia cristiana e la Tenak ebraica, che dovrebbe essere la parte in comune, ci sono differenze non del tutto marginali.
    Personalmente, sarei piuttosto propenso a pensare che la Chiesa cattolica, nella sua pretesa di essere la depositaria della verità e l’erede designata del messaggio divino, nel momento in cui ha voluto affermare il proprio primato e rafforzare la propria immagine e il proprio ruolo, ha ritenuto opportuno strutturasi come religione, con tanto di apparato e relativa gerarchia. E per farlo potrebbe aver proclamato misteri e dogmi di fede, alcune tradizioni e credenze su cui basa la propria dottrina, onde impedire che venissero messi in discussione.
    Per quanto riguarda ciò che afferma suor Lucia, che desta certamente scalpore perché contraddice una tradizione consolidata in seno alla chiesa, divenuta per di più dogma sotto il pontificato di Pio IX, a mio parere non andrebbe liquidata tout court come un’eresia. Se infatti volessimo ragionarci senza pregiudizi e/o riserve di carattere religioso, non apparirebbe poi tanto campata per aria e così scandalosamente in contraddizione con la fede. Non mi sembra che la figura di Gesù Cristo che ne esca sminuita, tanto più che il Signore, nella sua onnipotenza, avrebbe potuto intervenire in qualunque modo, o con qualsiasi tramite, per santificare la maternità di Maria. Va da sé che la mia è una osservazione del tutto personale e, naturalmente, non ho alcuna intenzione, né sarei in grado, di avventurarmi in una disputa teologica al riguardo.

  5. GIANNI ha detto:

    Ognuno può credere quel che gli pare, infatto di religione, cosmoogia e ogni disciplina che superi, anzi prescinda, da certezze scientifiche..
    L’importante, però, in ogni posizione, teologica, filosofica, analitica di ogni scibile umano o divino, è quello di evitare le contraddizioni.
    Pertanto, ammettendo l’esistenza storica di Gesù, cioè di un persnaggio noto come Cristo o Gesù, se non è stato originato da un concepimento diciamo ontologico, metafisico, allora chi è?
    Viene spontaneo rispondere un uomo come gli altri, ma allora cade il presupposto di fondo del cristianesimo inteso come religione.
    Anzi, dico meglio il cristianesimo non avrebbe alcun senso, alcun fondamento.
    Quanto meno non più di una scuola di pensiero che si affidi a questo o quel filosofo.
    In questo caso Gesù altro non sarebbe stato che un predicatore, al limite un profeta, ma allora perchè fondare qualcosa denominato cristianesimo?
    Tanto varrebbe essere buddhisti, induisti, o seguaci di un qualche santone, perchè no?
    Invece a sostegno della tesi della nascita verginale diversi elementi, che non riconducono solo ad alcuni vangeli, ma anche al corano, ad esempio, corano che, pur non riconoscendo natura divina a Cristo, lo considera concepito verginalmente.
    D’altra parte, la suora non mi pare chiarisca perchè credere o non credere nella nascita verginale di Gesù, a differenza di altri che comunque, a sostegno delle loro tesi, indicano taluni elementi.
    MA, del resto, il più chiaro esempio di creazione ontologica, in cui materiale e divino si congiungono, ci deriva proprio dalla scienza.
    L’universo pare essersi generato dallo scoppio nato dalla orginaria compressione di un’incredibile quantità di materia.
    Ma, visto che nihil ex nihilo, dice la scienza, allora da dove derivava quella materia?
    Evidentemente la costruzione teorica del big bang stesso postula una creazione ontologica, in contrasto con i precetti scientifici.
    Ed allora, se possiamo ritenere che l’intero universo derivi da un’esplosione di materia iniziale, ontologicamente formatasi, per questo stesso motivo ammettiamo l’azione diretta e creatrice di un ente metafisico sulla materia stessa, da cui la congiunzione tra fisica e metafisica.
    MA se ammettiamo questo, cioè che l’intero universo derivi da una creazione divina, allora è ancora più seplice ritenere che un singolo essere sia creazione divina.
    E, per converso, se non crediamo in questo, che senso ha concepire una religione fondata su un soggetto che, a tutti gli effetti, sarebbe uno come noi?
    In effetti un po’ diverso, in quanto secondo alcune tesi il creatore non sarebbe altro che un extraterrestre che avrebbe fecondato Maria.
    Possibile?
    Può darsi, ma allora dovremmo considerare altri casi di possibili fecondazioni aliene, e, se così è, che senso ha parlare di religione?
    SArebbe una religione fondata su elementi extraterrestri, ma non divini.
    Ma, anche in questo caso, resta comunque la domanda di fondo:
    e la materia nata dal big bang da dove è derivata?

  6. Franco ha detto:

    Suor Lucia Caram avrà mai letto qualcosa sul “miracolo del sole” di Fatima 13 ottobre 1917, visto da decine di migliaia di persone,là radunate perché i piccoli veggenti avevano preannunciato che sarebbe stato dato un grande segno, miracolo attestato anche dalla stampa anticlericale?

  7. Geremia ha detto:

    C’è sempre qualcuno che per farsi pubblicità dice cose anticonformiste facendole passare per semplici opinioni personali.
    Altri hanno detto che Giuseppe era sposato con un’altra donna, che Maria ha avuto altri figli… e cose del genere.

    • Geremia ha detto:

      E se Gesù Cristo fosse stato solo un grande uomo, e non il Figlio di Dio, nato da una semplice famiglia di Nazareth e di intelligenza eccezionale che ha creato un movimento pacifista integrando con la sua predicazione quello che diceva l’Antico Testamento? E se poi i suoi discepoli partendo da questo fatto hanno creato una religione trasformatasi nei secoli in quelle che sono oggi le svariate fedi cristiane?
      Nessuno può dimostrare che Dio esiste e quindi nessuno può dimostrare che il cristianesimo sia la “vera” religione di Dio. É possibile che solo il cristiano sia nel vero mentre gli altri miliardi di persone nel mondo siano nell’errore?

      • Antonio ha detto:

        Geremia, complimenti. Mi inchino dinanzi al tuo originalissimo e profondo pensiero.

        • Geremia ha detto:

          Caro Antonio, non so se il tuo commento è serio o provocatorio. In ogni caso, e se don Giorgio accetta questo scritto, vorrei elaborare in modo più esteso il mio pensiero. Nella storia delle religioni si riscontrano similitudini impressionanti con la vita di Gesù di Nazareth. Oltre al Cristo ci sono state altre figure che sono state proclamate, o si sono dichiarate, Messia.
          Ecco tre delle principali nate prima di Cristo.

          Horus. Il primo Messia della storia antica è la divinità celeste egizia Horus. Nato il 25 dicembre di quattromila anni prima di Cristo, sua madre era la vergine Isis, conosciuta anche con il nome di Meri. La sua nascita è annunciata da una stella che tre re seguirono da Est per adorare il figlio del dio Ra. Horus nasce ad Annu. A dodici anni insegna nel tempio di Ptah, mentre a trentatré anni è battezzato lungo le rive del fiume Eridanus per mano di Anup, un sacerdote cui fu poi tagliata la testa (una figura che ricorda da vicino quella di Giovanni Battista). Horus lotta nel deserto per quaranta giorni il malvagio Seth. Aveva dodici discepoli, tra cui i fidatissimi Anup e Aan. Tra i suoi prodigi, la resurrezione del giovane Al-Azar. Tradito dal discepolo Thyphon, secondo alcune leggende, fu crocefisso e il terzo giorno dopo la sua morte resuscita. La divinità celeste egizia ha la sua rappresentazione nel falco.

          Mithra. Il culto di Mithra nasce tra duemila e mille anni prima di Cristo nella religione persiana, diventando poi anche una divinità dell’induismo, del mondo ellenistico e di quello romano. Il più antico riferimento conosciuto alla divinità Mithra si trova su una iscrizione di un trattato risalente circa al 1400 a. C., stipulato tra gli Ittiti e gli Urriti di Mitanni (nel nord della Mesopotamia). Mithra è uno degli dei uranici e rappresenta l’elemento solare del culto. Non a caso egli nasce il 25 dicembre, in coincidenza con il solstizio d’inverno, in una grotta o caverna. La divinità viene al mondo già giovinetto e con una daga in una mano, una fiaccola nell’altra e con un berretto frigio sul capo. Un altro mito sulla nascita di Mithra narra che la divinità decide di venire al mondo incarnandosi nel ventre di una vergine, scegliendo una grotta come luogo e sempre il 25 dicembre come giorno. Dopo la sua nascita, alcuni pastori si recano al suo cospetto portando doni e riconoscendolo come dio supremo, figlio del Sole, e Sole lui stesso. Mithra aveva dodici discepoli con i quali celebrò il suo ultimo “pasto sacro” con pane e acqua. I suoi seguaci ricordavano questo pasto sacro officiandolo attorno a un altare con pane e una bevanda estatica (chiamata soma dagli gli indo-ari e haoma dagli iranici). Il primo sacerdote di Mithra era chiamato Pater (Padre); durante le cerimonie indossava un berretto e un paramento rossi e aveva un bastone da pastore con la punta ricurva (la mitra, appunto) come simbolo della propria posizione.

          Krishna. Krishna (3000 a.C) è un messia per la religione Indù. Egli è l’incarnazione del dio Vishnu, che decide di umanizzarsi per liberare la terra dalla tirannia di Kamsa, re di Mathura. Pur essendo l’ottava incarnazione di Vishnu, Krishna è venerato come divinità a sé. Egli nasce da una madre vergine, Devaki, la quale è costretta a nascondersi perché il re Kamsa, grazie a una profezia, ha saputo della sua nascita e vuole ucciderlo. La nascita del fanciullo divino avviene fra i pastori. La profezia diceva: Concepisti nella purezza del cuore e dell’amore divino. Vergine e madre, salve! Nascerà da te un figlio e sarà il salvatore del mondo. Ma fuggi, perché Kamsa ti cerca per farti morire col tenero frutto che rechi nel seno”».
          Krishna muore nell’anno 3102 a.C., perdonando chi lo colpisce con una freccia al calcagno, unico suo punto vulnerabile. Con la sua morte lasciò il corpo e riacquistò la sua forma divina.

          Per approfondire:
          AA. VV., Miti dell’Antico Egitto – Demetra, Milano, 2003
          D. Ulansey, I misteri di Mithra – Edizioni Mediterranee, Roma, 2001
          A. Daklapiccola, Induismo. Dizionario di storia, cultura, religione – Mondadori, Milano, 2005

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