Siamo al colmo di una pazzia senza freni

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Siamo al colmo di una pazzia senza freni

In fondo, ha perfettamente ragione chi invita a togliere la parola ”Natale” dal linguaggio burocratico (la gente comune vive su un altro pianeta!) di una società castrata nello spirito.
Sarebbe una bestemmia parlare di Natale, come se l’incarnazione del Figlio di Dio fosse solo una formalità da mettere sul solito biglietto di auguri natalizi!
Buon Natale! Che significa “buono”?
Come può una festività, spogliata di ogni sacralità, richiamare quel Bene (da cui “buono”) che è Assoluto, ovvero Spirito purissimo, di cui, volere o no, siamo una scintilla?
Natale e spirito si richiamano “essenzialmente”.
Un concetto d’Europa, che è nato nel cuore del Medioevo più luminoso, si è tradotto diciamo nelle forme più carnali. Mi dite come Natale e spirito possano convivere in un’Europa, il cui interesse è solo quello di carattere economico, tale da strozzare quello spirito europeo, sognato sì, ma mai voluto?
Diciamo allora la verità: questa Europa ha espulso finalmente dal proprio grembo quel feto abortito già da tempo, pronto però (il grembo) a generare un mostro che si chiama “omologazione” o “inclusione”, partorito stavolta dal cosiddetto “pensiero unico”.
Già dire “pensiero” fa paura! Come può un “pensiero” nascere dalla carne? La carne genera solo carne, lo spirito lo spirito. L’ha detto anche Gesù a Nicodemo: «Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito» (Gv 3,6).
Il pensiero nasce dall’Intelletto divino.
Ma l’uomo (sic!), indifferentemente maschio o femmina (i generi oggi sono spariti!), è riuscito a partorire una “mente” trasformando la “scintilla divina” in un inganno (la mente mente!).
La Chiesa istituzionale non è riuscita a estromettere la parola “Natale” dalla “bestialità” culturale e sociale. Ci voleva qualcuno del mestiere che facesse ciò che da secoli avrebbe dovuto fare la Chiesa.
Riprendiamoci il Mistero Natalizio in tutta la sua purezza, solo così si potrà salvare anche quel concetto di Europa, calpestato da interessi puramente economici, giustificando un crimine – la dis-Umanizzazione – in nome di principi che parlano con tanta enfasi di inclusione sociale, ovvero si vorrebbe fare ciò che la stessa Natura non ha mai fatto né farà mai, secondo la legge della ”coincidenza degli opposti”.
Se qualche pistolina/pistolino della meschina Unione europea vorrebbe cancellare il grande nobile Pensiero di antichi filosofi greci (pensiamo a Eraclito), è la prova di quanto la società di oggi sia caduta nella… merda. Non so se la parola “merda” sia lecito usare, essendo femminile. Diciamo sterco/merda così non facciamo torto a nessuno.
L’odore/puzza non ha sesso. Almeno il culo è uguale per maschi e femmine, anche se alle femminile piace mostrare il lato b, salvo inscenare un ridicolo casino, quando qualcuno si permette di sfiorarglielo per rabbia. Sculettano, poi se la prendono. Provocano, poi se la prendono. Bisogna pur farsi pubblicità!
Dicono che l’UE abbia inventato una carta igienica con la scritta: “auguri stagionali”. Vanno sempre bene, perché le stagioni sono più di quattro, perché il numero quattro andrebbe tolto, richiamando i quattro Vangeli.
A proposito, mi è appena arrivato l’ordine di togliere il terzo nome (Giorgio Vittorio Maria), essendo Maria l’unica vergine rimasta in mezzo al puttanaio di una società, dove gli unici nomi permessi sono Silvio e affini.
04/12/2021
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. Fabio ha detto:

    Bellissime considerazioni… aggiungerei pure una ulteriore riflessione. Se avessero semplicemente proposto di abolire gli auguri di Natale – a parte l’errore clamoroso di cancellare tutte le derivazioni storiche, sociali, culturali, artistiche, linguistiche che la presenza cristiana ha disseminato in molti secoli in tutta Europa – forse avrei potuto anch’io considerarla una opportunità per riscoprire la vera “essenza” del termine. Ma no, figuriamoci, troppo profondo. Invece, si deve togliere la parola Natale (e non solo quella!!!) perchè? Farebbe torto a qualcuno? A qualcuno che non lo festeggia? A qualcuno “diverso”? Con buona pace del fatto che qui si stia facendo una gran confusione sul concetto di diversità, un “pensiero unico” non potrebbe mai tutelare un diverso, e qui già risiede una prima motivazione a tanta scemenza. Ma ancor più, la cosa è su un piano logico, o ontologico, se vogliamo. Togliere “Buon Natale” e dire “Buone Feste” è ridicolo e illogico: il termine “feste”, sostantivo plurale femminile, indica un insieme costituito da ogni singola festa (singolare), la quale possiede una dedicazione specifica (Natale, S. Stefano, Capodanno, Epifania, ecc…) Se si toglie il valore a ciascuna di esse, non esisterebbero le “Feste” proprio perchè non ci sarebbe nulla da festeggiare!!! E che cazzo, andiamo tutti a lavorare il 25/12, il 26/12, l’1/1, il 6/1, e così via! Tanto, mica è un agglomerato di stati laici l’Europa?

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