Tutto sbagliato: il comando non può convivere con l’utopia o la profezia

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Tutto sbagliato:

il comando non può convivere con l’utopia o la profezia

Vorrei anzitutto dire che il titolo che ho scelto per questo editoriale andrebbe spiegato. Per comando intendo l’insieme delle responsabilità, sia nel campo civile che in quello religioso. Il comando, volere o no, è una forma di potere, che si esercita per il Bene comune. Per utopia o profezia intendo quella visuale che è oltre il potere o il comando, ma per stimolarlo nel meglio. Potrei aggiungere anche un altro aspetto, ed è il compito di chi sta all’opposizione del potere, ma non sempre questo compito richiede utopia o profezia. Uno è all’opposizione perché ha perso le elezioni. Naturalmente siamo nel campo strettamente politico o amministrativo.
Chi ha responsabilità di potere, perciò di comando, non può fare il filosofo, o l’utopista o l’idealista, e tanto meno il profeta. Agisce certamente per il Bene comune, ma deve tenere i piedi per terra. La sua dote migliore è un sano realismo. E per realismo intendo guardare la realtà esistenziale, studiando la via più efficace per dare ai cittadini una maggiore possibilità umana di vivere dignitosamente la propria esistenza. Tutto qui.
Certo, non basta che ci sia il comando o il governo di una maggioranza che ha vinto le elezioni. È necessaria l’opposizione, che non per forza è sempre contro, ma ha una funzione di forte dialettica: stimolare al meglio la ricerca reale del Bene comune, quando magari la maggioranza o se ne dimentica o va per un’altra strada. Anche se la maggioranza dovesse fare cose buone ma scontate, non va lasciata tranquilla.
Per quanto riguarda la minoranza o l’opposizione critica distinguerei: esiste una minoranza o opposizione politica che ha perso le elezioni, ma che si era proposta per vincerle, e dunque per governare; ed esiste una minoranza o opposizione che di per sé non fa parte del mondo strettamente politico o partitico, ma che svolge una missione, altrettanto importante se non superiore: quella di essere voce critica oltre il mondo realisticamente politico.
Quasi mai i partiti che si propongono come partiti di protesta hanno le doti e la capacità di governare. Devono essere tanto saggi da capire i loro limiti e di esistere fintanto che c’è la protesta. Ma vorrei soffermarmi sulla minoranza o opposizione fuori dal mondo partitico. Dico subito che gli utopisti, gli idealisti o i profeti ci vogliono, ma attenzione: guai se venisse loro in mente di prendere il potere o di governare. Sarebbe il fallimento anche di una nazione.
Potrebbe sembrare una contraddizione, ma non lo è. Sono arrivato anch’io tardi a capirlo. Da una parte, per il Bene comune del mio Paese, non posso non sostenere un governo che faccia di tutto per risolvere nel migliore dei modi i problemi sociali ed esistenziali dei cittadini, anche con compromessi ed alleanze “strane” (per salvare anche una sola anima mi alleerei pure con il demonio!), e dall’altra voglio mantenere alti i miei ideali, le mie utopie, i miei sogni. Qui sta la mia opposizione critica al potere. Naturalmente, quando in questo articolo ho parlato di potere mi sono sempre riferito al potere democratico, in vista del Bene comune.
Ma esiste anche il potere nella Chiesa, e qui il discorso si farebbe lungo, soprattutto sul ruolo del profeta. Dico solo che anche nella Chiesa potere o autorità (è la stessa cosa) e profezia non possono convivere perfettamente, e se c’è una certa forma di convivenza è solo apparente, che può nascondere un pericolo: quello di coprire la profezia con un vestito che non le conviene. Chi ha certi comandi nella Chiesa, vedi papa o vescovo o lo stesso prete che ha responsabilità di parrocchia, non potrà mai esternare lo spirito profetico: potrà magari esserlo nell’animo, ma quando agisce nel campo pastorale, deve tener conto di tante cose, di tante situazioni, che lo bloccano o lo condizionano.
Nella Chiesa, dunque, la minoranza profetica è importante quanto lo è la minoranza utopica nel campo civile-politico. Certo, chi è ministro della Chiesa non potrà essere totalmente libero nell’esercitare lo spirito profetico, tuttavia, nel suo ambiente, a piccoli passi, dovrà pur tentare di dare un’anima particolare alla propria pastorale.
E che cosa succede? Anche questo Papa, soprattutto questo Papa, apparentemente sembra diverso, quasi profetico, e poi non fa che sostenere, ad esempio, Movimenti ecclesiali, in cui lo Spirito santo è come in una gabbia. Ecco dove sta il pericolo di un Papa che dà apparenze di Novità, mentre invece ama compiacersi del consenso, per coprire la sua testa fasciata.    
E succede che gli spiriti che si ritenevano liberi si sono fatti infinocchiare!   
5 luglio 2015
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

 

6 Commenti

  1. fausto ha detto:

    Se lei accetta il pragmatismo di Renzi in nome di un bene comune non ben definito non capisco il suo rigore nei confronti del Papa costretto a mediare nella complessa realtà ecclesiale.

  2. Paolo ha detto:

    Per farla breve a don Giorgio piace molto Matteo Renzi e poco papa Francesco. Tutto qui

  3. GIANNI ha detto:

    Il potere democratico richiede sempre un’opposizione, politica, ma non solo, anche civile.
    Nella chiesa credo invece sia difficile parlare di democrazia, essendo un sistema, direi..per cooptazione, ma anche per un altro motivo, dottrinale.
    E quindi, il confronto tra struttura civile e religiosa, almeno nel cattolicesimo, evidenzia come la democraticità dell’una si contrapponga all’assenza di democraticità dell’altra.
    Intanto per via della cooptazione, una sorta di cane che si morde la coda.
    Il pontefice nomina vescovi e cardinali, ed è da questi ultimi eletto.
    Quanto al magistero, conta quello di certe fonti, per cui, nonostante l’opiniione di molti che non ci hanno capito nulla, o sei concorde con il magistero ufficiale o sei fuori, anche con Bergoglio.
    DI qui due fondamentali differenze: nessun peso dottrinale o politico è dato ai singoli preti, nè ai residenti del vaticano, che non eleggono le cariche ecclesiastiche, tutto proviene dall’alto, è gerarchicamente organizzato in forma di monarchia assoluta, e quanto al libero arbitrio in fatto di pensiero, sussiste solo in quanto non contrasti con il cosiddetto magistero, mentre in una democrazia esistono cariche istituzionali, a livello parlamentare, che possono anche rappresentare idee molto diverse tra loro.
    Tuttora, e qui riconfermo quanto già detto numerose volte, le cose non sono ambiate con papa Bergoglio.

  4. Ivvus ha detto:

    Che cosa intende esattamente con “salvare anche una sola anima”?

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