Povera Chiesa, sull’orlo di un vuoto di essere!

 

Povera Chiesa, sull’orlo di un vuoto di essere!

Ci voleva proprio la Settimana Santa per avere un’ulteriore conferma di quanto da tempo stia dicendo pubblicamente: la nostra Diocesi milanese è veramente al collasso.
Manca un Buon Pastore, e mancano collaboratori saggi.
Qualcosa di pauroso!
Omelie che scivolano via, senza entrare nel cuore del Mistero divino.
Parole, un gioco di parole, senza raggiungere il cuore della Fede.
Parole noiose, ripetitive, che dicono nulla di Essenziale.
Omelie dal tono apocalittico, piagnucolose, che di Pasquale hanno solo l’aspetto funebre.
A che serve descrivere con fosche tinte l’attuale situazione, se poi non si dà alla gente la possibilità di ravvedersi: un ravvedimento che comporti un cambio di rotta?
Mai ho sentito nei giorni scorsi, ma non solo in questi tempi, il Vescovo di Milano parlare di essere, di spirito, del mondo dello Spirito santo.
Solo parole carnali!
Mi chiedo se questa Chiesa creda veramente nel Mistero pasquale.
Povera Chiesa,
in balìa di piccoli gerarchi
e di piccoli ovili dove è rimasto solo
un po’ di pelle di pecore
che emanano sudore repellente.
Come nel campo del gossip più epidermico
di poveri maschi e di povere femmine,
a cui è rimasto nemmeno il pudore
di coprire le proprie “vergogne”
(da intendere in senso biblico).
Almeno un po’ di decoro!
No! Sotto il vestito di dignità formale
c’è il nulla, ovvero epidermide già tristemente
corrugata dalla giustizia del tempo,
che non si lascia sedurre
dalla imbecillità umana.
Questa è anche la Chiesa di oggi!
Solo epidermide, segnata dal tempo
che non perdona e che agisce in libertà,
dal momento che l’Eterno presente
è censurato dalla stessa Chiesa
di una piccola gerarchia di piccoli uomini,
che si agitano agitando il nulla d’essere.
E anche nella stupida Chiesa il gossip è di moda,
quasi un dovere di fede:
vescovi ridicoli, grotteschi,
fuori di testa, in balìa di un nulla d’essere.
E così a fare parlare di sé
non è la Sapienza divina,
ma quel prete pazzerello che si agita
come un ridicolo fantoccio
davanti a una telecamera di lusso.
Come a dire:
quando la Parola si fa vaso di notte,
dove il prete ci piscia dentro,
poi la beve e la sputa davanti a povera gente
che si diverte a lavarsi la faccia
di una epidermide, a cui non basta più
un po’ di decoro formale per coprire
i segni del tempo che non perdona
l’imbecillità umana del genere umano.
Povera Chiesa,
denudata nella sua carnalità
da un virus provvidenziale,
che passerà alla storia come la rivincita
dello Spirito che esige i suoi diritti di libertà.
Povera Chiesa,
che crede di salvare il salvabile, aggrappandosi
alle mutande di gerarchi del nulla,
o di qualche rottame di prete
che si ritiene la Voce dello Spirito,
buttando fuori dalla sua bocca carnale
parole insulse e oscene.
Lo Spirito è il virus che sta distruggendo la pelle,
per far apparire la Verità, coperta
da millenni di oblio di una stupida Chiesa
ostinatamente o diabolicamente epidermica.
Povera Chiesa,
solo pelle e niente spirito!
Almeno piantala di essere ridicola!

4 Commenti

  1. Luigi Sirtori ha detto:

    “Pace a voi!” e non la “Pace sia con voi”. Perchè? Perchè non è un apparizione, ma un incontro col Risorto. E’ un incontro interiore che dà gioia. Cristo ha vinto la morte, non temere! Banalizzare l’Eucarestia è banalizzare il Mistero che racchiude. Ha ragione don Giorgio. Povera Chiesa! Fin che vive di esteriorità, è destinata sempre non a salvare ma a condannare sia il Figlio dell’uomo, la sua Umanità, sia il Figlio di Dio, la sua Divinità come hanno fatto e fanno tutti i capi religiosi con gli spiriti liberi che vivono un fede autentica dentro e fuori la Chiesa. La fede è un rischio, non è una certezza che è un pericolo perchè blocca sul nascere chi si affida allo Spirito interiore (la sua coscienza) legando con le catene di norme e dottrine esteriori. Quante coscienze distrutte da una Chiesa carnale come la chiama don Giorgio? Mi riconosco nel “Credo” abbreviato di Hans Kung:
    “Seguendo Gesù Cristo l’uomo nel mondo d’oggi può vivere, agire, soffrire e morire in modo veramente umano: nella felicità e nella sventura, nella vita e nella morte sorretto da Dio e fecondo di aiuto per gli altri.”

  2. Simone ha detto:

    Ho seguito la bagarre su Facebook legata a questo post con le risposte dell’Eccellenza.
    Mi permetto di aggiungere una cosa, quella discussione sfociata in toni anche offensivi ed ingiustificati mostra però il volto della chiesa che a me non piace.
    Una chiesa che si arrampica sugli specchi e usa il Vangelo, vedasi la risposta al commento di Martina, per giustificare l’ingiustificabile.
    Erano in 12 con una tavola da re ma hanno ragione loro. Questo é il medesimo atteggiamento vecchio e controproducente di chi é da sempre abituato a nascondere la polvere sotto i tappeti. Inutile ricordare i processi dove si è difeso l’indifendibile.
    Eccellenza anche Lei sbaglia, mi permetta di ricordarglielo.
    Ogni tanto basterebbe dire: scusate se ho postato una foto che ha urtato chi ha perso il lavoro o non ha il pane per sfamare i figli, e la cosa si risolve.
    Oppure scusatemi se Io non mi rendo conto della fortuna che ho essendo riverito in tutto e per tutto e c’è chi deve sostenere turni di lavoro massacranti per pagare le bollette.
    E non mi dica che faccio discorsi ipocriti perché io non ho nessun pulpito da cui parlare.
    Certo la Sua colazione é come il nardo sui piedi del Maestro; fortunatamente Lei non é il Maestro e questo é ben chiaro.
    Si evince dalla mancanza di sensibilità verso i fratelli e umiltà nel riconoscere alcune imprudenze.
    Certe foto generano solo invidia e rancore; meglio evoyarle e godersi le fortune senza sbatterle in faccia agli altri. Se voleva condividere ci doveva invitare al banchetto..perché non basta vedere il Pane per saziare l’appetito.

  3. Martina ha detto:

    Una immagine o una foto volere o no portano un messaggio e creano anche opinione, soprattutto se chi le posta su facebook ha una certa autorità nel campo civile o nel campo ecclesiastico. Sono perciò dell’idea che bisogna usarle bene: con criterio, con intelligenza e anche con prudenza, sapendo che il pubblico di facebook è quello che è:
    pronto anche a fraintendere ogni cosa. A maggior ragione oggi: viviamo attaccati ai social e ci troviamo immersi in un periodo in cui tutto è in un grande caos e si è in una fase di cambiamenti repentini.
    Da un Vescovo di una Diocesi così importante e forse la più grande a livello mondiale ho delle aspettative, ed è forse questo il mio sbaglio.
    Ciò che mi lascia perplessa è il fatto che nel Vangelo secondo Giovanni lo stesso autore predica a un cristiano già maturo, che cresce e cresce riscoprendo in sé la presenza del Divino. Un credente che cammina verso una conoscenza (“gnosi”) sempre più approfondita della infinita Sapienza divina.
    Queste sono le stesse convinzioni del cardinale Carlo Maria Martini e mi domando come si possa oggi essere andati sotto un livello sempre più deprimente.
    Riflettendo sulla foto, non vi è semplicità o essenzialità in questo cibo, perché vi è pure la scelta tra dolce e salato, tra la frutta e i dessert. La semplicità è togliere tutto e avere un solo pezzetto di pane, quello più comune, quello più povero. Sulla tavola dei ricchi, nulla di strano. Sulla tavola di monaci, urta ogni idea di povertà evangelica. Anche i poveri vanno educati alla essenzialità e non dar loro anche il superfluo.
    Il discorso si farebbe troppo lungo…

  4. simone ha detto:

    Una colazione sobria: beato lui.
    Già la colazione pronta e servita è un bel privilegio, poi frutta fresca e torta di pasticceria sono un vero lusso.
    Il problema non sta nell’aver la possibilità di godere di una colazione così “abbondante”…ma nel sentire il bisogno di postarla.
    Questo è il dramma di oggi: sbattere in faccia alla gente le proprie fortune.
    La società è distrutta da queste scelte che finiscono solo per generare invidia e tristezza nella gente.
    Il male della nostra epoca: sempre infelici e invidiosi degli altri.
    Oggi non siamo felici perché andiamo in vacanza, ma perché potremo postare foto che ci porteranno sulla bocca di tutti.
    Poi la vacanza sarà un disastro ma l’immagine è vincente.

    Io mi sento solo di dire: mangia sta colazione e goditi il sapore di quello che stai guastando. Non il sapore del commento della gente!

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