Matteo Zuppi è cardinale, l’abbraccio del Papa

da la Repubblica

Matteo Zuppi è cardinale,

l’abbraccio del Papa

L’arcivescovo di Bologna unico italiano tra i dieci nuovi membri del Conclave. Il racconto della sua giornata, dal viaggio in treno con 1500 fedeli (e anche Prodi) alla festa in Trastevere
di ILARIA VENTURI
05 ottobre 2019
ROMA – Alle 16.42 Papa Francesco, leggendo la formula liturgica in latino, ha creato cardinale – unico italiano su dieci – l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi. I nuovi cardinali, secondo l’ordine di creazione, si sono inginocchiati dinanzi al Pontefice (al suo sesto Concistoro) che ha imposto loro lo zucchetto e la berretta cardinalizia, consegnando l’anello e assegnando a ciascuno una chiesa di Roma quale segno di partecipazione alla sollecitudine pastorale del Papa nell’Urbe. A Sua Eminenza Zuppi è stata assegnata la parrocchia di Sant’Egidio, non casualmente: è con la Comunità di Sant’Egidio che il 64enne romano don Matteo ha iniziato il suo percorso, diventandone anche diplomatico esperto in mediazioni internazionali di conflitti (soprattutto in Africa). Poi l’abbraccio in piedi, e uno scambio di sorridenti battute informali tra Bergoglio e il suo “vescovo di strada”.
Una porpora che è un riconoscimento significativo, mentre diocesi italiane che – al pari di Bologna – erano tradizionalmente sedi cardinalizie, come Milano o Venezia, restano in attesa.
“Tanti comportamenti sleali di uomini di Chiesa dipendono dalla mancanza di questo senso della compassione ricevuta, e dall’abitudine di guardare da un’altra parte, dall’abitudine dell’indifferenza” ha detto il Papa nell’omelia . “Ho compassione per quel fratello, per quel vescovo, quel prete? Oppure sempre distruggo con il mio atteggiamento di condanna, di indifferenza?”, ha chiesto il Santo Padre.
La celebrazione del Concistoro ha visto nella basilica vaticana la partecipazione di delegazioni istituzionali. Per l’Italia a guidare la delegazione è la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli. Tra le autorità ci sono il Granduca Henri del Lussemburgo; Felix Antoine Tshisekedi Tshilombo, Presidente della Repubblica del Congo; Nasser Bourita, ministro degli Esteri del Marocco; in basilica anche ministri di Portogallo e Spagna.  Presenti nella Basilica anche il sindaco di Bologna Virginio Merola e l’ex premier Romano Prodi.
LA NUOVA SQUADRA DI FRANCESCO
Ecco i nomi dei nuovi cardinali, oltre a Zuppi, che potranno eleggere il Pontefice in Conclave: Miguel Angel Ayuso Guixot (Presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso), José Tolentino Medona (Archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa), Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo (arcivescovo di Jakarta), Juan de La Caridad Garca Rodrguez  (arcivescovo di San Cristbal de La Habana),  Fridolin Ambongo Besungu (arcivescovo di Kinshasa),  Jean-Claude Hllerich (arcivescovo di Lussemburgo), Alvaro Ramazzini Imeri  (vescovo di Huehuetenamgo), Cristobal Lopez Romero (arcivescovo di Rabat), Michael Czerny (sottosegretario della sezione migranti del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale)
Ci sono poi tre cardinali non elettori perché ultraottantenni:  Michael Louis Fitzgerald  (arcivescovo emerito di Nepte), Sigitas Tamkevicius (arcivescovo emerito di Kaunas), Eugenio Dal Corso (vescovo emerito di Benguela).
E’ un messaggio forte quello che arriva da Papa Francesco nel Concistoro che si colloca in un momento ancora difficile per la Chiesa, alla vigilia del Sinodo per l’Amazzonia, che già crea divisioni, e nel turbine dei nuovi scandali finanziari che toccherebbero anche stretti collaboratori del pontefice.
La nuova ‘squadra’ che arriva in conclave è immagine di quella Chiesa in uscita, antipopulista e pro migranti, cara a Papa Francesco.
L’immagine simbolo del Concistoro di oggi è infatti la croce scelta da padre Michael Czerny: un pezzo di legno preso da un relitto di un barcone arrivato a Lampedusa carico di migranti. Gesuita, responsabile della questione migranti in Vaticano, in 24 ore è passato dall’essere sacerdote, vescovo (ieri), e oggi cardinale. Con lui un altro gesuita, monsignor Jean-Claude Hollerich. Anche qui una immagine simbolo: la foto postata sui social con Luca Casarini, Beppe Caccia e don Mattia Ferrari di Mediterranea. “Voi fate davvero il lavoro di Dio”, ha detto il neocardinale alla ong.
È una importante parte di elettori al prossimo conclave che disegna la Chiesa del dopo-Bergoglio sempre più a sua immagine e somiglianza.
IL TIFO PER ZUPPI
L’arcivescovo Zuppi  è stato “scortato” a Roma da un treno speciale con 450 pellegrini, al via stamani, poi i pullman, i pullmini, le auto. La Curia ne prevedeva mille, si sono ingrossati a millecinquecento i cattolici ( e non) bolognesi che saranno con l’arcivescovo a Roma.

Sul treno per Roma è salito anche Romano Prodi sua moglie Flavia: “Il collegio cardinalizio non è più solo europeo ma mondiale, avere Bologna rappresentata è motivo di felicità”,  ha detto l’ex premier. A bordo anche il questore di Bologna Bernabei, il capo della comunità islamica bolognese Lafram e Roberto Morgantini, il creatore delle Cucine Popolari.

Zuppi è arrivato in stazione a piedi: “Il viaggio in treno è motivo di condivisione perché penso che il legame con la chiesa di Bologna sia essenziale, viaggiare insieme è simbolico, fa parte della chiamata stessa del cardinale che è un cardine. Ma il cardine non ha senso se non c’è il resto”.
L’arcivescovo ha aggiunto: “Il riconoscimento non è per me ma per la chiesa bolognese, per le comunità di Bologna, forse anche paradossalmente per quelle che si sentono più in difficoltà, vivono le incertezze in questo momento di cambiamento della Chiesa. Questo riconoscimento dà coraggio a tutti quanti”.
Dopo la solenne cerimonia in Vaticano, secondo il protocollo Zuppi ha incontrato i fedeli in Sala Nervi nella cosiddetta “visita di calore” e di calore ce n’è stato davvero tanto, visto che romani e bolognesi hanno ignorato i cordoni per stringerlo in un abbraccio. Selfie, abbracci e strette di mano per tutti.
In serata la celebrazione della messa alle 20 in Santa Maria in Trastevere, la sua prima parrocchia, con un maxischermo allestito all’esterno dalla Comunità di Sant’Egidio che ha pure curato la diretta Facebook e la successiva festa per l’amico Matteo.

 

1 Commento

  1. Luigi ha detto:

    Finalmente un buon “Matteo” in sintonia con il vangelo che porta il suo nome. Se si ritorna ai cardinali legati ad una chiesa nazionalista o peggio leghista, addio alla chiesa universale. La chiesa cattolica eviti di assomigliare alla chiesa anglicana. Si ispiri ad un anglicano che si è convertito al cattolicesimo e che papa Francesco farà santo: il card. Henry Newman che era ben noto al card. Martini.

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