Quanto siamo ipocriti noi italiani!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Quanto siamo ipocriti noi italiani!

Un popolo di corrotti, corruttori e corruttibili! L’abbiamo nel nostro dna: fregare gli altri!
Un popolo di santi, di poeti e di navigatori: certo, sull’oceano della ipocrisia, con le vele che si gonfiano per il vento opportunistico. Andiamo là dove ci torna comodo, dove fiutiamo qualche affare.
Sono parole troppo grosse per il popolo: corruzione, disonestà, affari, egoismo, razzismo… Sono parole che toccano l’alto, il potere, l’extra: no, noi siamo altro, i puri, i santi, i martiri del dovere.
Noi, i sacrificati sull’altare del benessere, privati dei diritti più umani… Chissà a quale Umanità appartengono questi diritti? Forse a quell’umanità fatta su misura del nostro orticello!
Ma torniamo a noi: al caso Italia, un paese dove gli scandali socio-politici tengono banco  solo per qualche giorno, per lasciare subito il posto ai casi ben più allettanti, per la loro scabrosità con tanto di thriller, che, guarda caso, si succedono a proposito, per dare a certi programmi televisivi la possibilità di fare audience giornaliero.
Quando la mafia (o camorra o ‘ndrangheta), dopo anni di connivenza col potere imperante, si mostra a torso nudo, petto in fuori, nell’atteggiamento di sfida, come un energumeno che dà prova dei suoi muscoli, – non importa se qualche pelo viene “rasoiato” – tutti si scandalizzano, o fingono, come se il fenomeno fosse solo locale, o del momento, e urlano contro tutti e contro tutto, dimenticando che siamo un popolo di corrotti, corruttori e corruttibili.
Sì, siamo! Tutti quanti!
Votiamo i vari Alemanno, e poi li condanniamo a morte! E fingiamo di non conoscerli.
In questi giorni, i mass media battono su due tasti, come martelli senza pietà: l’uccisione del bambino Loris e Roma mafiosa. Si apre la tv, e gli argomenti sono questi, trattati fino alla nausea. Io cambio canale. Non perché voglio chiudere gli occhi, non perché vorrei starmene con i miei problemi: il vero problema è la tv italiana, sono i mass media che trattano cose serie in modo sbagliato.
Tutti devono dire la loro, tutti hanno le ricette in tasca, tutti a giudicare gli altri.
Se fare un polverone servisse a risolvere i problemi, ben venga non uno, ma mille polveroni: il problema è che i mostri esisteranno sempre, se non toglieremo “il mostro” che è dentro di noi. Un mostro che è coperto dalla maschera, che si chiama ipocrisia.
E allora?
Ogniqualvolta succede uno scandalo, dovrei chiedermi: Qual è la mia parte di responsabilità?
Non tiriamoci fuori: la Chiesa, invece che sentirsi ora giudice, rifletta sulle porcate dei secoli passati, e sulle attuali; lo Stato non cessi di auto-denunciarsi; i politici non facciano gli sciacalli: i giornalisti la smettano di raccontare balle; i cittadini tornino alla vera politica,  senza fare i soliti piagnistei pronti poi a votare secondo il criterio della corruttibilità.   
6 dicembre 2014
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. Carmine ha detto:

    É la dolorosa veritá. Gesú dice “guai a voi ipocriti”. Dovremmo riflettere un po’ tutti sugli effetti nefasti dell’ipocrisia.

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