Querela di Grazia Graziadei: lunedì 11 dicembre, la sentenza della Corte d’Appello di Milano

di don Giorgio De Capitani
Lunedì 9 dicembre, presso la Corte d’Appello di Milano, si terrà l’udienza penale per l’appello avverso la sentenza emessa dal Tribunale di Lecco, Giudice Dott.ssa Nora Passoni, relativa ai fatti di cui alla denuncia-querela presentata dalla giornalista RAI Grazia Graziadei per due articoli pubblicati sul mio sito nell’autunno del 2010 e primavera 2011 in relazione ad un servizio giornalistico trasmesso dal TG1 di Minzolini e curato dalla stessa Graziadei ed avente ad oggetto l’esito del processo di appello a carico di Marcello Dell’Utri.
Il primo articolo pubblicato sul mio sito non era, materialmente, un mio articolo, bensì il link di un pezzo giornalistico redatto e pubblicato da Vittorio Arrigoni sul suo sito Guerrilla Radio.
Il secondo, invece, era un mio sfogo, pochi giorni dopo il funerale di Vittorio, con il quale dichiaravo la mia volontà di portare avanti, senza se e senza ma, la battaglia, condivisa tra me e di Vittorio, per la libertà di espressione e contro il giornalismo asservito alla politica ed al potere.
Il Tribunale di Lecco mi ha assolto per il primo articolo, quello firmato da Vittorio e da me pubblicato sul mio sito, mentre mi ha condannato per il secondo.
Per il Tribunale di Lecco l’articolo di Vittorio, pur essendo “di carattere obiettivamente diffamatorio”, non poteva comportare la mia penale condanna, nonostante avessi dichiarato, anche durante il processo, di aver condiviso e di condividere tuttora quanto scritto da Vittorio.
Avverso alla sentenza del Tribunale di Lecco hanno proposto appello tutte le parti: la Procura della Repubblica e la Sig.ra Grazia Graziadei sostenendo che io debba essere condannato anche per l’articolo dell’ottobre 2010 di Vittorio mentre il sottoscritto sostenendo che debba essere assolto anche per il secondo articolo.
Lunedì, dopo la discussione, sapremo l’opinione della Corte d’Appello di Milano.

Nonostante tutto e nonostante tutti,

continuo la mia battaglia per la difesa

della libertà di espressione e per la libertà della stampa.

13 Commenti

  1. Luca ha detto:

    Caro Don Giorgio. Sono passati tanti anni ma mi sembra come se tutto fosse avvenuto ieri. Conoscevo Vittorio, e ricordo bene quel suo commento sulla giornalista. Lo ricordo perfettamente, e ricordo anche come a mio parere non ci fosse proprio nulla di diffamatorio.

    Era chiaramente una critica feroce, con un parallelismo fra diverse professioni molto efficace, ma assolutamente nulla di diffamatorio (non scendo nel dettaglio per ovvie ragioni). Anzi, chi lo comprendeva nel profondo capiva quanto rispetto ci fosse verso entrambe le professioni. Trovo incredibile e molto spiacevole ciò che è avvenuto.

    Sarebbe interessante leggere le motivazioni di una sentenza simile, anche perché tra l’altro non eri tu l’autore del commento. Ironicamente la mia opinione su quella giornalista è diventata pessima non tanto prima, ma soprattutto dopo questa vicenda, a mio parere che la sua immagine l’ha offesa più lei stessa facendo questa querela che tu o Vittorio con quei commenti…

    In ogni caso, hai poi deciso di fare ricorso in cassazione? Sappi che hai la stima e l’affetto di tante persone, anche se non ti conoscono personalmente. Un abbraccio.

  2. pol (paolo) ha detto:

    quale è stato il verdetto?

  3. diogene ha detto:

    ciao don Giorgio… auspico che la tua battaglia per la libertà di espressione e per la libertà della stampa abbia finalmente ottenuto la meritata vittoria contro i sopprusi e le prepotenze degli “immuni”!

  4. don ha detto:

    L’argomento “diffamazione” viene usato solo quando si tratta di colpire la libera opinione….chissà perché i politici (soprattutto di certi partiti) possono insultare e diffamare e se la passano sempre liscia?

  5. luigi ha detto:

    La giustizia dirà la sua verità. Cosi caro don giorgio i tuoi articoli scritti dalla rabbia cambieranno un po’. Magari smetterai i tuoi giudizi sommari su Chiesa papi vescovi ecc.ecc. che nonostante tutto non ti hanno ancora escluso dalla comunione ecclesiale.

  6. Romeo ha detto:

    Non sono un costituzionalista, ma la libertà di espressione secondo me non autorizza la diffamazione di un individuo ma solo, eventualmente, la critica nei suoi confronti.

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