Ribelliamoci, o saremo per sempre fottuti!

di don Giorgio De Capitani
Chi oggi non sta male, tremendamente male, dentro, e non tira fuori tutta la sua santa rabbia migliore così da inveire, anche violentemente, contestando politici, come Salvini, che stanno letteralmente distruggendo ogni forma di Democrazia sostituendola con ogni forma di barbarie, è un povero cittadino, su cui a breve ricadrà la maledizione della Storia.
Se, oltre che cittadino, costui è un credente nel Cristo risorto, e se ne sta zitto a fare i propri affari, e addirittura, nel modo più blasfemo e anti-evangelico, appoggia direttamente o indirettamente la politica razzista leghista, ebbene, costui meriterebbe già su questa terra la maledizione di quel Dio, in cui egli si vanta di credere.
È il momento di reagire!
È il momento, come cittadini, di scendere nelle piazze, e di bruciare ogni immagine di quel bastardo che si crede un dio onnipotente, solo perché milioni di minchioni – che si son bevuti il cervello, e ogni giorno al bar si nutrono di eccitanti, e, alle feste paesane all’ombra del campanile, si ingozzano di salamelle profumate di incenso – sono vittime della più dissacrante follia, tragico effetto di un analfabetismo che neppure i barbari tra i barbari più barbari conoscevano, quando, spinti solo dall’odio tribale, distruggevano opere d’arte pensando fossero inganni del demonio, così accecati da non vedere altri capolavori di Dio, ovvero bambini, anziani e donne, tutto perché a loro era stato insegnato, fin dal grembo materno, l’arte diabolica della guerra.
E oggi? Siamo nelle mani di barbari ancor più atroci, a cui non si può perdonare nulla, essendo figli di generazioni e generazioni cristiane, che hanno partorito i Geni del Bello, commemorati solo per salvare la faccia, lasciando però il culo nella merda.
Sì, siamo all’inizio di una nuova inciviltà, che porterà l’Italia allo sfascio totale.
Come credente, mi vergogno di far parte di una Chiesa di stupidi cristianelli e di preti bacati nel cervello, larve umane, pagliacci inverecondi, e mi vergogno di appartenere ad una Chiesa di gerarchi codardi, debosciati, degni solo di guidare un gregge di dementi, di corpi disfatti nell’anima.
La gente non reagisce: non ha più la testa per reagire.
La Chiesa non reagisce, perché vive di struttura, e ragiona secondo la struttura.
Tutti zombi, ammutoliti, pronti però a scattare in piedi gridando allo scandalo, quando un prete inveisce, elevando al cielo una forte voce di protesta, come un dannato ma non  rassegnato, come un disperato ma non demotivato.
Querelami pure, sterco di porci umani, lurido verme, bastardo nato da un incrocio demoniaco.
Ogni querela si ritorcerà su di te, già con un piede nella folla, e nella fossa, con l’altro piede, ci cadrai per sempre.
Gente come te non conoscerà il giorno della risurrezione.
E compatitemi pure, voi cristiani neppure degni di fare un segno di croce, e voi gerarchi di paglia, guide cieche, sepolcri imbiancati.
State di nuovo crocifiggendo il Cristo, e di nuovo sarete maledetti con una lunga serie di “guai a voi…”, che solo il Cristo, tradito dalla vostra vigliaccheria, avrà ancora il coraggio, benché morente, di lanciarvi addosso.
“Ipocriti!”, voi gerarchi di una Chiesa ingessata, orbata dello Spirito vitale, poveri manichini che vi esagitate dietro occulti comandi del Principe delle Tenebre.
Voi siete l’inganno, perché figli devoti dell’Ingannatore che, oggi, ha il volto di un burattinaio che gioca a far ballare gli istinti animaleschi.
Ed io me ne sto qui, con il cuore che piange, ma sereno nello spirito, perché so di stare dalla parte della Ragione.

 

4 Commenti

  1. Luigi ha detto:

    Meglio una battaglia solitaria o in pochi piuttosto che non fare niente

  2. Luigi ha detto:

    Giusto don. Organizza e scendiamo in piazza. Passa dalle parole ai fatti.

    • Don Giorgio ha detto:

      Ho provato a lanciare appelli, iniziando dalla gente del posto e dai politici locali. Tutti zitti! Ho invitato anche i preti dissidenti, ma ognuno contesta a modo suo.
      La mia battaglia è solitaria!

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