Halloween e la stupidità dei nostri ragazzini

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Halloween e la stupidità dei nostri ragazzini

Non entro nel merito di una festa che, tra l’altro, la Chiesa non gradisce molto, non solo per le sue origini paganeggianti, ma anche per l’abbinamento con la festività dei Santi e la commemorazione dei Defunti.
Ma a preoccupare di meno la Chiesa è proprio il modo con cui, qui in Italia, si festeggia Halloween, visto che ci si diverte come se fosse carnevale. A noi italiani piace mettere le maschere, e fingere di essere un’altra persona, nascondendo perciò la propria identità. Di un eventuale messaggio nascosto dietro la festa di Halloween ce ne freghiamo, e non ci poniamo alcun problema per il fatto di essere cristiani. Ci si diverte, punto.
Ma forse alla Chiesa, e non solo alla Chiesa, dovrebbe invece preoccupare ciò che succede durante queste feste, quando i nostri ragazzini, invece che mettere la maschera, trovano l’occasione per togliersi ogni tabù o repressione, dando via libera agli istinti più selvaggi.
Assistiamo a questo gioco strano: i bambini e gli adulti mettono una maschera, per divertirsi innocentemente, mentre i ragazzini se la tolgono, quella convenzionale, per mettere a nudo la loro vacuità: sotto il vestito niente!
Forse è solo una mia impressione: mi spaventa il vuoto generazionale di una massa informe di giovani, che sembra un anello di congiunzione di un passato ribelle con un presente di vuoto per il futuro del tutto incerto. Ma c’è di più. La massa informe generazionale sta calando non per il numero, ma per l’età. All’inizio si parlava di giovani, poi di ragazzi, ora di ragazzini. Più l’età scende, più è a rischio la fragilità del soggetto in questione. Non vorrei poi fare distinzione tra ragazzini e ragazzine, ma mi fa impressione, forse per una concezione antiquata della donna, sentire che ci sono ragazzine che bevono come spugne, si ubriacano, si drogano, ecc.
È facile addossare tutte le colpe ai genitori. Sta di fatto però che tutti concordano nel dire che, oggi soprattutto, assistiamo a due vuoti: di validi punti di riferimento e di figure altamente educative, oltre naturalmente al contesto sociale.
In ogni caso, il bene pubblico va garantito e fatto rispettare. Già l’ho detto, anche se finora nessuno mi ha ascoltato: durante certe feste particolarmente a rischio bisogna che i Comuni mettano in campo le forze dell’ordine, che perciò devono essere presenti costantemente sul territorio onde evitare vandalismi.
È comico, per non dire di peggio, sentire il giorno dopo la nottata vandalica le dichiarazione di qualche sindaco che si scandalizza per quanto è successo nel suo paese. Coglione, non portevi evitarlo?  
Infine, un invito soprattutto ai responsabili delle comunità cristiane. I ragazzi di oggi fanno paura non tanto quando escono allo scoperto e fanno danni, ma soprattutto quando se ne stanno buoni buoni, però ne combinano senza dare nell’occhio. Inoltre: non scandalizzatevi per la ribellione dei ragazzi, ma casomai per la loro acquiescenza, che definirei coglionismo buonesco.
7 novembre 2015
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