Martedì 6 dicembre, Angelo Scola nel Discorso alla Città di Milano si è superato!

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Martedì 6 dicembre,

Angelo Scola nel Discorso alla Città di Milano

si è superato!

di don Giorgio De Capitani
Proprio non ce la fa!
Non è colpa sua. Neppure se ne accorge, nonostante veda attorno a sé (ma ci vede?) solo il vuoto.
Ma il porporato, imperterrito, continua a parlare, ma a chi? Forse a se stesso, godendosi da solo ciò che si dice, ma, a vederlo parlare, sembrerebbe che neppure lui ci creda, tanto è annoiato e stanco, distratto a tal punto da perdere i fogli.
Nell’ultimo suo Discorso alla Città di Milano, di martedì 6 dicembre 2016, ore 18, nella Basilica di Sant’Ambrogio, è riuscito a superare se stesso, in una noia mortale.
Non credevo che scendesse ancor più in fondo. Pensavo che avesse almeno raggiunto un certo equilibrio nella solita piattitudine. No, stavolta ci ha sorpresi: ancor più deprimente!
Ma come ha potuto arrivare a tanto, facendo incazzare perfino il Patrono di Milano, forse trattenuto per un braccio dal Padre Eterno, perché altrimenti avrebbe ancora usato lo staffile, non contro il potere politico, ma contro una Chiesa del tutto assopita anche per colpa di un Pastore che si è perso nella nebbia padana?
Un Discorso da far venire un grave mal di testa anche agli angeli celesti. Ma come si può sciupare un’occasione, sfruttata al meglio dai suoi Predecessori, per dare ai milanesi un pane “sostanzioso”, che purtroppo sembra sparito dalla tavola di chi, un pane ce l’ha oppure lo pretende, ma di tutt’altro sapore?
I pochi presenti in Basilica, tra sindaci con la fascia tricolore e qualche autorità cittadina, penosamente composti, sembravano aspettare che passasse quella lunga mezz’ora canonica, resa ancor più lunga dal cardinale che sembrava si divertisse a provare la pazienza dell’assemblea.
E i preti presenti, variamente colorati, di alto rango, che facevano? Mi sembravano rassegnati al martirio.
E i preti milanesi, quelli del basso rango? Da tempo tra loro serpeggia un malumore sempre più diffuso. Dicono più o meno: “Questo vescovo non dice proprio nulla! Speriamo nel prossimo… che possa risollevare la nostra Diocesi!”.
Da anni sto dicendo che la Diocesi milanese è allo sbando. Se forse qualche prete in più, oltre al sottoscritto, avesse alzato la voce, non saremmo certamente a questo punto di non ritorno. Una certa responsabilità ce l’hanno i più vicini collaboratori del cardinale: hanno taciuto o non si sono ribellati come avrebbero dovuto, lasciando una Diocesi nelle mani del… nulla.
Non parlo della Curia in genere, nei suoi vari Organismi, che fa ciò che deve fare, burocraticamente, senza infamia e senza lode, sperando che il cambio del Pastore avvenga senza scomodarla troppo dalla sua sedia di burocrati, senza infamia e senza lode.
Allo stesso clero milanese, in fondo, sta bene un Pastore che non sia troppo d’incomodo. Si sa che i preti ambrosiani, Scola o non Scola, amano fare i cazzi loro.

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Sentite il commento di questo politicante da strapazzo con la cravatta verde: è davvero comico e stupido! Ma è normale? Due sono i cancri attuali della Lombardia: il cardinale e Maroni

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Giuseppe Sala è stato più diplomatico: che cosa doveva dire?

5 Commenti

  1. GIANNI ha detto:

    Ultimamente riscontro problemi nel far prendere i commenti da questo sito.
    Riprovo ora a ripostare:
    Il tema forse interessante non è quello incentrato sulla realtà locale, su cui mi pare che Scola abbia sorvolato, limitandosi a qualche fugace accenno, ma l’Europa.
    Sono concorde che l’Eeropa attuale sia ben lontana dagli ideali dei fondantori, ormai trasformata in una tecnostruttura, che ha più che altro posto limiti alla sovranità nazionale, in particolare finanziariamente.
    Ovviamente, il tema, indicato da Scola, sarebbe però stato davvero interessante se, invece di limitarsi a richiamarlo, fosse stata prospettata una qualche ipotesi di soluzione.
    Ma probabilmente non poteva, questa, venire da questo contesto, ma semmai dal mondo politico.
    E qui il tema ripreso anche da Renzi, è di assoluta attualità.
    Lo vediamo anche in questi giorni, con i dubbi che ci sono stati sulla possibilità di ricapitalizzare le banche e se l’europa concedesse o meno forme di intervento pubblico, compresa l’eventuale nazionalizzazione di MPS, vista la debolezza degli investitori di mercato.
    Proprio su questo dovremmo riflettere, cioè sul fatto che demagogie e populismi nascono anche da un’inadeguata, insufficiente risposta che, a livello europeo, viene data proprio a problemi, per cui l’Europa stessa era nata, cioè per dare una risposta migliore e più efficace, rispetto a quella offerta da singoli stati membri.
    Diciamo, quindi, che il tema poteva essere interessante, ma quanto mai noioso il mero riproporlo, visto che peraltro è argomento di discussione già trito e ritrito.
    Interessante, invece, la proposta di soluzione, come anche in questi ultimi tempi Renzi ha cercato di indicare.

  2. carlo dalla ha detto:

    ho perso del tempo a sentire l’omelia e le interviste: sono contento di aver da tanto tempo ormai mandato al diavolo tutte le chiese

  3. Giuseppe ha detto:

    Si tratta di Scola… che altro c’è da aggiungere?

    • Don Giorgio ha detto:

      Da aggiungere: da cinque anni è alla guida della diocesi più grande del mondo, e nessuno lo ha apertamente contestato (tranne il sottoscritto). Ora tutti si lamentano, borbottano (sempre comunque privatamente), ma siamo alla fine del suo mandato. A che serve? A salvare la faccia?

  4. antonio ha detto:

    Il cardinale è vecchio e stanco e le due loffie interviste, convenzionali, pallose, niente affatto convinte – che convincono anzi chi ascolta dell’opposto di quello che a vuote parole affermano – non fanno che rafforzare la noia e la stanchezza di un happening spompato. Non resta che sperare nel futuro…

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