Forza, ditelo!

di don Giorgio De Capitani
Forza, ditelo!
Dite che io ce l’ho a morte con questo vescovo che siede sulla cattedra di Sant’Ambrogio!
Chissà per quali motivi?
Mi avrebbe forse tagliato la mia carriera?
Forse che avevo chiesto la luna, e lui mi avrebbe risposto picche?
Forse che la mia è una lotta a oltranza di vendetta perché mi avrebbe recluso in casa privata?
Forza, ditelo!
Clero ambrosiano, osceno pecorume al servizio di un pastore “inetto”, accusami pure di violenze verbali, di giudizi feroci e per nulla cristiani, di mancanza di rispetto per l’autorità costituita…
Sai quanto me ne importa?
Ma m’importa, eccome, il bene di una Diocesi che sta affondando come la politica italiana, con la differenza che quest’ultima è nelle mani di populisti del nulla, mentre la diocesi milanese è nelle mani non di un populista (casomai un servitore ottuso del grande populista che siede sulla cattedra di San Pietro), ma di un nulla pastorale!
Oggi sulla cattedra milanese siede il vuoto, l’assenza di un pastore degno di essere successore di Sant’Ambrogio!
E non c’è per il momento alcuno spiraglio di speranza, ovvero che si intraveda una luce: quella luce che rischiari il cupo cielo ambrosiano.
Forza, ditelo!
Voi collaboratori più intimi del vescovo “inutile”, accusatemi di ribellione, voi che siete i “migliori” collaboratori del nulla che attualmente siede sulla cattedra di S. Ambrogio.
E come potete tacere, far finta di nulla del nulla di un pastore che è come un prezzemolo, buono per ogni occasione, quasi conteso proprio per la sua orgogliosa inutilità?
Dovrei avere rispetto filiale per un padre che è tutto tranne di essere un padre, e non dovrei avere invece rispetto per una diocesi, che, nonostante tutto, sento ancora “mia”, che sta andando verso il nulla pastorale?
Non ho fatto alcuna promessa di obbedienza ad un “uomo”, casomai al rappresentante di Dio quando costui dà prova di equilibrio, di saggezza, di paternità.
Ma che concetto abbiamo ancora oggi di obbedienza?
Si obbedisce anche contestando, anche ribellandosi alle ingiustizie e alle nullità di personaggi fantocci che, purtroppo, hanno responsabilità di potere.
Devo obbedire a quel regno di Dio che è anzitutto interiore; certo, anche a quello esteriore, ma quando questi serve il regno di Dio interiore.
Un po’ di decenza! Un po’ di orgoglio! Un po’ di coscienza! Dai!
E invece no: si continua ad essere ridicoli servi di una struttura fatiscente, di qualcosa che rappresenta il vuoto di Dio, ovvero il nulla di quel Mistero che va rispettato in tutta la sua libertà di Spirito che soffia da ogni dove, privilegiando gli spiriti liberi, e non i servi di strutture morte.
Che dire di un vescovo che parla come un baccalà, come voce stridula che ferisce e innervosisce anche gli angeli del cielo, senza dire nulla di quel Divino capace di far risuscitare anche i morti, senza però poter far risuscitare un morto che resta sulla cattedra di Sant’Ambrogio, nonostante i disagi che sta creando ovunque?
Ha partecipato alle Vie Crucis zonali, e i preti si lamentano di un Pastore che non parla col cuore!
Per non parlare poi del discorso (di 9’30”!) del tutto asettico davanti a 60 mila cresimandi (24 marzo 2019), da essere ricordato negli annali della noia di un pastore che è riuscito a distrarre 60 mila ragazzi, compresi i loro preti e le catechiste!
Arriverà la Settimana santa: una settimana di passione non solo perché commemoriamo liturgicamente la sofferenza e la morte di Cristo sulla croce, ma sarà una settimana di passione, anche per un  Duomo che è diventato una tomba cadaverica, con un pastore cadaverico, con una liturgia cadaverica.
Ho sentito l’ultimo intervento di Mario Delpini, definita una “lectio magistralis” (!), tenuto il 6 aprile scorso presso il Palazzo delle Stelline, Milano, in occasione della Giornata nazionale promossa da Fadoi (dirigenti ospedalieri) e Anìmo (infermieri) sul fine vita.
Siccome sono anche stanco di esprimere certe sensazioni, come se fossero solo mie, nei riguardi di Mario Delpini, ho segnalato il link del video a un grande filosofo e al più conosciuto storico mondiale nel campo della Mistica medievale (non dico il nome!”), chiedendogli un suo parere.
Ecco la risposta: “Una cosa penosa, miserevole, dal successore di Sant’Ambrogio!”.

ECCO IL VIDEO

 

6 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    L’assoluzione di Marino era un atto dovuto! Contro di lui era stata orchestrata una trappola (per di più piuttosto goffa) frutto di una congiura trasversale promossa dai galantuomini e le gentildonne del M5S che coinvolgeva anche i mestieranti dellla politica del suo stesso partito. È dura per chi è abituato agli impicci e le pastette doversi confrontare con un uomo onesto che vuol fare solo il proprio dovere.

    • pol ha detto:

      per il sig. Giuseppe:
      ho letto che Orfini, all’epoca reggente PD, proprio in riferimento alle vicende di Marino, ha detto che queste nulla hanno a che fare con la sua rimozione/sostituzione.
      Semplicemente, secondo Orfini, non era adatto, a prescindere dalle vicende giudiziarie.
      Se poi le cose stiano realmente così o meno….

  2. Luigi ha detto:

    Sulla verità che prima o poi verrà a galla, ricordo come è stato “maltrattato” Ignazio Marino dagli attuali amministratori di Roma, ma anche dal PD romano. Ma non dimentico come si è comportato papa Francesco con lui. Non ha fatto la stessa cosa con la Raggi. Quando ho letto che è stato assolto, oltre ad esserne contento in me c’è l’amarezza per un partito che “brucia” uomini della sua statura per dar spazio a uomini di “basso profilo” come purtroppo avviene nei nostri comuni brianzoli compreso quello dove vivo. Pertini aveva detto che: “È meglio la peggiore delle democrazie che la migliore di tutte le dittature”. Si può dire lo stesso del PD? Se guardiamo agli attuali governanti (Lega e 5 stelle) penso che Pertini aveva ragione.

  3. Luigi ha detto:

    E’ passato mezzo secolo da quando chiesi ad un viceparroco come mai gente adulta entrando in chiesa accarezzavano un simbolo sacro e si facevano il segno della croce. Per me allora come oggi è un gesto superstizioso. Mi rispose che avevano una fede “bambina”. Quando seguo a messa mia moglie vedo non solo giovani, ma anche adulti con questa fede “bambina”. E pensare che da questa diocesi sono passati Tettamanzi e Martini. Ho fatto un’ipotesi personale: “Non sarà che la fede “bambina” di molti cattolici abbia bisogno più di un tranquillante come Delpini, che un vescovo come Zuppi?” Un vescovo alla camomilla fa’ comodo un po’ a tutti: dai pseudodemocratici ai leghisti. Nella messa che assisto mi capita di sorbire canti da fede “bambina” che ben poco hanno con la celebrazione liturgica. Le omelie, anche quelle buone, sono recepite? Ho dei forti dubbi. Fino a che nella diocesi prevarranno le fedi “bambine” sarà dura liberarsi di Delpini. I vari santuari mariani e i tradizionalisti con le loro camomille e tisane potranno raccontare le loro favole. Il ministro Fontana è convinto che la Terra sia al centro dell’universo. Giordano Bruno con le sue convinzioni e idee è stato messo al rogo. La stessa sorte è toccata a Savonarola. Galileo ha preferito abiurare per non fare la stessa fine. Non ne valeva la pena. Era convinto che la verità prima o poi verrà a galla. Solo se si avrà una fede “bambina” sarà difficile scoprirla. Caro don Giorgio, la tua provocazione cadrà nel “vuoto”.

  4. don ha detto:

    Checchè se ne dica, i Vescovi peggiori non sono stati nominati da Benedetto XVI o da Giovanni Paolo II, bensì da Bergoglio … così nessuno gli fa ombra e lui continua a fare la parte del totem da idolatrare!

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