Tre religioni monoteistiche, ovvero tre dèi violenti e rivali tra loro

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Tre religioni monoteistiche,

ovvero tre dèi violenti e rivali tra loro

Quando il Papa afferma che le religioni di per sé non sono violente, dice una grossa balla. O è un ingenuo e non sa di dire una falsità, oppure cerca di coprire la realtà con menzogne che non fanno che tenere la religione in uno stato continuo di violenza.
C’è violenza e violenza. Anche se ancora oggi esiste tra le religioni più fondamentaliste una violenza di sangue, senza dimenticare che nel passato nessuna religione è stata esente dalla violenza fisica e terroristica (pure la Chiesa cattolica, che ha versato tanto sangue da inondare continenti), tuttavia c’è anche una violenza più subdola, ma non meno violenta, che è quella che impone il proprio credo, sopprimendo direttamente o indirettamente la voce della coscienza, o la libertà dell’essere interiore.
Sia la violenza fisica che quella sulla coscienza fanno parte delle cosiddette religioni monoteistiche, proprio in forza di essere monoteistiche, ovvero di credere in un unico dio: unico per ciascuna delle tre religioni, ebraismo, cattolicesimo e islamismo. Tre religioni, ovvero tre unici dèi. Dunque, tre dèi. Non è un paradosso? Come possono tre religioni sostenere che dio è unico, e poi presentarlo come se fosse il loro unico dio?
Già la religione cattolica parla di Trinità divina, e questo non incrina l’unicità assoluta di Dio? Il che fa pensare, facendo impazzire i teologi che si sono sbizzarriti in elucubrazioni   anche filosofiche, distinguendo i termini per sostenere che, nonostante che in dio ci siano tre persone distinte, però l’uguaglianza è assolutamente salva, ovvero che si tratta sempre dello stesso unico dio. Dunque, tre volti diversi di dio, oppure tre manifestazioni diverse dello stesso dio? Io rinuncio a capirci qualcosa. Sta di fatto che si parla di un padre, di un figlio e di uno spirito santo. Lo riconosco: in fondo il dio cattolico, così multiforme, piace: c’è sempre un padre che accoglie tutti, c’è sempre un figlio che salva le situazioni e c’è sempre uno spirito invisibile, tanto invisibile che non si sa dove si trovi.
Ma la cosa veramente tragica, che ha inciso negativamente sulla storia dell’umanità fino ai nostri giorni, è il fatto che il dio unico delle tre religioni monoteistiche è qualcosa di esteriore alla realtà interiore dell’essere umano.
Dire religioso è dire qualcosa di strutturale, un insieme di riti e di formule dogmatiche, di divieti e di obblighi, a differenza di ciò che è sacro, che fa parte della stessa natura dell’essere interiore. Le religioni, dunque, a differenza delle spiritualità, pensate a quelle orientali, agiscono all’esterno dell’essere umano e, cosa ancor più drammatica, bloccano l’accesso al mondo interiore.
Ecco perché il dio delle religioni fa a pugni con la Divinità, che è l’essenza del nostro essere. Il dio delle religioni è qualcosa di determinato, viene offerto e imposto con un volto ben delineato e dogmatizzato, per paura che qualcuno, troppo impertinente, possa dire di più di quanto è stabilito dalla religione. Se tu dici qualcosa fuori dei binari, la religione valuta, giudica e, se è necessario, ti mette ai margini, o addirittura ti scomunica. Ciò fa parte della natura della religione, e, in particolare, di una religione monoteistica.
La Divinità interiore è un’altra Realtà o, meglio, è la Realtà “altra”, diversa, all’opposto dello pseudo-dio delle religioni. Essa sfugge ad ogni classificazione, ad ogni definizione, ad ogni dogmatizzazione. È purissimo Spirito vitale in perenne gestazione, là dove l’essere umano è spirito, nella “caverna del cuore”, ovvero nella parte più profonda dell’essere umano.
Il nostro essere più profondo non è “religioso”, ma “sacro”. La sacralità rifugge da ogni elemento religioso, proprio perché la religione è “dis-sacrante”.
Infine, vorrei dire che un altro aspetto delle religioni “rivelate” è quello strano legame “personalistico” che si instaura tra il rivelante (un certo dio) e la persona illuminata (il profeta privilegiato). E così si dice il dio di Abramo, il dio di Gesù Cristo e il dio di Maometto. La “personalità” del profeta si fa tutt’una con il dio rivelante o, meglio, con la rivelazione o illuminazione. Ed è successo che Gesù Cristo ha dovuto spiegare il dio di Abramo, perché gli ebrei si erano sentiti figli non di Dio ma di Abramo: figli carnali; ed è successo che Maometto ha relegato Gesù Cristo al ruolo di uno dei tanti profeti, senz’altro minore dell’illuminato di La Mecca. 
La Divinità interiore ha un solo intermediario, ed è l’essere umano: ogni mediazione della religione non solo è inopportuno, ma blasfema.
8 ottobre 2016
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

 

4 Commenti

  1. Carmine ha detto:

    Io credo nella Parola di Dio alla quale Gesù è venuto a dare compimento. Credo pure che la religione cattolica abbia ingabbiato la Parola di Dio in una serie, come dici, di riti e di formule dogmatiche, di divieti e di obblighi, spesso tradendo il messaggio evangelico di Gesù quando dice che ” Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!”.

    E’ come se la chiesa struttura si fosse sentita all’improvviso migliore di Dio. Volendo fare un esempio, “non commettere adulterio” (ovvero non tradire la propria moglie congiungendosi fisicamente con un altra donna) è stato trasformato in un più esteso “non commettere atti impuri” dove la chiesa ha “corretto/inasprito” il comandamento decidendo autonomamente cosa fosse puro e cosa fosse impuro (salvo poi attribuirne comodamente la paternità allo Spirito Santo). In altre parole ad un certo punto della sua storia, la chiesa struttura diventa “più realista del re” inventando una serie di peccati e creando, ad esempio, sensi di colpa in milioni di ragazzi solo perchè si masturbano, facendo qualcosa di estremamente naturale (visto che il richiamo alla masturbazione inizia in concomitanza alla pubertà, quando entrano in circolo una serie di ormoni e si manifestano una serie di cambiamenti fisici). La chiesa struttura, però, la definisce “peccato mortale” nonostante in nessuna parte della Bibbia sembra esserci alcun riferimento esplicito alla masturbazione: si cita Onan e il termine “onanismo” per bollare la masturbazione come peccato, quando basta leggere l’episodio biblico per capire che il vero peccato di Onan sta nell’aver disubbidito (attraverso un coito interrotto e non attraverso la masturbazione) ad un preciso ordine di Dio.

    Di contro abbiamo la bellezza della Parola di Gesù che sta nella sua semplicità, nel suo essere “diretta” (senza tanti giri di parole) e rivoluzionariamente “contro” le regole stabilite dogmaticamente e ipocritamente dai farisei. Quello che vediamo oggi, purtroppo di frequente, sono sacerdoti che credono di essere “apostoli di Gesù” e che invece altro non sono che discendenti moderni dei vecchi farisei.

    Ciò nonostante, preferisco essere ottimista e grato a Dio per tanti sacerdoti che rimanendo allineati al Vangelo, hanno deciso di essere “sale della terra” non allineandosi alla “struttura”.

  2. Giuseppe ha detto:

    Condivido in pieno. La fede è qualcosa di strettamente personale e non può essere condizionata da regole e strutture imposte da chicchessia. Se Dio esiste e ci ha creati uno ad uno, il nostro rapporto con lui è sempre e comunque un rapporto individuale e privilegiato, un po’come succede tra genitori e figli. Forse sarò troppo drastico, ma penso che tutto il resto non siano altro che chiacchiere…

  3. GIANNI ha detto:

    Alcuni ritengono, anche in abito cattolico, che le religioni cosiddette monoteiste siano tali più formalmente, che nella sostanza.
    Dio sostituisce Zeus, ed angeli e demoni sostituiscono gli dei minori dell’antichità greco/latina.
    Anzi, in particolare il cattolicesimo è andato nella direzione di creare figure deizzate, come la Madonna, da cui il dogma dell’Assunta.
    Quanto al Dio guerriero, probabilmente anche in tal caso una decisa influenza proviene dal pantheon greco/romano, ed a sua volta, probabilmente, in parte questa antica concezione guerriera deriva da fenomeni all’epoca non compresi.
    Come la distruzione di Sodoma e Gomorra.
    Alcuni studiosi hanno fatto notare come certe caratteristiche attribuite alla divinità possano provenire da entità extraterrestri, che probabilmente già si combattevano tra loro in tempi antichi.
    Proprio le località di riferimento della città di Sodoma e Gomorra dimostrerebbero una guerra con armi nucleari, visto il livello di radioattività riscontrabile tutt’oggi.
    Di qui la strasfusione mitizzata degli dei guerrieri, ed a sua volta, tali elementi entrarono anche nel cristianesimo che, non dimentichiamolo, deve molto della sua affermazione ad una concezione militare e militaresca, non a caso.
    Certo, nulla che abbia a che fare con l’originario cristianesimo, ma, appunto, con una religione trasfusa in una concezione militare, che si sposò con l’impero romano e le sue mire espansionistiche.
    IL resto della storia è fatto di guerre che, in molti casi, furono giustificate, guarda caso, ancora una volta, per motivi religiosi.

  4. prosdocimo ha detto:

    E’ davvero un bel pezzo, molto alto.

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