Omelie 2021 di don Giorgio: SESTA DI PASQUA

9 maggio 2021: SESTA DI PASQUA
At 26,1-23; 1Cor 15,3-11; Gv 15,26-16,4
Se Cristo non fosse risorto…
La Liturgia, in queste domeniche di Pasqua, insiste nel presentare brani del Nuovo Testamento, in cui si parla del Cristo risorto.
Sembrerebbe strano tale insistenza per dei cristiani che non sarebbero tali, se Cristo non fosse risorto. La Risurrezione è la ragion d’essere del cristiano: è la natura stessa del fatto che uno si dica cristiano.
Noi esseri umani siamo talora individui del tutto strani e incomprensibili: pensate al fenomeno dei fan o fanatici di un leader politico o religioso. Ci si qualifica come seguaci di un uomo che magari è già morto: seguaci di uno di cui è rimasto solo un ricordo o dei libri da lui scritti, da cui estrapoliamo frasi o slogan senza capirne il senso originale, dando importanza al personaggio idolatrato più che al suo pensiero.
Il personaggio conta di più, ma quel personaggio è morto. Ciò che invece dovrebbe contare è il suo pensiero, quello che fa parte della Verità che non muore mai. Ma i seguaci dei leader o dei guru sono schiavi del fascino del personaggio storico, da cui bevono ogni dottrina, anche quella più nociva e velenosa, tanto da farsi manipolare nella mente.
Ripeto, è il personaggio storico che affascina nella sua arte di manipolare le menti. Qui il discorso si farebbe lungo e complesso. Il fenomeno dei guru esotici o del leaderismo cattolico (pensate ai Movimenti ecclesiali) prolifera per l’assenza di una Fede matura. Quando si vive di surrogati, tutto è buono, soprattutto se il surrogato offerto è allettante, accompagnato da un autoritarismo che fa comodo alle anime deboli, che hanno bisogno di stampelle per camminare. Il fenomeno delle sette religiose vive sulla fragilità mentale o psicologica o religiosa di persone che si aggrappano a tutto, pur di avere una protezione. Se la gente fosse matura nella fede non cadrebbe tra le braccia delle sette religiose, i cui capi cosiddetti carismatici sono veri succhiatori di soldi, per non parlare d’altro, e nemmeno di cadere vittime di Movimenti ecclesiali che non permettono di crescere e di maturare, per volare alto.
Per quanto riguardo Gesù Cristo e il Cristianesimo, tutto è radicalmente diverso. Il Cristianesimo non si basa su un personaggio storico che si chiama Gesù di Nazaret. L’origine del Cristianesimo la troviamo sulla croce, quando il Cristo storico muore donando lo Spirito divino. O, se volete, il Cristianesimo inizia, quando il Risorto dà alla Maddalena l’incarico di annunciare per prima la Risurrezione.
Dunque, il Cristianesimo non ha origine con la nascita di Gesù storico, e neppure quando Cristo inizia il suo ministero pubblico. Il Cristianesimo ha inizio sulla Croce, quando Cristo, morendo, dona il suo Spirito. Lo Spirito è già Risurrezione. E la prima cristiana è stata Maria di Magdala: a lei, e non agli apostoli, affida il primo annuncio, che dovrà poi testimoniare.
Lo stesso evangelista Giovanni ha subito capito che il Cristianesimo era la testimonianza della Risurrezione, e la sua comunità cristiana fin dall’inizio ha evitato di cadere in quello che diventerà poi un organismo strutturale gerarchico, che finirà lungo i secoli per spegnere la potenza della Luce della Risurrezione.
Certo, la Chiesa ha spento nella sua struttura istituzionale la Luce della Risurrezione. La Luce della Risurrezione è sempre rimasta nel Cristianesimo puro. Gli spiriti liberi ne sono i testimoni. Come Maria di Magdala, liberata dai sette diavoli.
Il Cristianesimo è qualcosa di originale, nel senso che il Vangelo è la Parola di Dio o quel Logos che si è incarnato, e in quanto uomo è morto sulla croce, ma è poi risorto, avvalorando così lo stesso Vangelo, che non va perciò letto o vissuto come parola del Gesù di Nazaret.
Il Vangelo è il Cristo risorto: in quanto Cristo Risorto il Vangelo è il Logos eterno.
Lo dicevo all’inizio, per un cristiano dovrebbe essere naturale credere nel Cristo risorto, proprio perché, se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la fede di credenti.
Sarebbe assurdo che la nostra fede fosse fondata sul Cristo storico. Che senso avrebbe? La Risurrezione è il fondamento della nostra fede, che quindi ha senso, proprio perché Cristo è risorto.
E qui torna la domanda: che significa che Cristo è risorto o, meglio, come va intesa la Risurrezione?
Normalmente il cristiano non si pone questa domanda, proprio perché vive del Cristo storico: “Cristo ha fatto questo, ha detto quello…”, e così il Vangelo è ridotto a un codice morale o a una dottrina o ideologia, a cui aggrapparsi, per giustificare che siamo cristiani. Nulla di diverso da chi si professa seguace di un leader politico o di un guru misticoide.
Pensate anche a coloro che, magari atei o non cristiani, ammirano il Cristo come un grande personaggio che ha lasciato una traccia nella storia: un personaggio dunque nobile, ma come altri personaggi degni di lode (pensate a Socrate).
Se togliamo a Cristo la Risurrezione, togliamo tutto, e di Cristo rimarrebbe solo quel fascino che è legato al personaggio storico.
Il Cristianesimo non è anzitutto un organismo religioso, il cui fondatore è il Cristo storico. Il Cristianesimo anzitutto è Risurrezione, che non può essere mortificata da nessuna struttura umana.
La Risurrezione, allora, che cos’è? Sembra che anche io perda tempo per evitare di rispondere alla domanda.
L’apostolo Paolo, nel primo brano della Messa, insiste sulla Luce, mentre nella prima lettera ai cristiani di Corinto parla di Grazia.
Paolo fu illuminato da una Luce misteriosa, mentre stava recandosi a Damasco per perseguitare i cristiani. Una Luce che lo ha accecato: gli ha tolto la cecità interiore, per dargli la Luce della Fede.
Paolo si converte al Cristo risorto, che è Luce.
Paolo poi, convertitosi al Cristianesimo, parla di Grazia.
Che cos’è allora la Risurrezione?
Luce e Grazia. Così è il Cristianesimo che risale al Cristo risorto.
Dunque, un Cristianesimo purissimo, che è Luce divina, e Grazia, che è Bene Assoluto.
La Risurrezione richiede Fede purissima: la Luce purifica togliendo ogni carnalità dal nostro essere. La Grazia è la stessa Vita divina, che ci viene data, quando la nostra Fede è purissima, esente da ogni carnalità.

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