Così a Ventotene una dodicenne ha fatto riaprire la scuola

da AVVENIRE
8 ottobre 2019
Isole.

Così a Ventotene una dodicenne

ha fatto riaprire la scuola

Igor Traboni
Una coop sociale ha vinto un appalto per gestire i servizi a favore di anziani e minori. E sono arrivate due mamme con quattro bimbi. Il sindaco: ancora in troppi se ne vanno
Da qualche mattina il traffico sulle stradine di Ventotene è aumentato, soprattutto quello pedonale, per via dei 16 bambini che, dalle materne alle medie passando per le elementari, percorrono poche centinaia di metri (le distanze su questo scoglio sono ovviamente rapportate ad una superficie che non raggiunge i 2 chilometri quadrati, con una popolazione che in inverno è di neppure 300 abitanti) e raggiungono l’edificio a due piani che ospita la scuola della più piccola delle isole dell’arcipelago laziale. In realtà, l’alunna delle medie è una sola, ma è proprio grazie a lei, Marta, alla sana testardaggine del sindaco Gerardo Santomauro e al lavoro della onlus Utopia 2000, che la scuola ha riaperto i battenti dopo un anno, e ora accoglie anche i due insegnanti che seguono l’unica iscritta.
Tenere aperta la scuola significa dare un futuro a questa isola di pescatori, perché altrimenti i ragazzi vanno a studiare fuori già da piccolini e i genitori si trasferiscono sulla terraferma, spopolando ancor di più Ventotene. Ma negli ultimi tempi – come Avvenire ha iniziato a documentare dal settembre 2017 – ogni anno è una sorta di terno al lotto, tra promesse disattese (soprattutto da parte della Regione Lazio) e tentativi caduti nel vuoto per le resistenze di una parte di residenti, come quello di accogliere alcuni nuclei di immigrati con bambini in età scolare (altra proposta dell’amministrazione comunale che questo giornale ha seguito fin dal nascere).
Adesso, invece, per quello che il sindaco Santomauro definisce «un altro miracolo», ecco che sull’isola è arrivata la cooperativa sociale ‘Utopia 2000’, che ha vinto una gara d’appalto per gestire la casa alloggio per anziani, in coabitazione – è proprio il caso di dirlo – con una casa famiglia per donne in difficoltà e con bambini. «Al primo piano dello stabile – racconta Massimiliano Porcelli, presidente di Utopia 2000 – ci sono 8 anziani, altrimenti destinati a vivere da soli. Al piano superiore 2 mamme italiane con 4 bambini, ma potremmo ospitare anche un terzo nucleo. Hanno un giardino e altri spazi di condivisione in comune, mamme e bambini fanno compagnia agli anziani, i piccoli aiutano gli anziani e questi ultimi insegnano loro tante cose, in una cornice di bellissimi episodi di vita quotidiana, insieme a nove operatori che, per inciso, corrispondono anche ad altrettanti posti di lavoro salvati».
E da questo stabile adesso ogni giorno escono tre bambini per la scuola elementare e, per l’appunto, la dodicenne unica alunna della media. «È vero, non ha compagni di classe – sottolinea il sindaco Santomauro – ma a casa l’aspetta la sua famiglia e quella nuova fatta di tanti nonni. Peraltro, questi nuovi nuclei si sono perfettamente integrati sull’isola e anche per questo non ho rinunciato all’idea di far venire anche delle famiglie di immigrati. Ma il futuro continua a preoccuparmi, anche per via di tante promesse disattese. Ora sono una ventina i ragazzi che vanno sulla terraferma per studiare e poi difficilmente tornano. Una scuola superiore, invece, li farebbe restare qui e forse ne farebbe venire anche altri».

 

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