È iniziato proprio bene il 2015!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

È iniziato proprio bene il 2015!

Dopo la solita sbornia natalizia (ogni anno più o meno è così!), nei suoi riti solenni, nei canti sdolcinati e profani, nelle prolungate e noiose festività religiose, nelle omelie ripetitive e scontate sulla bontà, sulla generosità ecc., dopo aver brindato, la notte dell’ultimo, augurandoci tanta felicità per l’anno nuovo, e dopo aver consacrato il primo al Signore della pace, ecco che… di colpo due fatti (dopo l’incendio sulla nave Norman Atlantic nei giorni successivi al Natale) hanno riempito le pagine dei giornali nostrani: la morte di Pino Daniele e la strage di Parigi.
E, cambiando registro in modo repentino, come sanno fare bene i mass media italiani, si è passati da grandi emozioni di folla per onorare un grande artista a esprimere una solidarietà enfatica e delirante alle vittime dell’attentato contro il periodico satirico francese, Charlie Hebdo.
I due fatti mi hanno fatto riflettere, senza lasciarmi travolgere da emozioni scomposte. Discernere è un dono dello Spirito per i credenti, e un segno di intelligenza per tutti.
Partirei da una elementare constatazione: il Natale non compie miracoli, e talora illude. Carica le migliori emozioni, e ci butta poi, repentinamente, nella tragica realtà esistenziale. Sembra che il Natale ci faccia dimenticare le lucide parole di Cristo: “I figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce”. Il Figlio di Dio, dunque, non si è incarnato per illuderci, ma per aprirci gli occhi. Ma succede che proprio noi credenti ci lasciamo sopraffare proprio dalle forze del male e dai suoi artefici, che non dormono mai. Neppure la morte dorme. Arriva meno te l’aspetti.
Mentre noi, credenti o non credenti, eravamo impegnati nei giorni scorsi a preparare e a celebrare il Natale, e a festeggiare l’ultimo dell’anno, altri, ben più “scaltri” di noi, preparavano attentati. Pensate! Noi drogati da emozioni sentimentali, e i figli delle tenebre, lucidi e pronti a scatenare la violenza.
Il Natale: è forse servito, almeno una volta, a risvegliare le coscienze? Neppure quella prima volta, quando Gesù è nato, se è vero che, subito dopo, già un erode lo voleva uccidere. Lasciamo da parte la questione esegetica se la strage degli innocenti sia un evento storico oppure no, sta di fatto che, anche simbolicamente inteso, quel delitto sta a indicarci che il Natale, invece che risvegliare le energie migliori, sembra scatenare le forze del male.
Qual è la cosa grottesca? Che ci lasciamo sempre “sorprendere” dal male, come se la storia non ci insegnasse nulla. Già il fatto che ci scandalizziamo, che urliamo, che protestiamo quando capita una tragedia, è significativo del nostro farci sorprendere, il che significa: o siamo ingenui o siamo ipocriti. Forse, più che ingenui, siamo ipocriti!
Che siamo ipocriti, lo si vede da come reagiamo al male: con manifestazioni collettive che rasentano il delirio. Attenzione: il male non viene distinto nettamente dal bene, come vorrebbero farci credere, ma il campo del male viene diviso con una linea di demarcazione:  quelli di qua e quelli di là, ma sempre nel campo del male. Basterebbe notare l’atteggiamento dei xenofobi (vedi i leghisti o i fascisti) che rispondono al male con l’odio.
 
E la gente non riesce a cogliere l’inganno. L’inganno che, del resto, è antico quanto il  mondo,  e che la religione se l’è fatto proprio. Non solo. La religione talora ha fatto del bene un male, e viceversa; e lo ha giustificato dipingendoci un dio falso. Non è per questo che le reazioni più scomposte al maligno sono tra coloro che si professano religiosi, poco importa poi se nella loro vita sono tutt’altro che religiosi?
Il male si annida nel cuore di ciascuno, anche in coloro che fanno, così dicono, il mestiere di denunciare il male. Si onorano di essere satirici, ma dimenticano che anche loro tirano una riga, tra il male di qua e il male di là. Certo, loro sanno tirare con arte queste righe, offendendo talora la sensibilità religiosa o stimolandone l’odio, mentre gli altri reagiscono con le pallottole.
Che differenza c’è, alla fonte? 
10 gennaio 2015
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

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