Criminali che succhiano il sangue di una democrazia morente

Criminali che succhiano il sangue

di una democrazia morente

di don Giorgio De Capitani
Oramai non ci sono più parole per descrivere, e tantomeno per tentare di capire il parossismo patologico – ancor peggiore di un intreccio amoroso giunto ad una agonia implacabilmente soggetta ad un osceno accanimento terapeutico – di un connubio politico che da mesi e mesi tiene al cappio una nazione, di dannati (milioni di italiani) e di giusti (in realtà ancora pochi), che si dibatte tra orgasmi di piaceri (alla vista di poveri cristi lasciati morire nel momento pasquale, ovvero di passaggio dalla morte alla vita, nella indifferenza generale) e quel sacrosanto risentimento di ribellione che, nonostante tutto, sa scuotere ancora le anime nobili, suscitando un risveglio di coscienza umanitaria.
Forse ho dimenticato qualcosa o, meglio, non sono riuscito a descrivere la sbornia di un populismo senza freni, in continua ebollizione, quel vuoto tragico di coscienze universali, ridotte a brandelli di umanità.
Forse non riuscirò mai a capire l’irrazionale natura dell’essere umano: irrazionale, perché la natura dell’essere umano, di per sé razionale, è vittima di una manipolazione devastatrice, ad opera di un ego irrefrenabile e diabolico.
Provate a mettere tutti insieme i romanzi scritti finora, che hanno tentato di analizzare il peggio dell’animo umano, in tutte le sue paranoiche possibilità di deviazioni mentali e passionali fino a corrompere anche fisicamente ogni rapporto sociale, non credo che riuscireste a farvi anche solo un’idea di quanto oggi l’essere umano si sia ridotto ad una tale bestialità da battere i periodi più barbari e inquisitori ali del passato più buio della storia.
Oggi imperversa una ideologia di morte, su tutti i fronti, nel campo socio-politico ed ecclesiale: una distorsione di fede idolatrica a tal punto da ammanettare ogni soffio divino, e una perversione politica a tal punto da svuotare il futuro di ogni speranza.
Assistiamo oggi alla più grave dittatura della storia, proprio perché si pensava di aver toccato il cielo di un progresso quasi infinito.
Siamo in balìa di bastardi, sostenuti selvaggiamente da un popolo di scervellati, rosi nella coscienza e crivellati in quel fondo dell’anima, dove gemiti inenarrabili sono messi a tacere, quasi pietrificati, da una massa di istinti imbestialiti.
La Chiesa tace, e lo Stato è nelle mani di criminali che si divertono ad assistere allo spettacolo di burattini che pisciano e cagano su ogni rispetto umano.
Finirà questo gioco osceno da parte di criminali che sembrano mai sazi di succhiare il sangue di una democrazia morente?
Io non ho più parole, ma ho ancora la capacità di gridare tutta la mia rabbia, ed è tanta, tutta la mia ribellione, ed è tonante, e tutta mia maledizione, ed è senza pietà.
Bastardi maledetti, figli di cagne rognose, la pagherete: nessun dio potrà perdonare il vostro delitto!
Il mio dio non vi manderà all’inferno, ma, usando il suo potere di creare dal nulla le cose, userà anche il suo potere di riportare nel nulla i criminali.
Non tutti gli aborti meritano una tomba onorevole. Gli aborti, ovvero i barbari privi di ogni umanità, meritano di essere precipitati nel vortice del nulla eterno!
A presto, la resa dei conti!

 

4 Commenti

  1. Giorgio ha detto:

    Mia è la vendetta, dice il Signore. Noi salviamo il salvabile, resistiamo giorno dopo giorno, preghiamo poiché la preghiera muove energie in questo universo da Lui creato! Arrabbiarsi è inevitabile (anche Gesù ha usato la frusta contro i profanatori del Tempio) ma nel contempo non perdiamo di vista la prospettiva di un mondo dove vi sarà giustizia per tutti

  2. Giuseppe ha detto:

    L’amplesso indecente tra populisti e sovranisti, che si sta consumando sotto lo sguardo indulgente di gran parte del clero, sta distruggendo quel po’ che ancora era rimasto di decente e decoroso del nostro paese e della sua democrazia dopo il suicidio politico e sociale che aveva accompagnato il berlusconismo, che in gran parte ha dato origine a questo stato di cose. Stiamo tornando all’epoca più becera del protezionismo e del campanilsmo più meschino, ammesso e non concesso che ne fossimo mai usciti realmente. Temo che sarà molto complicato poter emergere nuovamente da questa situazione che come una pandemia è riuscita a contaminare parecchi di noi.

  3. Michel ha detto:

    La seguiamo in queste sue riflessioni, e la abbracciamo fortemente

  4. diogene ha detto:

    … il tuo sacrosanto e veemente sfogo mi ricorda:
    «Io sono voce di uno che grida nel deserto» (Gv 1,23)!

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