Quando il giornalismo è in perenne stato depressivo

EDITORIALE
di don Giorgio De Capitani

Quando il giornalismo è in perenne stato depressivo

Ogni giorno do un’occhiata a “il manifesto.online”, quotidiano comunista (così si auto-proclama), e talora, sono sincero, ho preso qualche articolo che ritenevo interessante da mettere sul mio sito. Ma da tempo noto da parte della redazione un atteggiamento che non condivido. Anzitutto (se non è vero, correggetemi), non ho visto un articolo sulla chiusura dell’Unità. Nessun segno di solidarietà. Nulla. Questo per me è una prova della ottusità mentale o, meglio, dei forti pregiudizi ideologici che caratterizzano il giornale, di cui non saprei definire l’identità, supposto che ce l’abbia. Comunista?
Anch’io sono di estrema sinistra, o meglio di una sinistra che non esiste nella realtà, proprio perché è utopica, e perciò non può identificarsi con alcun partito. Ma, è chiaro, quando voto, devo fare una scelta, e non posso continuamente vivere sulle nuvole ideologiche, fuori del tempo. La democrazia vive anche del minor male, altrimenti dovremmo trasferirci sulla luna. Ma forse è più facile vivere di idealità anticonformiste, sfruttando opportunisticamente ciò che, nonostante tutto, ci offre quella falsa democrazia che continuiamo a condannare. Sì, che lo vogliamo o no, ci nutriamo di quel sistema che ogni giorno rifiutiamo.
Non ero un montiano, per amor di Dio! Eppure quando Berlusconi è stato messo da parte e il governo è stato affidato ai tecnici, guidati da Mario Monti, inizialmente l’ho appoggiato. Non si poteva non farlo, dopo Berlusconi! Poi, anch’io sono diventato scettico. Le cose cambiarono. Venne il Governo Letta, su cui, sinceramente, non avevo mai posto un grande fiducia. Però bisognava sostenerlo, per il bene del Paese. Ed ecco il Governo Renzi, e ora lo appoggio. E pensare che non sono un renziano e che precedentemente avevo contestato anche duramente l’ex sindaco di Firenze.  
Cavoli, sono italiano, cittadino italiano, e non posso continuamente fare il bastian contrario. Sono realista. Amo il mio Paese così com’è, ma quanto vorrei che uscisse al più presto dalla crisi e che gli italiani riprendessero a rivivere dignitosamente!
Ma che cosa fare? Sparare sempre su Renzi, come fanno gli ipocriti intellettualoidi di MicroMega o quelli del Fatto Quotidiano o i catastrofisti come Giulietto Chiesa? Ma che cosa vogliono? Mi sembrano malati incurabili a cui piace (per ottenere qualche orgasmo) buttare accuse e veleno sul governo in carica. Diamine, che si fa?
Voi siete i veri disfattisti, e perciò criminali, che amano la distruzione del Paese.
E allora, ditemi che cosa volete? Chi volete che prenda in mano le sorti del paese? Fatelo voi, gente di merda. Certo, voi sareste in grado di mandare tutto a puttane! Forse, non siete capaci di farlo, dal momento che siete incapaci di vedere e di fare il bene, perché siete ottusi e ciechi.
Contestare si può, si deve, ma per il bene del Paese. Cavoli! La vostra contestazione non ha un fine se non quello di distruggere.
Calunniate, calunniate, qualcosa resterà! Certo, resteranno le ceneri, e anche allora vi divertirete nell’imporle come penitenza sulla testa dei teschi che rimarranno. A iniziare dal vostro. 
10 agosto 2014
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

3 Commenti

  1. Giulio ha detto:

    Quelli del manifesto non hanno solidarizzato con quelli dell’unità perchè sono ottusi ideologicamente, proprio così!
    Bè se è per questo Don Giorgio, anche quando ha chiuso un altro pezzo di storia della sinistra italiana, L’Avanti! nel 1993, quelli dell’Unità e del manifesto a loro volta non hanno mica solidarizzato con i colleghi socialisti. Tutta la sinistra italiana è ideologicamente ottusa Don Giorgio, i giornalisti o i capi redattori sono solo lo specchio dei politici a cui fanno riferimento.

  2. zorro ha detto:

    Caro don Giorgio e’ vero si deve governare ma e ‘il modo di come si governa che fa la differenza.Banale non direi non sempre si chiriscono i concetti generali con questo criterio.E’ anche vero che gli italiani sono un popolo un po’ distratto e poco avvezzo alla critica sviluppata dalla filosofia del materialismo dialettico.Se solo si riuscisse ad avere un fronte di progressismo nella società che alle elezioni prenda il51% si avrebbe un rinascimento si farebbe pulizia finalmente.Ma purtroppo rimane solo una utopia.Chissa’ perché basta ilsolo 1% di potenti finanzieri per governare tutto un popolo ormai affranto e disperato.Rimango esterefatto davanti alla pace sociale quando milioni di persone in italia tirano alla giornata? Spero solo che non scoppi il bubbone improvvisamente creando disordini e piaghe sociali sopra la gia’ fiorente miseria

  3. marco brenna ha detto:

    condivido in pieno le tue riflessioni, certo, cadono le braccia leggendo quell’aborto di legge emersa in prima lettura al senato sulla sua pseudo riforma. La preoccupazione per le decisioni di politica econonomica che tardano o sono insufficienti. Ma cosa dobbiamo fare? Seguire beppe-mao nella sua marcia verso la rovina collettiva. Armiamoci di santa pazienza e cerchiamo di operare bene nei nostri piccoli ambiti personali e sociali, mettendo un piccolo mattone per la costruzione di una società più giusta. buona domenica, don giorgio.

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