Cose cose cose…

Martini, ancora Martini, adesso ci hai stancato, cambia argomento, parlaci del nostro Paese che va alla deriva, parlaci dei problemi esistenziali: quelli inerenti al lavoro, alla salute, all’ambiente…

Me lo sto chiedendo anch’io fino a quando parlerò del cardinal Martini. Ma non ho intenzione di mollare così in fretta l’argomento. Per un semplice motivo: sono stanco di parlare del nostro Paese, visto che si stanno ripetendo le solite canzonette, le solite barzellette, le solite banalità, tra un comico strillone e politici indaffarati a fare e a disfare  alleanze di comodo, senza una via d’uscita. Non vediamo un’alternativa a questa politica di bassa lega. E allora, aggrappiamoci a qualche sogno, a qualche ideale, a qualche carisma. Almeno, vale la pena di inumidirci gli occhi pensando a ciò che abbiamo perso, pensando a ciò che di Martini è rimasto, ovvero la sua eredità spirituale.

Immersi fino al collo in una crisi che parla unicamente il linguaggio della economia, il linguaggio della materialità più asfissiante, come possiamo sentire il bisogno di abbeverarci a qualcosa di infinito? Cose, denaro, cose, lavoro, cose, vita terrena, cose, cose, cose… Non ne siamo nauseati? Diritti di qua, diritti di là, voglio questo, voglio quello…

Che vita è mai questa?

Quando muoiono certi personaggi di grande Umanità ci sembra di morire anche noi, con loro. Ma loro non sono morti, per questo dovremmo farli rivivere dentro di noi, e in questa società, che, più che di politici tecnici, tanto meno di politici mestieranti, ha bisogno di testimoni dell’Umanità, al di là delle nostre miserie di materialisti chiusi nel piccolo mondo borghese di banalità quotidiane. Il mondo ci sta stretto. Anche quello globale. Ci sta stretto, perché, nonostante tutto, dentro di noi c’è sete d’Infinito. Spegnilo fin che vuoi, ma l’Infinito  non si farà mai sorprendere. 

La morte di Carlo Maria Martini è stata provvidenziale, in questo momento. Ci ha scosso, dentro. Ha risvegliato in noi qualcosa dell’Infinito. Pura emozione momentanea? Il solito cancan mediatico che segue ad ogni perdita di tal genere? Questo vorrei che non capitasse. Sappiamo tutti quanto la banalità del male abbia sempre il sopravvento sulla essenzialità del bene. E allora, diamo fiato ai nostri Sogni. Crediamoci, lasciandoci prendere da quanti hanno sperso la loro vita per darcene una speranza.       

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