I barbari brianzoli e il panettiere dell’isola di Kos

panettiere

Che dire del panettiere dell’isola di Kos che ogni giorno sforna cento chili supplementari di pane per i profughi stremati del porto?
Come i brianzoli che si lamentano sempre, appena qualcuno toglie dalla loro bocca sempre affamata una briciola di pane, guadagnata, secondo loro, con tutto il sudore della fronte. Ed è vero che lavorano come bestie da soma, pur di racimolare anche solo una briciola di pane.
Non dubito che siano onesti, dubito che siano altruisti. O, meglio, dubito che il loro altruismo esca dalle quattro o sei o otto mura di casa. So che lavorano per i figli, per i nipoti, ma tutto in famiglia, senza neppure dare un’occhiata al vicino di casa, men che meno fosse un parente.
Immaginate un brianzolo che, appena vede un migrante, gli corre incontro per dargli il benvenuto offrendogli un pezzo di pane?
Certo, non tutti i brianzoli sono: “ognuno per sé e che il mondo crepi!”. Forse un po’ di bontà cristiana è rimasta, e probabilmente quel senso umanitario che non ha confini o razze o religioni. Ma i “civili” se ne stanno buoni, tra casa e chiesa. Al massimo, si sentono a disagio quando qualcuno del paese, toccato sul vivo, protesta oltre i modi civili per la presenza di profughi accanto alle loro abitazioni. 
Se volete avere una prova di quanto i brianzoli sragionino di fronte al problema della migrazione, leggete Merateonline, dove appaiono ogni giorno lettere, con la soddisfazione del Direttore, di mentecatti che, chi in un modo e chi nell’altro, manifestano la loro cattiveria umana, nonché la loro grettezza mentale, come se il loro piccolo mondo “borghese” (sì, borghese, nonostante le loro lamentele economiche!) fosse minacciato da “barbari”, senza accorgersi che la vera barbarie è dentro di loro.
Bella la risposta di Dario Colombo.
dario colombo
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da La Stampa

Il pane di Dioniso

di Massimo Gramellini
C’è un panettiere sull’isola di Kos che tutte le mattine sforna cento chili supplementari di pane per i profughi stremati del porto. La gratuità del suo gesto ha scaldato persino il presidente della commissione europea, non esattamente un campione di emotività, che ha eletto il benefattore greco a simbolo dell’accoglienza. In realtà Dyonisis Arvanitakis non è un simbolo ma una storia. Se ogni mattina regala un quintale di pane ai migranti affamati è perché è stato un migrante affamato anche lui. Lasciò il natio Peloponneso a quindici anni, inseguito dalla miseria, e dopo un viaggio avventuroso sbarcò in Australia senza sapere una parola di inglese. Patì la fame vera, conobbe l’umiliazione e la vergogna di chi legge negli occhi degli altri il fastidio, il disagio, talvolta il disprezzo per il suo stato. La fame divenne la sua ossessione, al punto che per essere sicuro di non soffrirne mai più si fece panettiere. Mise da parte un po’ di soldi e sposò una connazionale di Kos, dove adesso vive senza smettere di ricordare.
Solo i santi riescono a immedesimarsi nei problemi del mondo pur non avendoli conosciuti prima sulla propria pelle. Per noi comuni mortali ci vuole l’esperienza diretta. Subisci una truffa e crei un comitato di difesa dei cittadini. Hai un malato in famiglia e fondi un’associazione di volontari che si occupi di quella malattia. Ti è mancato il pane da ragazzo e lo regali a chi ne è sprovvisto adesso. Forse il dolore ci visita per renderci capaci di tramutarlo in sollievo per qualcun altro.

 

8 Commenti

  1. Fede ha detto:

    Io credo che il buon cuore c’entri molto poco.
    Cento Kg di pane costeranno al panettiere almeno 250 Euro. E dove va a prendere 7.000 Euro al mese per sfamare i profughi?
    Io penso che come per le varie cooperative nostrane, questi cento chili aggiuntivi siano un buon affare.
    Sbaglio?

  2. Giuseppe ha detto:

    Nonostante la realtà che vediamo tutti i giorni e quello che ci viene raccontato dai massmedia (che spesso non coincide), ci offrano uno spettacolo desolante della società, io sono convinto che esistano moltri altri “panettieri di Kos”, persone generose che si immergono nella sofferenza altrui e ne condividono lo stato d’animo, dandosi da fare umilmente per migliorare le cose. Solo che in questo nostro mondo assordante che urla quasi esclusivamente brutture, loro raramente fanno notizia.

  3. enniovico ha detto:

    Come sempre, gatta gratta, i disagi, le preoccupazioni, le speranze dell’uomo finiscono per investire il potere e la distribuzione della ricchezza, indi le modalità con cui il governo di un popolo viene esercitato; e tutto ciò si ripete con una sistematicità sconcertante. Ebbene,come non concludere nel dire che ognuno di noi ci mette del suo? Ci chiediamo perché non si cambi registro? No, tranne eccezioni, la stragrande maggioranza ritiene di non ravvedersi per poi biasimare tutti e tutto allorché si verificano eventi gravi o gravissimi peraltro sempre più violenti, furbeschi, incomprensibili! Chi sa darmi una motivazione accettabile mi dica: si tratta di una tara biologica che l’uomo si porta dentro,oppure: ignoranza, invidia, debolezza, istinto bestiale, non consapevolezza del vivere in comunità, insomma attitudine alla prevaricazione? Don Giorgio non mi dica: “tu contro ciò cosa fai?” perché non mi conosce e non può sapere!

    • zorro ha detto:

      Perfetta analisi il problema e’ il governo che attraverso le leggi e il rispetto delle medesime DEVE garantire un minimo vitale a tutti.Invece vediamo l’opposto il governo garantisce solo a pochi e non a tutti la sostenibilita’:colluso con lobby e anche malavita la storia italiana e’ piena va avanti.Se non si bandisce chi e’ preso con le mani nel sacco non ne verremo mai fuori

  4. zorro ha detto:

    Lode al panettiere ma lo schifo del mondo non deve ricadere sulla responsabilità del singolo(leggete Chomsky) dividendo tra chi ha qualcosina con duri sacrifici e chi ha perso tutto x sventure ,ma sui governi.Sono loro i veri artefici del dissesto e delle diseguaglianze sociali attraverso politiche mercantiliste e ladrocini appoggiati dai partiti.Sostengo sempre la tesi per cui chi viene preso a rubare ed e’ pubblico ufficiale o politico o mafioso DEVE essere bandito dal suolo ITALIANO.Fino a quando gli onesti non si daranno questo primario obbiettivo politico purtroppo vedremo ancora miseria da una parte e opulenza dall’ altra fino a quando lentamente ma inesorabilmente si arrivera’ alla violenza gratuita.Abbiamo visto in Italia a Roma tra le cooperative rosse nere azzurre cosa e’ successo.Abbiamo visto in vaticano con IOR cosa e’ successo.Si deve avere una distribuzione equa della ricchezza e poi un controllo sulle nascite a livello mondiale il pianeta non puo’ sopportare livelli di sviluppo e sostentamento per 7 miliardi di persone

  5. GIANNI ha detto:

    Penso che l’indifferenza sia un tratto distintivo ormai per molti, in questa nostra società, brianzoli o meno.
    E non solo basata su fastidio o repulsione verso gli immigrati, ma proprio in generale.
    Ognuno chiuso nel proprio hortus conclusus, nel proprio giardino recintato, senza interesse e connessione verso l’altro.
    L’importante, per molti, è che l’altro non ti dia problemi, non ti t infastidisca, e poi dell’altro non frega niente a nessuno.
    Lo vedo quotidianamente, nei discorsi, negli atteggiamenti.
    Non so se in Grecia le persone abbiano un generale atteggiamento diverso, ma penso di no.
    Quindi, questo greco è veramente un’eccezione che…conferma la regola!

  6. oreste ha detto:

    io sapevo che in Brianza c’è il maggior numero di associazioni di volontariato d’italia

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