Prima o poi la Storia condannerà questo ”farabutto”

 

Considerazioni di don Giorgio De Capitani
Davanti a certe sentenze dei Tribunali italiani mi viene spontaneo chiedermi: conta di più una parolaccia oppure mettere a rischio la vita altrui? Come mai ho subìto tre processi con relative condanne per alcune parolacce, e ci sono politici che se la cavano con l’assoluzione perché il fatto non sussiste, pur avendo compiuto azioni criminali?
Ed ecco l’altra domanda: i Giudici sono politici e si fanno condizionare dal potere politico?
Allora mi verrebbe voglia di dire: ”Cari cittadini, fate tutto quello che volete (rubate, ammazzate…), purché non diciate parolacce. E se dite una parolaccia a un politico avrete l’ergastolo!”.
E sapete una cosa? Ma avete rotto, proprio rotto, quando mi dite: “Don Giorgio, eviti di dire parolacce contro i politici!”.
So di sbagliare dicendo queste assurdità.
Forse la vera domanda è: esiste un’altra Giustizia, se non su questa terra, almeno nel regno di Dio?
La Bibbia non fa che parlare del “giusto” come di persona ”nobile”, che vive alla luce della Giustizia divina. Ed è proprio questo “giusto nobile” che sarà condannato su questa terra, mentre l’empio sarà “onorato” nelle corti imperiali o nei palazzi del potere o tra le gerarchie ecclesiastiche.
Che abisso tra la Giustizia divina e la giustizia terrena!
La Giustizia divina rende Nobile l’animo dell’essere umano, mentre la giustizia terrena abbruttisce ogni virtù, santificando ogni vizio, ogni perversione, ogni godimento carnale.
Non dovrei però prendermela per la giustizia terrena, se credo fermamente nella Giustizia divina.
La Bibbia chiama “giusti” i timorati di Dio. La società con i suoi tribunali chiama “innocenti” i peggiori delinquenti.
Tutto però è questione di tempi: la giustizia terrena agisce subito o quasi subito e non ti permette di pensare all’Eterno, sempre rimandato. La Giustizia divina ha i suoi tempi più lunghi e sembra impazientire le attese dei “giusti”, i timorati di Dio, che vorrebbero che almeno si stabilisse chiaramente ciò che giusto e ciò che non lo è.
Succede talora che si abbiano idee così confuse che la gente trovi comodo decidere a modo suo, facendo giustizia da sola secondo criteri del tutto soggettivi.
Sì, la Giustizia divina ha i suoi tempi talora troppo lunghi, ma che almeno mi si dica che io sono nel giusto e che qualcuno mi difenda e mi sorregga, soprattutto quando la giustizia terrena si diverte quasi a dare prova di quanto sia capace di abbattere i giusti di Dio, facendoli anche sentire in colpa.
La Chiesa poi nella sua perversione religiosa in quanto struttura bestiale ha contribuito a dare della Giustizia divina il suo volto peggiore: pensiamo ai tribunali dell’Inquisizione, e avrete una pallida idea di come si possa arrivare al fondo del regno diabolico.
La Storia non dimentica, e neppure perdona. Anche Dio non dimentica, ma se perdona è solo perché crede in Se stesso, nel suo potere di purificare un mondo, dove religione e stato fanno a gara a invertire l’Ordine del Creato. Stato e Chiesa si creano i loro giusti, mentre davanti a Dio i “giusti” sono di un altro pianeta, i cui abitanti vivono nella Libertà dello Spirito.
***
da La Repubblica
10 Aprile 2021

Migranti, caso Gregoretti:

“Non ci fu sequestro di persona”.

Pm di Catania chiede il non luogo a procedere

per Salvini

di Alessandra Ziniti
Per la Procura “il governo condivideva la linea politica dell’ex ministro dell’Interno”. Il leader della Lega è accusato per il ritardo dello sbarco di 131 migranti nel luglio del 2019 ad Augusta. La difesa: “Decisioni politiche insindacabili”
La decisione sulla sorte giudiziaria di Matteo Salvini arriverà il 14 maggio quando il capo dei gip di Catania Nunzio Sarpietro farà conoscere la sua decisione a conclusione dell’udienza preliminare che vede il leader della Lega accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio per il caso Gregoretti.
“Sono contento perché oggi la pubblica accusa ha detto che non c’è reato, che non c’è sequestro, che ho rispettato le leggi nazionali ed internazionali, che abbiamo salvato vite e svegliato l’Europa. Sentire questo mi ripaga di mesi e mesi di amarezze. Torno tranquillo dai miei figli e spero che il 14 maggio si chiuda qua”, il commento di Salvini a conclusione dell’udienza in cui tutto si è svolto secondo il copione previsto. Con l’accusa e la difesa (inedita accoppiata) a chiedere il non luogo a procedere e le parti civili a sollecitare invece il rinvio a giudizio.
Come previsto, infatti, la pubblica accusa ha ribadito la richiesta di non luogo a procedere per l’ex ministro dell’Interno accusato di sequestro di persona per aver trattenuto a bordo della nave della Guardia costiera i migranti soccorsi in mare sei giorni prima. “La sua condotta non costituisce reato”, ha detto il pubblico ministero Andrea Bonomo rassegnando le sue conclusioni al giudice dell’udienza preliminare Nunzio Sarpietro.
E non è certo una sorpresa visto che il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro per ben due volte, durante l’istruttoria, aveva chiesto l’archiviazione del caso ritenendo che l’operato dell’allora ministro dell’Interno rientrasse nelle sue prerogative politiche. Diversamente da quanto deciso poi dal tribunale dei ministri di Catania che, con una sua istruttoria, ha chiesto e ottenuto dal Parlamento l’autorizzazione a procedere per Salvini.
“Non si può parlare di sequestro di persona – ha aggiunto il pm oggi in aula dove Salvini e sempre presente – il governo condivideva la sua linea politica che era quella della ricollocazione dei migranti in via prioritaria. Non che sia giusto e condivisibile ma si può ritenere che Salvini abbia violato le convenzioni internazionali? Si può definire illegittima la sua scelta di assegnare tardivamente il porto di sbarco? A mio avviso no. Non dico che moralmente o politicamente la scelta sia stata giusta – la chiosa del pm Bonomo – ma non spetta a noi dirlo”.
Di diverso avviso, naturalmente, le parti civili che, alcune in rappresentanza dei migranti trattenuti a bordo, altre di alcune associazioni sollecitano invece al gip il rinvio a giudizio di Salvini. Si tratta di AccoglieRete, Legambiente ed Arci, rappresentate rispettivamente dagli avvocati Corrado Giuliano, Daniela Ciancimino e Antonio Feroleto, e una famiglia di migranti che era a bordo della Gregoretti, rappresentata dall’avvocato Massimo Ferrante. Per questa udienza i giornalisti sono stati ammessi in aula.
L’ultima parte della ‘discussione’ è stata riservata all’avvocato Giulia Bongiorno, che ha risollecitato il non luogo a procedere nei confronti del suo assistito. “Oggi abbiamo chiesto che prima di valutare i fatti come reato o non reato venga stabilito il principio della insindacabilità dell’operazione dei politici. C’era un preciso orientamento politico, quindi di avviare lo sbarco dopo la redistribuzione e le procedure di redistribuzione – ha detto Giulia Bongiorno – Sono scelte politiche che possono piacere o non piacere, ma sono insindacabili. E sono alla base della separazione dei poteri – ha aggiunto – credo che sia importante che ci sia la consapevolezza, anche da parte della politica, che se le scelte sono fatte nell’interesse nazionale ci si trova nell’ambito di quella discrezionalità politica che non può essere contestata in sede giudiziaria”.
Il prossimo 14 maggio il Gup Sarpietro leggerà, nell’aula bunker di Bicocca a Catania, la sua decisione . Due le strade percorribili: un decreto di rinvio a giudizio, con la fissazione della prima udienza dell’eventuale processo, o una sentenza di non luogo a procedere.

4 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Sembra di sentire Oscar Wilde: “C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé.” Salvini deve averlo fatto diventare il proprio motto. Il leghista secessionista diventato patriota pur di restare sulla cresta dell’onda continua a far parlare di se apparendo in continuazione sui notiziari tivù e continuando a discettare su tutto e tutti sebbene non richiesto.
    La giustizia italiana (non molto diversa da quella degli altri paesi) d’altra parte conferma che la massima “la legge è uguale per tutti” è solo una frase infelice che qualcuno si è inventato per dare credibilità ai riti processuali, che purtroppo, a volte non sono altro che delle messe in scena ridicole. Basta pensare a quelli che hanno visto come imputato quel vecchio farabutto di Berlusconi…

  2. diogene ha detto:

    non resta che confidare in Manzoni:
    “Verrà un giorno…
    Don Rodrigo era fin allora rimasto tra la rabbia e la maraviglia, attonito, non trovando parole; ma, quando sentì intonare una predizione, s’aggiunse alla rabbia un lontano e misterioso spavento. Afferrò rapidamente per aria quella mano minacciosa, e, alzando la voce, per troncar quella dell’infausto profeta, gridò: – escimi di tra’ piedi, villano temerario, poltrone incappucciato.”

  3. Sono un italiano all’estero e non ho parole abbastanza riprovevoli per esprimere i miei sentimenti riguardo a salvini e l’accozzaglia di chi lo sostiene.

  4. MaM ha detto:

    Voglio crederti don Giorgio, voglio credere che prima o poi la Storia condannerà questo “farabutto” e tutti quelli come lui.
    In Italia non esiste una giustizia terrena, oramai da parecchi anni sembra di vivere in un film paradossale.
    E la cosa imbarazzante é che nessuno lotta per riportarla e sembra che tu sia l’unico, pagandola, perché dai fastidio.
    Anche, seppur indirettamente, il sostegno per ciò che fai da parte mia c’è!
    Grazie don Giorgio.

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