La replica della giornalista alla mia replica

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La replica della giornalista alla mia replica

di don Giorgio De Capitani
Subito dopo aver pubblicato l’articoloAncora una volta ci sono cascatoho inviato per conoscenza, tramite e-mail, il link alla giornalista Grazia Maria Coletti, a cui avevo rilasciato l’intervista. Mi ha subito risposto (si è fatta viva finalmente!) dicendo che ha letto l’articolo, e ha giustificato la sua assenza (da sabato) perché ha avuto problemi, e che mi avrebbe senz’altro telefonato. Comunque, mi comunicava che la mia rettifica era stata pubblicata sul quotidiano IL TEMPO (come potevo saperlo, se non mi aveva mandato un avviso e la prova con una fotocopia?), senza tuttavia specificare il giorno della pubblicazione. Sono riuscito, un po’ a caso, ad aprire il giornale online di martedì 9 settembre (già l’ho detto che il quotidiano cartaceo romano non lo si trova nelle nostre zone, neppure a Milano), e ho trovato la pagina dove è stata riportata la mia replica. Velocemente (si può sfogliare il giornale per pochi secondi) l’ho fotocopiata.
Meraviglia delle meraviglie, ecco che accanto trovo la replica della giornalista alla mia replica. Ancora una volta ha voluto dimostrare di voler arrampicarsi sui vetri. Certo, potevi anche dedurre ciò che volevi dalle mie parole, ma, cavoli!, come puoi mettere la tua deduzione tra virgolette! Questo è giornalismo deviato e deviante. Questo è semplicemente dolo!
Le virgolette sono come sacre, da rispettare nella virgola, devono unicamente riportare, nella loro purezza e nella loro integrità, le parole di chi le ha dette. Quando impariamo (tutti quanti!) a rispettare questa norma deontologica? Smettiamola di dire: Ma tu però la pensavi così, hai fatto intendere così e cosà, ecc. Bene, tu giornalista scrivi che per una serie di deduzioni io la pensavo in un certo modo o nell’altro. Il lettore valuterà se le tue deduzioni hanno un fondamento oppure no. Ma, cavoli!, non metterle tra virgolette. Tanto più che, alla fine dell’intervista affermo chiaramente: “Non dico che debbano marcire in India…”. Tutto il resto è frutto delle tue deduzioni, che per me non stanno né in terra né in cielo. Tu volevi farmi dire una cosa, e sei riuscita inventando un titolo “bastardo”. Questo è dolo! Da condannare!
Mi sono soffermato sul titolo, ma tutta l’intervista scritta è veramente sconnessa: talora le risposte sembrano chiedere altre domande. Una grande confusione penosa e irritante.
Tu sapevi che avevo ricevuto una lunga litania di improperi e di minacce, come perciò ti sei permessa di aggravare la mia situazione? Con questo, non volevo affatto, rilasciando l’intervista, rimangiarmi nulla di quanto avevo scritto sui marò. Riconfermo ancora oggi le mie idee. Anzi, sto notando che la gente che mi dà ragione è uscita allo scoperto e che sta letteralmente soppiantando i giudizi negativi della masnada dei fanatici militaristi.
 
 

4 Commenti

  1. antonio faccenda ha detto:

    Caro don Giorgio questo è quello che accade tutti i giorni ai ragazzi del M5S che tu stesso hai attaccato, quindi ti fa rabbia quando ti scrivono cose che tu non hai mai detto o il contrario di quello che fai? Sarei molto felice di una tua risposta

  2. giovanni non padano ha detto:

    E’ incredibile come questa pennivendola sia riuscita a scrivere così tante inesattezze in un centinaio di parole.

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