Uccidiamo il Mostro!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Uccidiamo il Mostro!

Un titolo può dire tutto, far pensare a tutto, e può anche dire quasi nulla, come un banale slogan propagandistico.
Un titolo dice tutto se, dietro le parole, scopriamo il loro senso più reale, che non è di per sé quello letterale: se lo fosse, quello letterale, tutto verrebbe ad un ammasso di carnalità destinata alla morte o anche al macello.
Non ci uccide un uomo morto o che è in agonia.
Le parole “mostro” e “morte” vanno, dunque, oltre qualcosa di fisico.
Anni fa, ero stato frainteso quando auguravo la morte a Silvio Berlusconi. Oggi sarei ancora frainteso, se dicessi di uccidere Matteo Salvini.
L’ambito fisico di un personaggio, anche il più lurido come lo era Silvio Berlusconi, e il più barbaro com’è Matteo Salvini, non interessa la mia lotta, anche feroce, contro ogni luridezza e contro ogni barbarie.
Anche i personaggi storici sono poveri vasi di coccio, destinati a frantumarsi in mille pezzi.
Ciò che vorrei combattere e distruggere è il contenuto dei vasi di coccio, e ciò che essi contengono non appartiene di per sé al vaso di coccio, non è cioè qualcosa di quel Maligno che è di proprietà neppure dei giganti dai piedi di argilla.
Distinguiamo, dunque, il vaso di coccio dal suo contenuto.
Il vaso di coccio si rompe da solo, con il passare del tempo che con i suoi pesanti piedi frantuma anche le montagne. Ma con il frantumarsi del vaso di coccio non si frantuma di per sé il suo contenuto.
Anni fa non intendevo rompere il vaso di coccio, ovvero Silvio Berlusconi, come oggi non intendo frantumare Matteo Salvini, vaso di coccio.
Ciò che è nostro dovere, indefesso impegno di cittadini onesti, amanti dei valori umani e civili, è uccidere il Mostro che è dentro il vaso di coccio, Berlusconi o Salvini non importa.
Il Mostro, rotto un vaso di coccio, occupa un altro vaso di coccio, e così via. Ci sarà sempre un tizio o un caio, pronti a farsi occupare dal Mostro.
Dunque, dobbiamo uccidere quel Mostro o quel Male che si riveste di ogni fattezza umana, nelle sue più bestiali incarnazioni, e anche di quelle fattezze religiose che illudono quella parte di Chiesa che predica amore a tutto spiano e poi convive con il Maligno.
Uccidiamo il Mostro, e lasciamo che i cocci dei vari Berlusconi o Salvini servano come strada verso la nuova Democrazia. Più cammineremo su questa strada fatta di cocci, più frantumeremo questi cocci, polverizzandoli, pensando a tutti quei vasi di coccio, che hanno creduto di fare la storia.
La Storia di Dio ha le sue sorprese e sorprenderà lo stesso Mostro, che verrà sconfitto dai tanti Davide, a cui basterà una fionda e un sasso per colpirlo in fronte.
12 gennaio 2019
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