Omelie 2020 di don Giorgio: PASQUA DI RISURREZIONE

12 aprile 2020: PASQUA DI RISURREZIONE
At 1,1-1-8a; 1Cor 15,3-10a; Gv 20,11-18
Kerigma
Potrei parlare del Mistero pasquale in genere. Un serio problema sarebbe da che parte iniziare. Comunque una cosa andrebbe detta chiaramente: il Mistero pasquale è il cuore del Vangelo, ovvero della Buona Novella, intesa anche come messaggio o kerigma. La parola “kerigma” è collegata agli emissari o messaggeri reali – i “kerix” -, uomini che percorrevano i regni proclamando le notizie collegate alla vita di palazzo.
Quindi, possiamo dire che il kerigma è il primo messaggio, il nucleo essenziale della Buona Novella, che nei primi tempi della Chiesa consisteva in tre parole: passione, morte e risurrezione di Cristo. I primi missionari, ovvero gli apostoli e i discepoli del Cristo risorto, andavano in giro a proclamare come primo annuncio: Cristo ha patito, è morto ed è risorto, senza separare tra loro i tre aspetti (passione, morte e risurrezione), ma vedendoli in un unico Mistero, il Mistero pasquale, che è quello dello Spirito che nasce nell’Amore tra il Padre e il Figlio.
Le apparizioni del Cristo della fede
Parlando di Spirito santo entrano in scena i racconti evangelici che narrano le apparizioni di Gesù risorto alle donne e agli apostoli. Di che si tratta in realtà? Sono racconti quasi caotici (ogni vangelo ne parla a modo suo) che rivelano quanto gli stessi evangelisti fossero in grande difficoltà nel raccontare del Cristo risorto. Credo che gli studiosi avranno ancora molto da fare per dirci qualcosa di veramente nuovo che ci aiuti a cogliere il senso profondo, direi mistico, di tali apparizioni.
Cristo, apparendo dopo la risurrezione nei quaranta giorni che la separa dalla ascensione, assume apparenze fisiche diverse, così riferiscono gli evangelisti forse un po’ confusi e disorientati. Dunque, come interpretare tali apparizioni?
Il verbo “vedere”
È necessario partire da un verbo che è presente nei racconti, ed è “vedere”. In questo verbo possiamo trovare il segreto, se vogliamo cogliere il senso profondo dei racconti evangelici. Già nel brano di questa Messa si dice che Maria di Magdala «vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù», poi, scrive sempre Giovanni, la Maddalena «si voltò indietro e vide Gesù, in piedi, ma non sapeva che fosse Gesù», infine la donna «andò ad annunciare ai discepoli: “Ho visto il Signore”».
Succederà ai due discepoli di Emmaus; dopo il viaggio verso casa, insieme allo strano pellegrino, mentre sono a casa, durante la cena, Gesù spezza il pane, e allora, scrive Luca, «si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”.
Sempre Giovanni, parlando dell’apostolo Tommaso, scrive: «Non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”».
Che significa allora “vedere”? Si è trattato veramente di un vedere con gli occhi fisici, oppure con gli occhi della fede? Non è facile rispondere, abituati come siamo a far dipendere anche il mondo del Divino dagli occhi carnali.
E, tornando all’episodio di Tommaso, troviamo la risposta nelle parole di Gesù che dice all’apostolo incredulo: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto».
Che significa “non hanno visto”? Appunto, non hanno visto con gli occhi fisici, carnali, ma beati sono coloro che vedono con gli occhi della fede.
Solo gli occhi mistici sanno vedere il Cristo, al di là della sua storicità o della sua incarnazione, aspetto che è morto sulla croce. Il Cristo risorto è il Cristo della fede mistica, il che significa in poche parole: se i nostri occhi fisici sanno vedere solo il Cristo storico (ha fatto questo, ha detto quello, ecc.), solo gli occhi della fede mistica sanno vedere il Cristo risorto, ovvero il suo Spirito, che è lo Spirito santo. Il Cristo risorto è il Cristo dello Spirito, e se è Spirito come si può vederlo con gli occhi carnali?
Ancora oggi la Chiesa si sofferma sul Cristo storico, come se la risurrezione lo avesse trasfigurato, ma in che senso? Gesù stesso aveva detto ai suoi discepoli: “È bene per voi che me ne vada (fisicamente), altrimenti non avrete modo di avere con voi lo Spirito, quello Spirito che vi consegnerò sulla croce”.
Il Risorto e le donne
E qui vorrei soffermarmi, almeno oggi, giorno di Pasqua, sulla presenza delle donne nei racconti della vita di Gesù, soprattutto durante la passione e la risurrezione di Cristo.
L’evangelista Luca fa notare che al seguito di Gesù, durante il suo ministero pubblico, c’era anche un gruppetto di donne, tra cui Maria di Magdala. Nessuno o ben pochi lo dicono.
A parte Maria e Elisabetta, troviamo nei vangeli alcune figure caratteristiche di donne: la samaritana, l’emorroissa, la donna colpita dall’artrosi, l’adultera, la cananea, la vedova di Nain, Marta e Maria, sorelle di Lazzaro, per non parlare poi della Maddalena, ecc. Ma è soprattutto sotto la croce che Marco annota: “Vi erano là alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Magdala, ecc.”. Notate: “osservavano da lontano”. Osservavano! Sono loro che poi testimonieranno quanto era successo, i maschi erano tutti scappati tranne Giovanni.
Testimoni, eppure la donna a quei tempi non era ritenuta credibile, per cui non poteva ad esempio fare da testimone nei tribunali. Ma la cosa più sensazionale è questa: Gesù appare per primo non a sua madre, ma alla Maddalena, che così diventa la prima testimone della risurrezione di Cristo.
Su questa donna speciale, presente nei Vangeli, sempre accanto a Gesù, si sono dette troppe cose, anche sbagliate, e il motivo è molto semplice: nel vederla o giudicarla si sono sempre usati occhi carnali, non si è mai o quasi mai cercato di usare gli occhi mistici, e allora avremmo potuto scoprire cose meravigliose del cammino di una donna dal male al bene assoluto, da un amore carnale ad un amore mistico.
La Donna di Magdala e Gesù. Un amore mistico che li ha uniti in modo del tutto originale, e Gesù l’ha premiata dandole per prima l’annuncio della sua risurrezione. Forse sarebbe il caso di dire che è proprio alle Donne che Gesù dona questo annuncio ogni giorno: nella loro verginità mistica partorire il Nuovo.

1 Commento

  1. Luigi ha detto:

    Perchè il coronavirus colpisce più gli uomini che le donne? Perchè sono meno responsabili dello scempio sulla Natura? Perchè le donne vivono più a lungo degli uomini? Perchè già agli inizi della Chiesa c’era conflitto tra Pietro e la Maddalena? Sono tanti gli interrogativi che si possono porre. La Bibbia o la Scrittura, penso, non diano risposte. Aiutano a porre le domande nella ricerca della Domanda. Chi è il Risorto? E’ Gesù di Nazaret? E’ il suo Spirito? O entrambi? Lo si può risolvere con Cristo come, penso abbia fatto Paolo? O con la Parola o Verbo di Giovanni? Il termine Logos è molto più ampio. O il Sermo di Erasmo da Rotterdam? Per lui Verbum in greco aveva diversi significati: parola, orazione, discorso, ragione, misura, calcolo. Al culto o cultura non servono i rituali come alle religioni. Lo hanno capito le mistiche e i mistici. Per la Maria cattolico più che Vergine e Madre è Donna che le racchiude entrambe. Ho un debole per la Donna, prima carnale, adesso spirituale o mistico. Ho conosciuto donne bellissime sceme e stupide. Meno belle intelligenti. Perdonami un particolare don Giorgio su Maria (il nome di mia mamma). Maria Maddalena ha avuto bisogno di “vedere” il Risorto per credere. Maria no. Sotto la Croce era già risorto dentro di lei. Penso che da qui sia nata la Chiesa.

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