Misera Chiesa in misero Stato!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Misera Chiesa in misero Stato!

Se l’attuale mondo di politicanti fa paura per il suo schifoso populismo finito in uno stagno immobile e putrescente, la Chiesa se ne sta a guardare, immersa anch’essa in una noiosa e insopportabile superficialità cutanea, che copre una tale immensa e stupida supponenza da far credere che il Divino sia l’oggetto dei nostri più bavosi desideri di anime talmente invecchiate da essere oramai spente.
Da una parte, dunque, una misera società soffocata dalla sua stessa stupidità, nelle mani di s-cervellati populisti puzzolenti come cadaveri putrefatti, e, dall’altra, una religione (tra cui la chiesa cattolica) che adora il peggio del peggio di un idolo incrostato di ruggine, oppure di lucentezze rispolverate con il solito sistema delle menzogne.
La mia non vorrebbe essere una delirante esasperazione, ma solo una timida lettura della realtà, immaginata più che descritta: anche le parole si sono perse nello stagno.
Lo stesso linguaggio in voga è solo una somma di parole morte, anche se scagliate contro come sassi appuntiti.
Le parole, che di violenza hanno solo la durezza dello sterco rimasto troppo a lungo fuori del liquame, servono solo a dare l’idea di una lotta. Ma è una lotta solo apparente.
Oggi ci si nutre di mortalità reali, che sono come prolungate agonie dell’Eterno Banale. Scusate le maiuscole: non è un sacrilegio, ma solo dare una pallida idea di quanto sia durevole l’agonia dell’essere umano, finito nello stagno della… banalità, che si prolungherà come un castigo divino per tutto il tempo che durerà la stupidità.
Non ci spero più nel ravvedimento del mondo politico, e non ci spero più nel ravvedimento della religione.
Ma credo che ci sarà uno spiraglio di salvezza, solo quando scomparirà la politica populista e quando scomparirà l’idolatria religiosa.
Ma prima bisognerà soffrire, e bisognerà attendere che qualcuno, più di uno, abbia il coraggio di ribellarsi a questo misero mondo politico e a questa misera chiesa.
Il popolo dovrà prima purificarsi in un bagno di sangue.
Alla Chiesa non basterà qualche plateale mea culpa: dovrà crocifiggersi in ogni parte del corpo, fino alla sua consumazione totale.
Ma non parliamo, per favore, di martirio!
È una sacrosanta e dovuta punizione della Storia, la quale non perdona gli imbecilli e gli idolatri, i farabutti e i menzogneri, giudicandoli e condannandoli senza pietà.
12 maggio 2018
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

2 Commenti

  1. Saimon ha detto:

    Le spinte demagogiche e nazionaliste sono proprio il risultato di questo europeismo che ci ha impoverito tutti, materialmente e moralmente.

  2. Giuseppe ha detto:

    Che delusione! Penso con grande tristezza a mio padre e a quanti come lui ci hanno creduto davvero. Che sono stati antifascisti militanti in anni in cui era già pericoloso non avere la tessera del partito, sebbene ci sia ancora qualcuno che vorrebbe convincerci che si trattasse di una dittatura all’acqua di rose. Che hanno guardato con speranza alla nascita dell’europeismo, nella convinzione che avrebbe finalmente debellato le spinte demagogiche e nazionalistiche. Che si è lasciato coinvolgere dallo spirito di rinnovamento che ha accompagnato la ricostruzione di un paese profondamente ferito da una guerra disastrosa, partecipando attivamente alla nascita della repubblica, persuaso che fosse l’inizio di nuova era di libertà e di cooperazione.

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