Facciamo piena luce!

dal Blog di Marco Boschini

Facciamo piena luce!

10 giugno 2012

Fonte: Greenpeace.it
 

Secondo le previsioni dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), la più importante commissione di studio delle Nazioni Unite sul riscaldamento globale, se non si ridurranno presto le emissioni di gas serra la temperatura superficiale della Terra, entro la fine di questo secolo, crescerà tra gli 1,8 e i 4 gradi centigradi. Gli scienziati dell’IPCC ritengono, con una probabilità del 90%, che il riscaldamento climatico sia causato dalle attività antropiche.

Questo scenario sconcertante è anche e soprattutto la scena di un crimine: i cui colpevoli restano ancora nell’ombra. Un gruppo internazionale di scienziati presieduto dal Nobel Paul Crutzen sostiene che “i cambiamenti causati dall’uomo nella composizione dell’atmosfera e nella qualità dell’aria causano a livello globale 2 milioni di morti premature ogni anno”.

Enel, con le sue centrali a carbone, produce da sola in Italia oltre 26 milioni di tonnellate di CO2.

La CO2 è il gas maggiormente responsabile dell’effetto serra e del caos climatico che minaccia il nostro mondo.

E, per giunta, ha promesso di aumentare la produzione di elettricità da carbone. Per questo siamo sulle sue tracce.

I cambiamenti climatici toccano direttamente il nostro Paese. Le temperature medie dell’Italia si stanno alzando rapidamente. I 10 anni più caldi dal 1800 a oggi sono successivi al 1990; di questi, 6 su 10 sono successivi al 2000.

Le prove che abbiamo raccolto rivelano che gli eventi metereologici estremi si vanno intensificando sempre più. All’aumento medio delle temperature si associano ondate di calore (triplicate negli ultimi 50 anni) e di gelo, con un forte aumento delle giornate di precipitazioni molto intense associate a una generale diminuzione delle precipitazioni nell’arco dell’anno. Stime autorevoli dicono che i cambiamenti climatici, nel 2050, potrebbero costare all’Italia una riduzione del reddito nazionale pari a 20/30.000 milioni di euro.

È in questo scenario, fatto di desertificazioni, alluvioni, freddi eccezionali come quelli dello scorso febbraio, che s’inseriscono molte delle tragedie cui abbiamo assistito inermi negli ultimi mesi.

Sono i disastri che anche il Presidente Giorgio Napolitano ha definito “tributi molto dolorosi che paghiamo ai cambiamenti climatici”: le alluvioni delle Cinque Terre (25 ottobre 2011, 12 morti), di Genova (4 novembre 2011, 6 morti), di Messina (22 novembre 2011, 3 morti). E sono solo alcune delle molte calamità di cui siamo tutti testimoni. Una lunga scia di evidenze di un piano criminale contro il clima che sembra non volersi arrestare.

Per questo motivo dobbiamo agire ora e fermare ciò che può essere fermato: l’utilizzo di carbone per la produzione di energia elettrica nelle centrali Enel.

Unisciti anche tu all’indagine del R.I.C., il Reparto Investigazioni Climatiche di Greenpeace.

Rivelando a tutti la sporca verità, ci aiuterai a portare Enel al tavolo delle trattative per costringerla a cambiare i suoi piani industriali a favore di fonti di energia rinnovabile e pulita. Salviamo il clima.

Fermiamo Enel.

Per agire direttamente!

 

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5 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Le autorità continuano a chiamarle disgrazie imprevedibili e col senno di poi, versando lacrime ipocrite, addebitano i disastri ambientali a semplice fatalità. Il comodo alibi ha retto per decenni, traendo in inganno un popolo che continua a pagare un tributo enorme di sangue e di vite umane alla dabbenaggine e alla disonestà di un manipolo di opportunisti corrotti, che si fanno chiamare manager, imprenditori e amministratori della cosa pubblica. Eppure ormai il trucco è stato scoperto, e continuare a far finta di niente mentre questo bellissimo pianeta agonizza sotto i colpi sciagurati della superficialità e del menefreghismo, è quanto di più criminale possa mai aver fatto l’uomo.

  2. Roberto C. ha detto:

    Condivido sicuramente l’allarme sul clima ma non riesco più a sopportare queste sparate generaliste e qualunquiste contro i grandi sistemi, utili solo per generare confusione, disinformazione e illusioni. Mi piacerebbe invecee che si cominciasse ad affrontare il problema seriamente, ad iniziare da qualche rinuncia a livello individuale: innanzitutto smettiamola di consumare energia elettrica inutilmente (mentre scrivo, sono comodamente seduto in una sala d’attesa, rinfrescato da aria condizionata e illuminato da luce artificiale. Fuori fa fresco e c’è un bel sole) quindi ragioniamo su come produrre il residuo vitale e necessario.
    Proviamo poi ad affrontare il sistema economico-industriale-sociale in maniera più intelligente, per esempio sulla scia delle teorie di decrescita.

    Quanto all’articolo pubblicato, una breve ricerca in internet mi ha consentito di ricavare queste informazioni, che offrono un quadro sicuramente diverso rispetto a quello esposto da Greenpeace:

    Le centrali a carbone in Italia ad oggi sono 13 e non tutte sono dell’Enel (http://www.assocarboni.it/index.php/it/il-carbone/le-centrali-a-carbone-in-italia).

    Esistono progetti di miglioramento nel settore del carbone (cattura-sequestro della CO2).

    Il carbone copre comunque una piccola fetta della produzione termoelettrica italiana (tutta colpevole della produzione di CO2):
    Wikipedia riporta le statistiche di Terna, secondo cui la maggior parte delle centrali termoelettriche italiane sono alimentate a gas naturale (66,2% del totale termoelettrico nel 2010), carbone (17,2%) e derivati petroliferi (4,3%). Percentuali minori (circa il 2%) fanno riferimento a gas derivati (gas di acciaieria, di altoforno, di cokeria, di raffineria) e a un generico paniere di “altri combustibili” solidi (circa il 10,4%) in cui sono comprese diverse fonti combustibili “minori”, sia fossili che rinnovabili (biomassa, rifiuti, coke di petrolio, Orimulsion, bitume e altri).

    I colpevoli inquinatori e produttori di CO2 sono quindi vari, variegati e smisurati. Per combatterli: consumare meno, consumare meglio!

  3. Gianni ha detto:

    Grande tema non adeguatamente affrontato.
    Siamo solo, forse, agli inizi….
    qualcuno aveva mai sentito parlare di trombe d’aria a Venezia?
    Eppure leggendo le ultime news..segno che ci stiamo equitorializzando…

  4. Fausto ha detto:

    Viene bruciato carbone perche’ l’olio combustibile ed il gas si fanno sempre piu’ cari e si vuole mantenere basso, nei limiti del possibikle, il costo della energia.

    E’ la diretta conseguenza della rinuncia al nucleare che noi abbiamo fatto ed ora non possiamo lamentarci; lo abbiamo voluto noi e non l’ENEL la quale deve semplicemente fornire energia all’industria che la richiede!

    Inghilterra, Francia, Germania, Austria, Slovenia, Croazia ecc… che hanno centrali nucleari, hanno a disposizione energia ad un costo inferiore alla nostra e ci fanno una concorrenza spietata. Anche il Giappone che sull’onda emotiva dello tsunami aveva annunciato la chiusura di tutte le centrali nucleari ci sta ripensando perche’ non si puo’ permettere costi alti derivati da combustibili fossili.

    Sappiamo tutti che l’energia solare, eolica ecc… serve solo ad azionare il ventilatore di casa e non di piu’!
    Solo i ciechi non lo vedono.

    Proviamo a chiudere tutte le centrali a carbone dimezzando quelle a combustibile e togliamo l’energia elettrica alle case dalle 8 alle 17 per darla all’industria e poi vedremo quello che dicono quelle persone che combattono tutto ed il contrario di tutto!

  5. pierluigi ha detto:

    Purtroppo l’ENEL grazie alla corruzione politica presente dalla nascita dell’Ente medesimo ad oggi, ha una non politica industriale ed i Governi non hanno mai proferito parola, (ENEL ha sempre omaggiato tutti i partiti durante le campagne elettorali); oggi ci vengono ad offrire energie società scorporate dall’Enel medesima, con sconti del 10% (lo sconto è determinato dalla partita di giro dell’IVA) chi accetta il contratto ha in realtà uno sconto per due anni, quell’IVA che non si paga sulla bolletta ci arriva molto più salata con le penalizzazioni alla spesa pubblica di bilancio, meno sanità, pensioni bloccate ecc. ) forse occorre un vero Governo tecnico possibilmente con meno persone che tengono i piedi in troppe scarpe, che sappiano anche ascoltare chi lavora.

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