Insistere, resistere, lottare a oltranza…

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Insistere, resistere, lottare a oltranza…

Nella mostruosa giungla di ignavie colpevoli, di passività insopportabili, di vergognose incongruenze, per non parlare poi di quel mondo, più o meno latente, potenziale e reale, di criminali omissioni, che talora sono di ben più grave entità rispetto agli attentati sporadici alla giustizia e alla solidarietà umana, si perde di vista – anche da parte degli onesti per di più impotenti, anche in modo vigliacco, a reagire con orgoglio – quella luce che filtra anche contro il volere del più infame barbaro, sterminatore di nobili sentimenti umani.
Nemmeno ci si chiede: Che cosa sussurra la mia coscienza? Ne sento almeno qualche rigurgito di Umanità?
Di “dio”, nella sua grossolana immagine di idolo feroce, è rimasto quel qualcosa di strutturalmente religioso, adorato sì, ma da una tale blasfemia di culti folcloristici e anche orgiastici da togliere ogni pudore umano, da lasciare le masse in preda all’alcol stregante ogni pur minima “possibilità” di respirare nel profondo, ovvero nello spirito interiore.
Eppure, non sembra che le masse disobbediscano alle direttive dei capi religiosi. E accanto loro, ai capi religiosi, ecco altri figuranti non meno imperanti, ma spudoratamente procaci nell’accarezzare, quasi amanti oscenamente passionali, ogni desiderio della pancia più carnalmente vorace.
Non è del tutto strampalato parlare di una specie di relazioni amorose tra il populista dominato dal piacere di dominare “possedendo”, e la classe di minorenni (mentalmente parlando), facili prede di stupri istituzionali.
C’è qualcosa violentemente attraente nel populista dominatore e stupratore, e c’è qualcosa di fortemente problematico nel popolo, voluto e goduto dal populista affamato di consenso.
Il legame del tipo patologicamente amoroso tra stupratori e stuprati (non solo nel campo strettamente politico) è talmente stringente da esigere da parte della vittima (tal dei tali, in quanto essa gioca il ruolo di generare il suo carnefice, per essere poi stuprata dal suo patrigno) una tale violenta reazione da isolare gli onesti in quel luogo “non-luogo” (chiamato utopia!) che in realtà è solo un rifugio aleatorio , per lo meno, irriso dal carnefice per la sua inettitudine a produrre una vera efficace ribellione.
Mi sembra che, soprattutto in questo momento storico, ci sia una specie di beffarda irrisione, da parte di un mondo politico, fatto di spudorati giocolieri che si divertono a inculare un popolo di minorenni.
Stuprano, e sogghignano beffando soprattutto i più idioti, genufletti, pronti all’inculamento.
La ribellione degli onesti non basterà; anzi, saranno proprio costoro, nel loro ribellarsi, quell’occasione “provvidenziale” di vincere la noia dello spettacolo: in fondo, il popolo bue con il suo quotidiano scontato acconsentire finisce per irritare lo stesso populista/stupratore, che vuole sempre vivere di emozioni forti.
Sì, il populista vive di godurie, assistendo al martirio degli onesti, gli unici in fondo che sanno ancora catturare il vero “interesse” dei populisti senza tanti scrupoli.
Ma ciò non mi scoraggia, anzi mi spinge con più forza a rendere sempre amaro quel ghigno del potere, che prima o poi dovrà patire anche violentemente l’ostinazione degli onesti.
13 aprile 2019
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. bartolomeo palumbo ha detto:

    BOTTE DA ORBI SU QUESTA SOCIETA’DI RAMMOLLITI!!!! un saluto dall’estero a DON GIORGIO.

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