Un tornado ”provvidenziale”…

di don Giorgio De Capitani
Credo che non ci siano più parole per giudicare la dabbenaggine e l’imbarbarimento di una politica, la cui unica possibile via di fuga rimastale è quella di spararsi alla tempia.
Certo, sto parlando del mondo generico della politica, ma il passaggio al mondo di politici in carne ed ossa è inevitabile, per cui lascio agli spiriti liberi riflettere fino a che punto possano essere giudicate violente queste mie parole.
Credo che, in certi casi, quando cioè tutto appare irrecuperabile e tutto sembra mortalmente dannoso, non ci sia altra soluzione che sparire o far sparire la demenza e i suoi adepti.
Si creerà un vuoto non da poco, un abissale sradicamento di una parte notevole del mondo. Ma ciò sarà per il bene di sopravvivenza di quell’Umanità che ancora non puzza di marciume.
Ma vorrei evitare di cadere in un catastrofismo che sappia solo di un generico irreale.
Pensiamo allora alla Nazione, o al Paese che chiamiamo Patria, anche per sentirci più in regola, quando invochiamo su di essa ogni pretesa di diritti che si allargano, abbracciando tutto quanto definiamo come “nostro”.
Sì, “nostro”, ovvero una somma di “individualità” che stanno male quando il proprio “io” viene a contratto con l’”io” dell’altro.
Dunque, una somma di “io” tra loro in perenne conflitto, e tutto questo il populismo chiama bene comune, patria, democrazia, libertà, giustizia, progresso, ecc.
L’individualità, che è la disgregazione dell’unità dell’essere, non è da confondere con la “singolarità”, che è la qualità peculiare dell’essere interiore.
Il mostro creato dal populismo è l’individualità porta all’idolatria, e ciò ha prodotto lo sfaldamento di ogni relazione umana e sociale.
È questo populismo che va condannato, e castrato nella testa dei farabutti che vorrebbero governare sulle macerie da loro stessi prodotte.
Che arrivi un tornado “provvidenziale” che spazzi via populismi e populisti, così da creare quel deserto che permetta poi la Rinascita.
Sì, un tornado che implacabilmente, ovvero senza alcuna pietà, ci liberi da ogni marciume e da ogni barbarica ideologia di pezzenti, la cui attuale presenza è resa possibile solo dall’assenza totale di ogni ragionevolezza di bene.
E che il popolo bue crepi con tutti i filistei!

 

6 Commenti

  1. Angelo ha detto:

    C’è voglia di cambiamento ( se porta vantaggi personali) e voglia di conservazione ( se c’è il rischio di perdere posizioni o vantaggi). Questa contraddizione convive all’interno delle persone.Dietro le opinioni conservatrici o tese al cambiamento c’è sempre come minimo comune denominatore il proprio abissale egoismo.Solo egoismo.

  2. Giuseppe ha detto:

    Secondo la Bibbia, il Padreterno c’ha già provato col diluvio universale, ma senza grossi risultati…

  3. Elia ha detto:

    Non giudichiamo le persone dalle apparenze. Lasciamoli lavorare e solo fra qualche mese potremo vedere se hanno fatto qualcosa di buono o se hanno fallito.
    C’è una canzone che recita: Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
    Chissà!

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