S. Maria Hoè: dal 23 proclamate 8 ore di sciopero alla Candy, ‘rottura’ coi sindacati

 

da Merateonline

S. Maria Hoè:
dal 23 proclamate 8 ore di sciopero alla Candy,
'rottura' coi sindacati

Santa Maria Hoè

La risposta dell'azienda alle proposte presentate dal coordinamento sindacale del Gruppo Candy per promuovere un incremento della produzione e un supporto economico ai lavoratori in cassa integrazione è stata negativa, e per la settimana dal 23 al 27 luglio è stato proclamato uno sciopero di 8 ore presso gli stabilimenti di Brugherio e Santa Maria Hoè. Il "dissidio" tra rappresentanze sindacali e azienda è nato in occasione dell'incontro promosso presso la sede dell'Associazione Industriali di Monza e Brianza nella mattinata di venerdì 13 luglio, dove ad essere discussi sono stati la gestione della cassa integrazione ordinaria nei due stabilimenti e le possibili azioni a sostegno della produzione e dell'occupazione. "A fronte della richiesta di ulteriori 3 settimane di cassa tra luglio e settembre abbiamo chiesto all'azienda di farsi carico del disagio dei dipendenti con alcuni provvedimenti, tra cui un'integrazione salariale durante i periodi di cassa" ha spiegato Luigi Panzeri Fiom Cgil. "Le risposte sono state negative, salvo la disponibilità ad un anticipo sul Tfr. I lavoratori settimana prossima saranno comunque in cassa integrazione anche se non è stato raggiunto l'accordo, ma la settimana successiva a Brugherio saranno proclamate 8 ore di sciopero e a Santa Maria i circa 80 lavoratori rimasti, che lavorano con contratto di solidarietà part time, sciopereranno tutti in proporzione al loro orario di lavoro".

R.R.

4 Commenti

  1. Fausto ha detto:

    Caro Giuseppe,
    a me sembra che lei dica delle sciocchezze frammiste a delle verita’. La crisi esiste e sarebbe venuta con chiunque al governo. Sono i grandi speculatori che cosi’ vogliono. In Francia chiude uno stabilimento Peugeot e la Fiat ne chiudera’ uno fra un paio d’anni, piaccia o no.
    Chi produce fugge dove il costo del lavoro e’ piu’ basso e la Candy non fa eccezione. Come mai da molti anni la Nike, Adidas ecc… producono in Cina le scarpe che pagano 8 Euro al Paio e che poi rivendono in Italia a 100? Questa e’ la speculazione di cui parlavo.
    Si e’ mai chiesto il motivo per cui nessuno specula sul Giappone che ha un debito pubblico enorme (208,20% del PIL) mentre speculano sulla Spagna (68,20% del PIL)?

  2. Enzo Arosio ha detto:

    Il ritorno di berlusconi non l’hanno preparato i sindacati ma : 1°) Monti ; perchè la Borsa continua il suo trend pesantemente negativo ; 2°) Bersani ; perchè è veramente difficile trovare un ‘classico’ ( in senso psichiatrico ) primo della classe così ottuso e tremebondo ; 3° ) la sua ‘ criminalità ‘ dongiorgiana , sintesi shakespiriana di un ‘ cerebrum ‘ devastato da perversioni psichiche deliranti e paranoicali ( ma ben sfruttate !)

  3. Giuseppe ha detto:

    L’enorme crisi economica che stiamo vivendo è reale e diffusa un po’ dovunque, perché il modello di società che abbiamo costruito prevede una strettissima connessione e collaborazione tra la maggior parte degli stati della terra. Sappiamo bene che l’origine di questo collasso economico è facilmente individuabile con l’entrata in crisi dei diffusissimi “prestiti subprime” che per anni avevano consentito una crescita frenetica dell’economia americana, pur avendo un pericoloso limite nella quasi totale assenza di garanzie. In pratica si è trattato della realizzazione del detto “quando gli Usa starnutiscono il mondo prende il raffreddore” in voga nella seconda metà del secolo scorso. La situazione, logicamente, non poteva che peggiorare nel momento in cui è intervenuto il mondo della finanza con la sua vocazione speculativa, che pur di sottrarsi al disastro ha preso a giocare capricciosamente con la solidità e solvibilità dei governi e delle imprese quotate in borsa, incurante che potesse andarci di mezzo la gente comune e “l’economia concreta”.
    Nel quadro mondiale, però, alla crisi italiana ha dato una mano determinante l’ultimo decennio berlusconiano, in cui una pletora di figuranti inguardabili, pur di tenere bordone al ricco principale, non ha alzato un dito per affrontare la realtà limitandosi ad assistere al lento ma inarrestabile declino di un paese ormai alla deriva (e forse addirittura contribuendovi con una spintarella). Per questo motivo condivido l’affermazione di Bersani che definisce “agghiacciante” l’ennesima discesa in campo del promotore delle seratine eleganti e raffinate, decisa oltretutto nel momento in cui il prof. Monti con le sue dichiarazioni decretava la fine della “concertazione” tra le parti sociali, che pur tra mille difficoltà aveva contribuito a creare un minimo di stato sociale e a salvare l’economia verso la fine degli anni 90, e a cui il cavaliere del bunga-bunga aveva già uno scossone determinante. La situazione della Candy, simile a quella di molte altre aziende, è certamente figlia della crisi mondiale, ma ho come l’impressione che se negli anni passati al governo del nostro paese ci fosse stato qualcun altro, la situazione adesso non sarebbe così drammatica.

  4. Gianni ha detto:

    Purtroppo, un chiaro segno dei tempi di crisi che viviamo.

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