Delpini in visita a Rozzano, andrà a spiegare ai parrocchiani i motivi dell’assoluzione canonica di don Galli?

Delpini in visita a Rozzano,

andrà a spiegare ai parrocchiani

i motivi dell’assoluzione canonica di don Galli?

di Redazione Web RETE L’ABUSO
LETTERA A MONS. DELPINI IN OCCASIONE DELLA VISITA PASTORALE IN UNA PARROCCHIA NELLA QUALE HA COPERTO UN PRETE ACCUSATO DI PEDOFILIA
Rozzano (Mi) – Parrocchia S. Angelo, 17 gennaio 2021
Buonasera Monsignore,
è molto difficile per noi esprimere gratitudine per questa visita. La memoria ci porta all’incontro con Lei avvenuto nell’ottobre del 2012, in presenza di Don Alberto Rivolta. Allora esprimevamo il nostro sgomento per la decisione che avevate preso in Diocesi di spostare Don Mauro Galli ancora con i minori dopo la nostra denuncia di abuso sessuale. E nemmeno dopo quell’incontro Lei ha preso l’iniziativa di avviare l’Indagine Previa per accertare i fatti… l’indagine è stata avviata nel gennaio 2015, epoca successiva alla nostra denuncia alle autorità civili. Perché? Eppure quando è stato interrogato dalla Polizia ha dichiarato di essere stato subito avvisato dal Parroco di un presunto abuso sessuale, e si è precipitato in parrocchia addirittura la vigilia di Natale del 2011. Ricorda?
Da allora ha scelto di interrompere completamente qualsiasi rapporto con noi. Qual è il nostro “torto”? Essere la famiglia di un minore violentato da un prete? Papa Francesco proclama continuamente la vicinanza della Chiesa alle vittime di pedofilia: ma quale vicinanza? Un unico incontro. Un incontro a cui ha fatto seguito il nulla. Completamente dimenticati. Anzi no. In Tribunale abbiamo avvertito la vicinanza della Diocesi attraverso la difesa del prete, contro la vittima. Triste e dolorosa realtà. Siamo una famiglia scomoda per la Chiesa, probabilmente.
Anche questa parrocchia, la parrocchia che frequentiamo fin da quando eravamo bambini, ha scelto di non affrontare il tema della pedofilia (sebbene i casi di preti pedofili che “sono passati” in questa parrocchia siano almeno 4, e non osiamo pensare quante siano le vittime!), negli anni sempre la solita metodologia: spostare il prete altrove e far tacere tutto. Ma perché? Con il trasferimento di Don Alberto Rivolta a Rho (unico sacerdote che ci è stato sempre vicino) più nessuno ha avvicinato la nostra famiglia. Addirittura il nuovo parroco, Don Roberto Soffientini, ci ha detto che siamo gente che “sputa nel piatto in cui mangia” ancora prima di conoscerci. Questa è la vicinanza? Monsignore, forse non ha mai conosciuto una vittima. Forse non ha la minima idea di come si conviva con un disturbo post traumatico. Negli anni abbiamo conosciuto tante e tante altre vittime, in tutta Italia, attraverso l’Associazione Rete L’ABUSO… e il copione è sempre lo stesso. Non abbiamo trovato una sola vittima che sia stata accolta dalla Chiesa. Violentati e allontanati. Dovremmo esserLe grati? Non riusciamo, monsignore. Sarebbe bastato mantenere i rapporti con noi, avere il coraggio di chiedere scusa, agire per affrontare seriamente questo dramma (che è profondamente e radicalmente esteso, ma Lei lo sa ben meglio di noi), e aiutare il prete a prendere coscienza del reato commesso (oltre ad essere un grave peccato, la violenza sessuale è anche un reato in Italia… ma questo evidentemente non è contemplato anche nel diritto canonico visto il risultato del processo canonico in prima istanza).
E forse, monsignore, non ha idea di quanti preti ci abbiano contattato in questi anni per esprimere la loro vicinanza a noi e la negazione di qualsiasi sentimento di stima nei Suoi confronti. Ma non possono “esporsi”, già. Anche ex-preti ci hanno contattato: preti che hanno lasciato la Chiesa anche e soprattutto per come viene gestito il dramma della pedofilia.
E la gente? In questi giorni qui Le faranno festa, una grande accoglienza. Ma ci saranno anche tanti assenti, gente che Lei non vedrà mai, che in questi giorni andrà a Messa altrove proprio per non partecipare alle celebrazioni da Lei presiedute. In tanti ci stanno scrivendo. Lo scandalo non è il fatto che avvengano gli abusi sessuali (dramma devastante per chi li subisce), lo scandalo è la gestione di tali abusi da parte della Chiesa. E per noi questa è la realtà che stiamo vivendo. Si poteva scrivere un altro pezzo di storia. Sarebbe bastato riconoscere i propri errori ed affrontarli. La Chiesa di Milano ha fatto un’altra scelta. Questa lettera verrà resa pubblica: non ha alcun senso tacere o riconoscere un dialogo personale ove non c’è mai stato.
“La Verità vi farà liberi”, e non lo abbiamo detto noi…
I familiari della vittima di Don Mauro Galli, (condannato a 6 anni e 4 mesi in primo grado nel Tribunale di Milano, assolto in prima istanza dal Tribunale Ecclesiastico Regionale Lombardo)

5 Commenti

  1. Rossi Ornella ha detto:

    Mi sarebbe di grande aiuto capire a quale comandamento la chiesa fa credito per screditare ed assolvere il degrado di questi presunti sacerdoti… poi spreteno sacedrtoti per una imposizione del proprio vescovo…. A quale vera chiesa???? Credo fermamente in Dio… Ma a chi porta la veste ho fortissimi dubbi….. Un grande abbraccio alle vittime e famiglie e non mollate andate avanti con la giusta via perché purtroppo sono tantissime le persone che non hanno il coraggio di denunciare

  2. Simone ha detto:

    Non sono nessuno per giudicare ma spero che il travaglio di questa famiglia come quello di tante altre, trovi un senso.
    Nel coraggio, nell’amarezza ma anche nella profonda speranza di un cambiamento vedo i segni della beatitudine o santità.
    La colpa più grande é quella di non aver amato questa gente; e lo star lontano é già un’ammissione un sentirsi in colpa.
    Un cristiano deve amare ogni persona soprattutto quelle ferite.
    Mi aggiungo ai tanti messaggi ricevuti dalla famiglia (menomale) aggiungendo il mio abbraccio e ricordando che ‘il Signore é con voi’ vi sostiene, vi da la forza di vivere il giorno che verrà nonostante i pesi e le ingiustizie che sopportare. Guardate oltre preti maldestri e ingannatori…oltre c’e il Padre che vi ama; in Lui troverete ristoro.

    • Cristina ha detto:

      Grazie di cuore. Sono la mamma della vittima di don Galli. Sì, abbiamo incontrato tante belle persone lungo la via del nostro calvario, ma anche tante e tante persone che stanno vivendo la nostra stessa croce. Le vittime dei preti pedofili non hanno voce, e la maggior parte dei sacerdoti (non pedofili) non ha la minima idea di cosa significhi aver subito un abuso: psicologicamente, umanamente, cristianamente, fisicamente… il nulla. Così come sono stati quei 8 minuti e 59 secondi che l’Arcivescovo ci ha dedicato per consegnargli la Lettera che abbiamo scritto per la sua visita pastorale nella nostra parrocchia. Dolore che si aggiunge a dolore. Ma non delusione: ormai non ci aspettavamo più nulla. E il nulla è stato. Pastore delle anime? Sicuramente non delle vittime…

      • Don Giorgio ha detto:

        Le sono vicino, signora! Il vescovo di Milano, ne ho di prove!, è di uno spessore “umano” che fa spavento. È così in tutto, ma in certi casi dovrebbe fare uno forzo in più per essere solidale almeno con le vittime dei suoi “cari” preti pedofili. Lui protegge i preti pedofili, e bastona i preti dissidenti. È fatto così. Un povero vescovo di una diocesi che sta andando alla deriva totale.

      • Simone ha detto:

        Grazie a lei signora Cristina. Anche io posso solo provare ad immaginare la vostra sofferenza…solo immaginare non si può capire a pieno. Ho solo la certezza che le persone sofferenti e nel dolore sono nel cuore di Dio; più delle tante persone venerate da questo mondo.
        Sul vescovo non aggiungo niente; ho scritto una volta evidenziando tanti problemi e mi ha risposto di non essere troppo severo con lui e con i suoi preti…modo migliore per troncare un dialogo scomodo.
        Non gli scriverò più.
        Ma continuerò, per quanto sarò capace, ad amare umili e deboli: perché i diritti dei deboli non sono diritti deboli.

        Signora Cristina grazie per aver scritto; mi permetta un abbraccio a lei e alla sua famiglia. Grazie.
        Simone

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