Figli partoriti nel ventre di troie…

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Figli partoriti nel ventre di troie…

Mi fu detto che a regnare in e su questo mondo saranno i bastardi, ovvero figli partoriti nel ventre di troie da un sesso mercenario politicamente corretto.
Carne unita a carne ha riempito un mondo di frutti della carne.
La carne urla, perché affamata di nuova carne.
La carne è insaziabile: la sua profonda gola vuole di più, sempre di più: carne, e ancora carne.
Chiamatela “materia”, ma la scena orripilante non cambia o, meglio, tutto si accoppia oscenamente, ovvero “fuori” dalla rappresentazione di quel mondo che i saggi ritengono “normale”.
L’oscenità però si è fatta “popolare” in una società, in cui si sono pervertite anche le relazioni più umane.
L’io bastardo – ovvero, figlio di una troia insaziabile, diciamo di quell’ossessionate passione del peggio del peggio introdotto nell’essere umano dal dio più vendicativo – domina sul trono, dopo aver spodestato lo Spirito.
E la lotta tra la Carne e lo Spirito non si è ancora risolta sulla Croce, visto che quella maledetta Croce, spogliata del suo Messia, deposto in un sepolcro e risorto chissà dove, si è moltiplicata a dismisura in miliardi di crocifissi in ogni angolo della terra, e il terzo giorno è ancora lontano, sempre più lontano, essendo i giorni da contare secondo una quantità indeterminata di tempo, paurosamente allungabile su misura di una bastardaggine implacabilmente diabolica.
Il diavolo non è tanto una realtà definibile nel tempo storico, ma fa parte di ogni realtà storica, se per diavolo intendiamo il suo senso più strettamente etimologico: “ciò che divide”, o separa, o frantuma l’unitarietà dell’essere umano.
Il diavolo non è un mostro separato del “noi”, ma il “noi” che ci separa, frantumandoci in quanto esseri umani.
È l’Ego che ci perseguita: in realtà ci occupa fin dalla nascita, e man mano cresciamo ci trastulla come bambini spensierati che rincorrono una palla saltellante e irraggiungibile.
E, crescendo, ci allontaniamo dal nostro spirito interiore, e da quella Realtà, a cui, volere o no, siamo protesi dall’Eternità.
Questa scenografia è solo apparentemente ontologica ed esistenziale, è in realtà è “oscena”, ovvero “fuori dalla realtà”, se per realtà intendiamo il vero sub-strato dell’essere umano, originato da un Pensiero eterno tale da abbracciare un Bene assoluto.
E perché allora siamo in balìa di un Ego diabolico, che ci separa dal nostro essere “eterno”?
Chiedercelo è un dovere, ma la domanda si spegne nella drammatica condizione esistenziale di ogni essere umano, che sembra non avere una via d’uscita.
La religione non chiarisce e non aiuta a risolvere il dilemma. Anzi, sembra prendersi gioco di noi, proponendoci soluzioni menzognere e facendoci adorare idoli “osceni”.
Anche la società cosiddetta civile si diverte, proponendoci soluzioni solo “carnali”, con quell’arte anch’essa diabolica di farci ingoiare montagne di dura pietra.
Sto leggendo pagine stupende di Mistici medievali perdutamente innamorati dello Spirito di libertà, ed è forse per questo che, immerso in un mondo osceno e diabolico, mi sento sperduto, teso tra una bastardaggine carnalmente procace ed una incontenibile aspirazione verso qualcosa di infinitamente spirituale.
15 settembre 2018
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
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