È morto Adriano Ossicini, ex partigiano, parlamentare e ministro: salvò molti ebrei romani dalla deportazione

da la Repubblica
15 febbraio 2019

È morto Adriano Ossicini, ex partigiano,

parlamentare e ministro:

salvò molti ebrei romani dalla deportazione

Nato nel 1920, combatté in prima fila a Porta San Paolo e nei giorni del rastrellamento del Ghetto nascose molti fuggitivi in un reparto dell’ospedale Fatebenefratelli. Al Senato la camera ardente. Il presidente Mattarella: “Da lui un lungo e coraggioso impegno per la democrazia”
È morto stamattina all’alba Adriano Ossicini, per lunghi anni parlamentare della Sinistra Indipendente e vice presidente del Senato. Nato a Roma il 20 giugno 1920, Ossicini era uno psicologo e psichiatra e fu ministro per la Famiglia e la solidarietà sociale nel governo guidato da Lamberto Dini. Sarà allestita in Senato a partire dalle 16 di oggi, e fino alle 20 di sabato, la camera ardente.
Ossicini era ricoverato nel reparto Ortopedia dell’ospedale Fatebenefratelli, sull’isola Tiberina, per le conseguenze di una caduta. È lo stesso ospedale, in cui Ossicini entrò da giovanissimo come volontario, a ricordarne il coraggio durante l’occupazione nazista quando si attivò per proteggere e salvare decine di ebrei che si erano rifugiati nell’ospedale per sfuggire ai rastrellamenti nel Ghetto. Ossicini, all’epoca allievo del professor Giovanni Borromeo, il 16 ottobre 1943 accolse decine di scampati alla retata nazista in un reparto dell’ospedale. Il suo nome è associato anche all’invenzione di una finta malattia (“Morbo di K”, K come Kesselring e Kappler) che avrebbe salvato decine di perseguitati romani dalla deportazione nei campi di sterminio in quanto le Ss si tenevano alla larga da chi aveva come diagnosi quel male “contagiosissimo”. Ossicini ha raccontato delle cartelle falsificate e dell’impegno antifascista nell’ospedale in un libro e in diverse fortissime testimonianze. Fino all’ultimo, a chi veniva a trovarlo da ricoverato, ha ricordato quanto accaduto in quegli anni di resistenza che a lui costarono anche l’arresto e le torture. Dal carcere uscì solo grazie all’intercessione del Vaticano.
Figlio di Cesare Ossicini, tra i fondatori del Partito popolare, Adriano fu impegnato sin da giovane nell’ambito del cattolicesimo sociale, fu cofondatore del Movimento dei cattolici comunisti e fu tra i primi a imbracciare le armi contro i nazisti dopo l’8 settembre, partecipando alla battaglia di Porta San Paolo. Dopo la Liberazione, ebbe un ruolo di rappresentanza nei rapporti con Cln. Nel 1947, docente di psicologia alla Sapienza, collaborò con Giovanni Bollea all’apertura del Centro di psicopedagia di Roma, che fu il primo in Italia. Nel 1968 fu eletto in parlamento come indipendente nelle liste del Pci e fu rieletto in Senato per sei legislature.  Dopo l’esperienza da ministro della Famiglia nel governo Dini (1992-94), Ossicini aderì a Rinnovamento italiano, poi passò alla Margherita e quindi al Pd, nel 2001.
“Con Adriano Ossicini scompare l’ultimo dei grandi maestri che hanno costruito la professione di psicologo in Italia – ha detto Fulvio Giardina, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi -. Ha promosso il primo corso di laurea in psicologia alla Sapienza, dove ha insegnato per oltre trent’anni. Politico impegnato sempre nella tutela dei più deboli. Lo ricordiamo con grande affetto”.
E per ricordare Adriano Ossicini interviene anche il presidente Sergio Mattarella con un messaggio diffuso dal Quirinale: “La sua scomparsa mi addolora profondamente. Il suo lungo e coraggioso impegno per la democrazia, la sua intelligente opera di uomo del dialogo in Parlamento e nella società, la sua passione di medico a servizio di quanti avevano più bisogno costituisce una preziosa eredità per la Repubblica. In questo giorno triste, desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari, agli amici e a quanti hanno tratto insegnamento dalla sua testimonianza di vita”.

 

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