L’ospite d’onore

cesano boscone
di don Giorgio De Capitani
Mi ero ripromesso di non parlarne più. Sinceramente, il solo pensarci mi mette nausea, e più che odio per lui sento tanta pietà per gli esseri umani.
Mi chiedo come si possa ancora tener conto di un losco individuo che in tutta la sua vita non ha fatto altro che schernire i valori sacri, insiti in ciascuno di noi, ma che probabilmente non riescono a convivere con la perversione diabolica. Eppure si dice che siamo tutti figli di Dio, e questo fa comodo alla Chiesa, quando si tratta di venire a patti anche con il diavolo, pur di ottenere qualche privilegio, in nome di una “nobile” causa, così si dice, qual è la difesa della fede cattolica.
Questo losco individuo da anni ormai ci sta prendendo per il culo o, meglio, sta prendendo per il culo tutto ciò che appartiene alla Democrazia. Lo ha fatto quando era il comandante-cuoco della nave, e lo sta facendo ora che ha un piede nella fossa e l’altro sempre pronto a tirar calci alla giustizia.
Lo so: è oramai un fallito sulla via del tramonto, e per questo mi fa anche pena, ma non accetto che lo Stato o le istituzioni statali lo considerino ancora degno di attenzione sociale o civile, come uno con cui trattare per il bene di questo paese.
Ciò che sta succedendo in questi giorni è puramente grottesco, una follia democratica. I giudici lo considerano “ancora socialmente pericoloso” e poi gli danno ancora possibilità di agire da politico. Come dire a un ladro: in certe ore non puoi più rubare, in altre sì.
È o no un pregiudicato, e perciò un condannato per reati contro le regole democratiche? Che sconti la sua pena, come stabilisce la legge che, se è vero che è uguale per tutti, lo è anche e soprattutto per i potenti e per i ricchi, i quali, proprio perché possono pagare potenti avvocati con soldi rubati, non meriterebbero alcuno sconto da parte della giustizia. Invece no, questi condannati sono dei grandi privilegiati. Di fronte allo Stato e di fronte… alla Chiesa, che invoca la misericordia di Dio.
È una vergogna che lo Stato venga a patti con questi criminali, ed è una bestemmia che la Chiesa distribuisca il suo perdono dietro compenso.
Come si può educare i più piccoli alla democrazia, alla giustizia, alla coscienza, quando loschi individui, perché ricchi e potenti, continuano a seminare disordine morale e civile, come l’ago della bilancia della politica italiana?
Questo è un crimine! Questo si chiama perversione politica!
Perché me la prendo? Che cosa ottengo? Nulla. Gli italiani continueranno ad essere un popolo idiota, bastardo, mentecatto: passano dai più corrotti ai comici da strapazzo, pezzi di merda che spargono merda per il gusto di annusare merda, per non parlare poi dei barbari, oggi ben rappresentati da Matteo Salvini che di cristiano ha solo il certificato di battesimo, e di umano ha solo la consapevolezza di volerne fare a meno!
Tutto è così negativo? Tutto catastrofico? No. Credo ancora che, nonostante tutto – Stato, Chiesa e Dio –, l’essere umano riuscirà a tornare a galla. C’è qualcosa che nessuno potrà mai distruggere. È un segreto: spetta a ognuno scoprirlo.
da il manifesto

L’ospite d’onore

 Micaela Bongi, 15.4.2014
Berlusconi. L’ex cavaliere sconterà la «pena» a due passi da Milano: farà il volontario per mezza giornata a settimana alla Fondazione Sacra Famiglia. Dal martedì al giovedì potrà stare a Roma. Garantita l’agibilità politica, esultano gli avvocati
La sacra Famiglia di Cesano Boscone, o Cesàn Buscùn. Sarà questo il luogo simbolo del tardo berlusconismo, l’età della decadenza. Che, è ufficiale, per il sovrano di Arcore coinciderà per circa dieci mesi con l’affidamento in prova ai servizi sociali nella struttura per anziani e disabili alle porte di Milano. Non sarà Villa Certosa o le Bermude, le Arcore’s nights sono ricordi d’altri tempi. Dimenticare via Olgettina e le vacanze nella dacia sul Mar Nero. Ora c’è Cesàn Buscùn.
Località non molto esotica, è vero. Ma se gli avvocati Coppi e Ghedini si dicono soddisfatti il motivo c’è, ed è lampante. La condanna a 4 anni per frode fiscale, già alleviata dai tre di indulto, per Silvio Berlusconi, soggetto ancora «socialmente pericoloso» ma secondo i giudici sulla via del ravvedimento, si risolverà in 4 ore a settimana – in tutto 28 mezze giornate – di «volontariato» presso l’istituto fondato nel 1896 da Domenico Pogliani, sacerdote in odore di santità. Il che può anche essere letto come un incoraggiante segno del destino per l’unto del signore ormai spogliatosi anche della carica di Cavaliere.
Gli incubi più neri, come la privazione totale della libertà agli arresti domiciliari, del resto sono alle spalle. E l’agognata «agibilità politica» è garantita: sbrigati i suoi impegni con gli anziani e gli altri ospiti della grande struttura, Silvio il volontario sarà libero di circolare in Lombardia tenendo comizi e convention salvo starsene nella villa di Arcore dalle 11 di sera alle 6 del mattino. E dal martedì al giovedì potrà lasciare la sua regione e raggiungere Roma per gli impegni di partito e di campagna elettorale, anche a cena, volendo, ma sempre con l’obbligo di passare la notte in casa e di tornarsene nell’abitazione di Arcore per le 23 del giovedì. Con un apposito permesso, potrà anche circolare al di fuori dei confini stabiliti. Nessun limite di orario per interventi telefonici, ad esempio in collegamento con le tv.
Certo, al leader forzista qualche complicazione nella sua attività politica potrà derivargli da un’altra prescrizione, quella di non frequentare pregiudicati (e tossicodipendenti). Ma insomma, la «ferita inferta alla democrazia italiana» della quale continua a parlare imperterrita Maria Stella Gelmini si fa fatica a individuarla. E probabilmente lo stesso sovrano azzoppato inviterà anche gli ultimi fedelissimi a evitare d’ora in avanti espressioni azzardate come «golpe» oppure «persecuzione giudiziaria», dato che i giudici a lui hanno vivamente sconsigliato di lanciarsi in «esternazioni offensive» contro le toghe, perché in quel caso la musica cambierebbe: addio servizi sociali.
L’ex Cavaliere dovrà invece dimostrare la sua «volontà di recupero dei valori morali perseguiti dall’ordinamento», mantenendo il suo comportamento «nell’ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni». Perché in passato, osservano ancora i giudici, Berlusconi ha dimostrato invece una certa «insofferenza alle regole dello Stato», e in effetti qualcun altro oltre alle toghe lo aveva notato. Ma ora avrebbe riconosciuto la sua condanna, sempre secondo i giudici, anche perché ha versato 10 milioni di risarcimento all’Agenzia delle entrate e, appunto, ha accettato di aiutare gli anziani. Anche se non esattamente di buon grado, però, se è vero quel che trapela dalla cerchia dell’ex premier, dove viene descritto un Berlusconi comunque avvilito, mortificato, lui che «con tutto quello che ho fatto per questo paese adesso devo passare per uno che ha bisogno di essere rieducato». Lui che, appunto «insofferente» alle regole, ora dovrà accettare il coprifuoco e gli spostamenti sotto controllo e i colloqui mensili con la responsabile dell’Ufficio esecuzione penale esterna. Lui che ha sempre lottato con tutte le sue forze e quelle dei suoi medici e chirurghi estetici contro l’avanzare dell’età, e ora dovrà condividere parte delle sue giornate circondato dai vecchietti della Sacra Famiglia subendo oltretutto altri sfottò che si aggiungeranno a quelli che già ampiamente gli hanno riversato addosso i giornali e la rete. C’è chi nota che tutto sommato «cittadini meno fortunati, meno ricchi e potenti per reati molto minori vanno semplicemente in prigione». Ma a farlo è quel «barbaro, vigliacco, arrogante, livoroso» di Massimo D’Alema, tuonano imbufalite le forziste Carfagna e Santanchè. E comunque in tanti sono pronti a scommettere che Silvio saprà fare ancora una volta di necessità virtù, trasformando la condanna in una ribalta che magari non lo porterà, come don Pogliani, alla santità, ma magari a risollevare almeno un po’ le sorti del suo malconcio partito.
Per il momento, i responsabili della Sacra Famiglia incrociano le dita, preoccupati dello scompiglio che il famoso condannato potrà portare nella struttura. Ma cristianamente, accoglieranno la pecorella smarrita. Che in una casa di cura che conta oltre mille ospiti, circa ottocento dipendenti, venti reparti e edifici, un campo da calcio e uno da bocce, laboratori di ceramica, falegnameria, bigiotteria e quant’altro, e pure un teatro e una chiesa, sicuramente troverà anche il modo per non annoiarsi. Per il resto, ci saranno gli amici a consolarlo. Anche se Gianfranco Rotondi non è ottimista: «Sono stato l’ultimo dei democristiani, sarò l’ultimo dei berlusconiani. Di tutto il resto non garantisco, ormai nel nostro giro la fedeltà è a orario, manco a giornata».

 

 

13 Commenti

  1. Patrizia ha detto:

    E come ebbe a dire il marchese del Grillo:la Giustizia è morta.

  2. GIANNI ha detto:

    Mi domando quali riflessi possano esserci politicamente.
    Forse la pena è anzi un assist incredibile, e, sempre che non sia stata una farsa la creazione dell’NCD, per consentire a Berlusconi di avere un piede al governo ed uno all’opposizione, magari questo assist convincerà coloro che avevano dato vita ad un partito senza Berlusconi, a ritornare all’ovile, nell’ottica di una ripresa di Forza Italia.
    Talora gli effetti delle umane vicende portano lontano dagli obiettivi iniziali ed, anzi, ne sortiscono di non desiderati.

  3. PietroM ha detto:

    Non capisco cosa possa fare di utile un individuo, per sole quattro ore la settimana in un centro anziani. Che percorso di reinserimento sociale è questo?!
    Questa pena inflitta ha il sapore del compromesso. La più leggera possibile, purché il condannato non si scagli contro la Magistratura,che non attacchi i giudici…
    La cosa che più fa rabbrividire le persone pensanti è la consapevolezza di essere di fronte ad una -NON VERITA’-, la punta di un iceberg di cui non si conoscerà mai la parte sommersa.

  4. silvia ha detto:

    Due pesi e due misure…la fanno i soldi e la possibilità di pagarsi avvocati come Coppi e Ghedini. Un comune detenuto e magari straniero avrebbe (HA) avuto una restrizione maggiore. Qualcuno legga la prima di Avvenire ieri…e rispondete se potete…è un insulto al volontariato vero. silvia

  5. Giuseppe ha detto:

    Quello che non riesco ad accettare degli ultimi sviluppi di questa vicenda squallida e tipicamente italiana è che i giudici, dopo tanta attesa, applicando la sentenza di condanna abbiano avuto la mano tanto leggera, comminando una pena a dir poco ridicola e beffarda. Per anni questo mascalzone ha eluso e manipolato la giustizia, ingiuriando ripetutamente la magistratura e recitando costantemente la parte della vittima sacrificale di una persecuzione giudiziaria causata solo dall’odio e dalla incompetenza dei giudici. E adesso, per tutta risposta, il tribunale lo tratta con una deferenza incomprensibile. Personalmente credo che avrebbero dovuto dargli gli arresti domiciliari coatti, senza alcuna possibilità di avere contatti con chicchessia. Invece, è stato scelto l’affidamento “in prova” ai servizi sociali per lo svolgimento di attività socialmente utili. Pazienza, pur non capendone la motivazione dobbiamo adeguarci, ma per lo meno visto che dovrebbe trattarsi di una pena detentiva, avrebbero dovuto fare in modo che ne sentisse il peso, altro che quattro misere ore a settimana: anche quattro ore al giorno sarebbero state sempre troppo poche. Per non parlare della facoltà di potersi muovere per curare i suoi interessi, politici e non, facendo avanti e indietro tra Arcore e Roma. Ho cercato per quanto possibile di vedere l’aspetto grottesco e ridanciano della vicenda, ma proprio non ci riesco. Perché l’unica cosa che vedo è la conferma che nel nostro paese universalmente riconosciuto come la culla del diritto, ancora una volta, purtroppo, l’applicazione della legge non è affatto uguale per tutti. Penso ai poveri cristi che per molto meno stanno scontando la loro pena in prigione e, forse, non hanno beneficiato nemmeno delle attenuanti generiche o della possibilità di uno sconto di pena, e sento solo il sapore disgustoso di un incommensurabile senso di nausea.

  6. Edoardo ha detto:

    … ed allora perché ne parla ancora?
    E poi chiamarlo criminale perché ha evaso le tasse mi sembra esagerato. Quanti imprenditori, professionisti e semplici cittadini evadono?
    Ha mai preteso che lo scontrino fiscale le fosse SEMPRE dato?
    Lei ha ragione, politicamente è un leader finito e non andrà lontano, ma suvvia, abbia il senso della misura nelle sue (a volte azzeccatissime) considerazioni!

    • Don Giorgio ha detto:

      Mi meraviglio che tu non abbia ancora capito la perversione diabolica di un immondo che ha distrutto l’Italia e gli italiani per decenni e decenni. Ma in che mondo vivi? Lo sai che Berlusconi ne ha fatte di cotte e di crude, non solo per quanto riguarda le donne (un giro di puttane ancora presenti nel parlamento), ma perché ha corrotto parlamentari e giudici, è riuscito a corrompèere una certa poarte di Chiesa, certi Movimenti ecclesiali (vedi Cl), ha fatto perfino uccidere i suoi rivali? Ciò che col tempo uscirà da questo Immondenzaio non hai idea! Altro che criminale! Ma sei proprio così ottuso, cieco, coglione?

      • Edoardo ha detto:

        Mi sa che lei stia esagerando. Quali sarebbero i suoi rivali che avrebbe fatto uccidere?
        E poi non sono un coglione come lei dice; in alcuni casi (non sempre) sono semplicemente una persona che la pensa diversamente da lei!

    • Ottavio ha detto:

      Anche più di un anno fa lo davano per finito come stai facendo tu adesso, i sondaggi a due mesi dalle elezioni del 2013 davano il PDL al 14/15%, personalmente anch’io mi preparavo alla debacle definitiva, poi Berlusconi ha fatto il miracolo conducendo una grande campagna elettorale e per un niente non ha rivinto.
      La realtà è che Berlusconi è un genio politico e darlo per finito significa capire poco di politica e non imparare niente dal passato.
      Quando torna sarà molto più forte di prima perchè gli italiani avranno capito e stanno già capendo che è stato uno stillicidio continuo nei confronti del presidente da parte della magistratura e di una parte di poteri forti organizzati che fanno capo a de benetti e alla sinistra.

    • Giuseppe ha detto:

      Al Capone era una persona perbene o un criminale? Se è stato catturato e imprigionato lo si deve all’evasione fiscale, perché c’erano riusciti in altro modo. Questo lo fa meno criminale?

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