La politica mi disgusta, la Mistica mi appassiona

L’EDITORIALE
di don Giorgio

La politica mi disgusta,

la Mistica mi appassiona

Appena finisco di scrivere un libro, sono quasi in ansia di scrivere un altro.
Mi giustifico dicendo che non scrivo romanzetti, ma libri di Mistica, per cui c’è sempre qualcosa da completare o da aggiungere, tanto più che non si tratta di una certa infarinatura misticoide, ma di quella grande Mistica medievale, di cui basterebbe ricordare un nome, Meister Eckhart, per suscitare nel lettore un grande interesse.
Sì, oggi c’è un particolare interesse, soprattutto tra i giovani, per la Mistica medievale, con la possibilità di poter leggere i libri dei protagonisti del risveglio del mondo interiore e del mondo dello Spirito.
Parliamoci chiaro: a me non piacciono i surrogati e nemmeno i bigini.
– Ma gli argomenti sono troppo alti?
Certo che lo sono, ma non capisco perché non erano inaccessibili all’uomo del medioevo!
Eckhart predicava alle suore dei monasteri da lui diretti, e non avevano tutte una grande cultura.
Si tratta, dunque, di omelie e non di trattati accademici.
Che da allora ad oggi la Mistica sia del tutto o quasi scomparsa, la colpa è stata di una Chiesa istituzionale che ha fatto di tutto, mediante condanne e anatemi, per mettere un grosso macigno su quella Scoperta dell’essere, che ha di conseguenza pagato caramente l’oblio, lasciando che dell’uomo rimanesse solo un qualcosa di psicologico e tanta “carnalità”.
Se ci chiediamo: “Chi siamo”?, non sappiamo nemmeno rispondere, e se sentiamo parlare di spiritualità, ci metteremmo a ridere, pensando che si tratti di qualcosa di prettamente devozionale.
Eppure, già il nome “spirituale” non richiama forse il mondo dello Spirito? E il mondo dello Spirito è forse una caratteristica del mondo religioso o di una Chiesa che dovrebbe sapere che è nata con il dono dello Spirito santo?
Siamo così prevenuti che crediamo di essere bigotti o temiamo di essere giudicati tali, appena pronunciamo la realtà spirituale dell’essere umano.
Eppure, noi siamo costituzionalmente “spirituali” prima che “carnali” e, se siamo anche “carnali”, non lo siamo perché il corpo prevalga su tutto.
Il verbo “essere” esiste perché esiste lo Spirito e, quando diciamo “noi siamo” o “io sono”, definiamo la nostra vera identità.
L’attuale società fondata sull’avere e sul dire “io ho”, ha perso non solo la parte costitutiva della nostra realtà, ma permette all’essere umano di farsi castrare nel proprio essere.
La differenza non solo di stile, ma naturale degli uomini sta proprio nel dire “io ho” oppure “io sono”.
E quando diciamo “io ho” lo diciamo magari con convinzione e fede, e quando diciamo “io sono” è perché inconsciamente lo diciamo perché il verbo “essere” fa parte del nostro linguaggio, anche per indicare il peggior materialista di questo mondo.
La definizione biblica di Dio è “Io sono” e Gesù Cristo ricorreva a questa definizione per imporsi sui suoi nemici dichiarando la sua qualità divina.
Solo chi ha scoperto, come i Mistici, il mondo interiore, può legittimamente dire “Io sono”, senza temere dunque le ire della Chiesa, preoccupata di salvare la Divinità dalla nostre pretese di ritenerci “dèi”.
“Io sono (Dio)” è ciò che avviene in noi, quando il nostro spirito si immerge nello Spirito di Dio.
Ancora oggi siamo qui a perdere tempo disquisendo sulla causa: siamo figli di Dio per natura o per grazia? Che importa, quando sappiamo che natura e grazia sono la stessa realtà?
17 agosto 2019
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. bartolomeo palumbo ha detto:

    Grazie DON GIORGIO.Quest’articolo mi fa l’effetto di una sveglia che mi riscuote dal torpore che m’invade nello scorrere della vita quotidiana.CIAO!!

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