Sospendete quella “marcia della discordia”!

pace assisi

Sospendete quella “marcia della discordia”!

Nata con tutte le migliori intenzioni di questo mondo, la “marcia per la pace” Perugia-Assisi ha perso lungo gli anni il suo significato più puro, contaminandosi con i vari schieramenti partitici fino a diventare la “marcia della discordia”.  
VA SOSPESA!
I vari Movimenti per la Pace litigano tra di loro. Fino a dilaniarsi.
La pace è diventata discordia!
Mi sono chiesto in questi anni: che cosa producono di buono le Marce per la pace?  A che servono? Pregare? Camminare? Discutere? A che pro?
Tutto come prima, peggio di prima!
Sì, sono scettico, sono pessimista, ma credo di essere anche realista.
Se tutti coloro che partecipano alle varie marce facessero qualcosa di buono nel loro ambiente, servirebbero la pace più efficacemente. Ma, finita la marcia, tutto finisce in fumo, e ognuno svanisce nel nulla.
Il mondo è fatto di infiniti granellini di materia (scusa la terminologia poco scientifica), così l’Umanità è fatta di infiniti esseri. Ognuno ha la sua importanza. Se tutti scomparissero di colpo, anche il mondo o l’umanità scomparirebbe.
Se ognuno di noi tirasse fuori qualcosa dal proprio essere migliore, il mondo non sarebbe diverso?
Viviamo di belle parole, di gesti formali, di manifestazioni di massa anonima, ed ecco in quale mondo siamo costretti a sopravvivere.

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da redattoresociale.it

La Perugia-Assisi senza pace.

Agesci e Movimento Nonviolento se ne vanno

Le due organizzazioni non parteciperanno alla marcia del 19 ottobre. Per gli scout la rottura prima dell’estate, ma oggi prende posizione anche il movimento fondato dallo stesso Capitini, ideatore della Perugia-Assisi. Lotti ribatte: “Da Agesci falsità clamorose”
10 ottobre 2014
ROMA – Sarà anche dedicata alla “fraternità”, ma l’edizione 2014 della Marcia per la pace Perugia-Assisi, che si terrà domenica 19 ottobre, probabilmente verrà ricordata per le polemiche “interne” sull’organizzazione dell’evento. Già prima dell’estate, infatti, l’Agesci, l’Associazione guide e scouts cattolici italiani, avevano fatto sapere di non voler partecipare alla marcia diffondendo un documento  in cui venivano spiegate le ragioni della decisione. Oggi è il Movimento Nonviolento fondato dallo stesso Aldo Capitini che ha ideato la marcia a prendere posizione contro una gestione “privatistica” della Tavola della Pace. Una polemica tornata alla ribalta proprio durante la conferenza stampa di presentazione della Marcia, tenutasi oggi a Roma, presso la sede della Federazione nazionale della stampa italiana. Per l’Agesci, la decisione è stata anche ribadita in una lettera della metà di settembre in cui si parla di una Marcia del 2014 “convocata in maniera unilaterale senza una vera e propria condivisone”.
Una “scelta storica”, spiegano i responsabili dell’Agesci, “originata dalla consapevolezza di una necessità di un cambio di gestione nella Tavola della Pace che pensavamo dovesse essere più trasparente e partecipata, aspetti che sono a un certo punto esplosi in tutte le loro contraddizioni: regole non chiare, convocazioni di riunioni, bilanci non definiti”. Al centro delle polemiche anche la figura di Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace. “Tale persona è stata sino ad ora l’unico coordinatore dalla sua fondazione ed in virtù di un principio di ricambio democratico e vitale della cariche avevamo chiesto una sua sostituzione. Tale necessità nasceva anche dalla sua recente candidatura alle elezioni politiche (Lotti era candidato con la lista di Ingroia, ndr) ritenendo quindi che non fosse possibile lasciare una carica per poi riprenderla subito dopo l’esito negativo delle elezioni. Gli incarichi non sono come “magliette” che si cambiano in continuazione”.
Alle critiche dell’Agesci ha replicato oggi lo stesso Lotti, senza mezzi termini. “In quella lettera scritta dai principali responsabili dell’Agesci ci sono delle falsità abbastanza clamorose”, ha affermato Lotti. “Non ho mai conosciuto coloro che hanno firmato quella lettera – ha detto Lotti -. Nessuno di loro ha mai partecipato ad una sola riunione della Tavola della Pace e non so da dove abbiano attinto quelle informazioni”. Sulla questione dei bilanci “non definiti” volano gli stracci. “I nostri bilanci sono online – ha affermato Lotti -, di certo posso dire che l’Agesci purtroppo non ha mai messo un euro per l’organizzazione della Marcia Perugia-Assisi. Tutti coloro che hanno messo anche un euro, hanno anche ricevuto i bilanci e li hanno potuti verificare”. Sulla figura di Lotti quale coordinatore della Tavola della Pace, lo stesso Lotti rassicura: “La Tavola della Pace è cambiata e si sta rinnovando. C’è un comitato direttivo molto più aperto di prima, non più legato a rappresentanze associative, ma a percorsi di impegno per la Pace. È una fase di transizione ed è aperto. Per quel che riguarda il sottoscritto, fin tanto che posso continuerò a lavorare per la pace nelle forme e nei modi che mi saranno possibili. Dopo le elezioni sono ritornato a fare quello che facevo prima, spero non dia fastidio a qualcuno”.
Lotti replica anche sulla necessità di “regole chiare” richieste dall’Agesci. “C’è qualcuno che pensa che la Marcia per la Pace e il movimento si possa iscrivere dentro uno statuto associativo – ha affermato Lotti -. Io penso che invece abbiamo bisogno di una partecipazione larga e aperta. La Perugia-Assisi, come l’ha voluta Aldo Capitini, è sempre stato un luogo di incontro tra persone che hanno anche fedi, opinioni politiche molto diverse tra loro”. Ma proprio dal Movimento non violento fondato dallo stesso Capitini arriva oggi un’altra batosta per l’iniziativa. Con un comunicato diffuso oggi, il movimento fa sapere che non parteciperà alla marcia perchè “ritiene che non vi siano le condizioni per poter aderire”.
Secondo la nota, dopo il cinquantesimo anniversario della prima edizione della marcia, il Movimento Nonviolento chiese un incontro di riflessione sull’iniziativa alla Tavola della Pace. Ma a quella richiesta, spiega l’organizzazione, “non è mai arrivata alcuna risposta, ma anzi la Tavola stessa è implosa”. Secondo il Movimento, “le sue principali organizzazioni – aggiunge la nota -, contestandone la conduzione monocratica, la poca trasparenza e la non chiarezza nel rapporto con le Istituzioni locali che la Marcia sostengono anche finanziariamente, hanno preso atto che l’esperienza della Tavola si era conclusa ed hanno dato vita alla Rete della Pace, per dotarsi di un’organizzazione autonoma, democratica ed indipendente”. Secondo il Movimento, inoltre, “titolo, contenuti e documento della Marcia sono stati comunicati come un dato di fatto. A tutti si chiede solo di aderire e partecipare”. Polemiche anche sul documento della marcia, “la cui stesura – spiega la nota – non è stata condivisa con alcuna delle organizzazioni che da sempre animano la Marcia della Pacia”, bollandolo come “del tutto generico e superficiale”. Divisioni interne che non hanno fermato la macchina organizzativa della marcia, ma che non aiutano neanche ad avere un quadro chiaro della situazione. Secondo Lotti, infatti, alla marcia ha dato l’adesione anche la Rete della Pace, cioè la sigla fondata, tra le altre, proprio da Agesci.(ga)
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da NIGRIZIA
mercoledì 15 ottobre 2014
Pacifisti in movimento

Pacifici contrasti

La marcia Perugia-Assisi del 19 ottobre è un’occasione per far convergere le due principali anime del pacifismo italiano. Anche se il Movimento nonviolento ha deciso di non aderire. Intanto è in partenza la raccolta di firme per la difesa civile non armata e la campagna “no F-35” ha indotto il governo Renzi a ridimensionare l’impegno di spesa per i cacciabombardieri.
di Raffaello Zordan  
Autunno caldo per il movimento pacifista di casa nostra, tra manifestazioni, marce, raccolte di firme, discussioni più o meno diplomatiche e precise divergenze. Partendo da queste ultime, va segnalato che il Movimento nonviolento ha scelto di non aderire, spiegando in un comunicato  che «l’Appello per la Perugia-Assisi – la cui stesura non è stata condivisa con alcuna delle organizzazioni associative, culturali, sindacali, che da sempre animano la Marcia della Pace – è del tutto generico e superficiale, e non tiene conto del ritorno violento della guerra come continuazione della politica con altri mezzi in Palestina e Israele, in Siria, in Iraq, in Libia, in Afghanistan, Ucraina, Rd Congo, Nigeria e nelle decine di altre zone del mondo, di fronte al quale la comunità internazionale è impotente o complice, come il nostro paese che continua a vendere armi a tutte le parti in conflitto». Una posizione di cui si dovrà tener conto.
Guardando avanti, comincerà davvero il 4 novembre (doveva iniziare il 2 ottobre) la raccolta di firme per l’Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta. Questo è il titolo, registrato presso la Corte di cassazione e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, della proposta di legge di iniziativa popolare: perché possa essere depositata alla Camera e quindi discussa, servono 50mila firme.
L’obiettivo è realizzare un meccanismo di difesa, alternativo a quello militare, dotato di specifiche risorse economiche (un fondo di 100 milioni di euro l’anno), e che i cittadini possano contribuire a finanziare, scegliendo di destinare il sei per mille dell’imposta sul reddito.
I promotori dell’iniziativa (Conferenza nazionale enti di servizio civile, Forum nazionale per il servizio civile, Rete della pace, Rete italiana per il disarmo, Sbilanciamoci!) sanno che, oltre alle firme e al pressing sui parlamentari, c’è la necessità di moltiplicare le occasioni di dibattito per irrobustire il consenso popolare sul tema. Anche perché il grosso dell’opinione pubblica sa a malapena che la Costituzione ripudia la guerra (art. 11) e non è un scherzo portarla a riflettere su disarmo, prevenzione dei conflitti, riconversione dell’industria militare e a prendere confidenza con l’idea che «la difesa della patria è molto più articolata ed estesa di quella semplicemente militare».
Occasioni per tenere alta la bandiera della difesa civile non armata sono state Verona, il 25 aprile, con l’Arena colma di pace e disarmo, e Firenze, il 21 settembre, con la manifestazione “Facciamo insieme un passo di pace”.
Un altro momento privilegiato per entrare nel merito delle scelte di guerra e di pace è la campagna “Taglia le ali alle armi” della Rete italiana disarmo, che chiede al governo italiano di rinunciare all’acquisto dei cacciabombardieri F-35. E non lo fa inanellando slogan, ma contestando punto su punto il programma Joint Strike Fighter (Jsf) ed elencandone le incongruità etiche, politiche, economiche, industriali, strategiche e persino militari. Una campagna che dura da cinque anni e che ha indotto, qualche settimana fa, il governo Renzi a ridimensionare l’impegno di spesa per gli F-35.
Se il movimento pacifista sarà in grado di fare massa critica su difesa civile e no F-35, lo si vedrà anche alla Marcia Perugia-Assisi del 19 ottobre “Contro la terza guerra mondiale”. Dopo i dissidi che durano dal 2013 (epicentro: la gestione più o meno collegiale della Tavola della pace), è in atto faticoso riavvicinamento tra i gruppi e associazioni che hanno costituito quest’anno la Rete della Pace (tra questi Acli, Agesci, Arci, Movimento non violento, Pax Christi, Associazione per la pace, Conferenza degli istituti missionari in Italia) e dato vita alle manifestazioni del 25 aprile e del 21 settembre, e la Tavola della pace (che il 17 settembre ha comunicato di aderire alla manifestazione di Firenze) che organizza la marcia e di cui fanno parte i francescani del sacro convento di Assisi e Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace.

 

6 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Quando una iniziativa lodevole assume una certa visibilità e comincia ad assumere un’importanza rilevante, è difficile che rimanga circoscritta restando fedele ai presupposti di base e alle caratteristiche di chi l’ha promossa. Inizia infatti, da parte delle varie autorità e delle associazioni legate ai poteri forti, una vera e propria gara per impadronirsene e trasformarla in qualcosa di diverso, un proprio simbolo o vessillo da sbandierare per farsi pubblicità. È quello che è accaduto alla marcia per la pace da Perugia a d Assisi, che negli anni ha smarrito gran parte dello spirito e del desiderio di testimonianza che animava gli ideatori e i primi partecipanti. La parola pace oltretutto, è ormai completamente abusata e contaminata, e sono convinto che stia anche perdendo il suo significato autentico ed originale. Ci sarà un motivo per cui Gesù nel lasciare la propria eredità spirituale agli apostoli dice testualmente: “vi lascio la pace, vi do la mia pace, non come la dà il mondo io la do a voi…”

    • Don Giorgio ha detto:

      Le iniziative pur belle nascono in un contesto e poi il contesto cambia e l’iniziativa non ha più senso. Bisogna avere il coraggio di sospenderle. Bisogna casomai inventarne di nuove, supposto che serva andare in piazza a manifestare. In certi casi sì, ma sono eccezioni. Tutto diventa spettacolo, e lo spettacolo non produce nulla di reale.

      • Paolo Bertagnolli ha detto:

        Caro don Giorgio, non condivido quanto scrivi: ” Le iniziative più belle nascono in un contesto e poi il contesto cambia” Allora anche i francescani dovrebbero sparire: sono nati in un contesto e, ancor prima che Francesco morisse, sono cambiati. La stessa Chiesa, è nata in un contesto e poi è divenuta un potere; dovrebbe scomparire anche la Chiesa’

        • Don Giorgio ha detto:

          Forse non hai sentito parlare di riforme. Ci sono stati santi che hanno riformato il loro ordine, uscendone e ripristinandone l’originale. La Chiesa non ha bisogno di riforme? Il discorso sarebbe lungo. In ogni caso, ogni istituzione umana non è eterna. Tanto meno le marce per la pace. Quando una cosa non va più, va sostituita. È lo spirito che conta, non la struttura.

  2. GIANNI ha detto:

    Sembrerebbe che di concezioni di pace ne esistano diverse.
    Che le varie anime del movimento si siano ispirate, nei reciproci rapporti, al famoso si vis pacem, para bellum?

  3. Edoardo ha detto:

    Sono piacevolmente sorpreso: Condivido al 1.000% le parole di don Giorgio

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