La Democrazia e l’invisibilità dei giovani

L’EDITORILAE
di don Giorgio

La Democrazia e l’invisibilità dei giovani

Come si può parlare di Democrazia in una società, composta di una massa immobile di decrepiti nel loro essere più profondo?
Democrazia è rinascita di valori, bloccati però da una insipienza carnale.
Occorre far rivivere quei valori dello spirito, relegati in fondo a un pozzo, e accedervi sembra impossibile a causa di un ego, vero mastino pronto ad attaccare qualsiasi spirito ribelle.
E i giovani dove sono?
È possibile una Democrazia senza le energie giovanili?
Me lo chiedo, e che riposta potrei dare, se, anche guardando al di là di ogni più nero pessimismo, non vedo che una distesa di sabbia bruciata dal sole?
Sì, dove sono i giovani?
Li vedo, e non li vedo; li sento, e non li sento. Tutti ne parlano, ma solo nelle emergenze.
Eccoli in massa a protestare sulle piazze, ma solo per un giorno, e poi?
Eccoli anche a pregare per la pace, e poi?
I “migliori” sembrano coloro che se ne stanno in casa, perché incapaci di sporcarsi con la polvere di strade impraticabili, così ritenute dal buon senso comune, o con la melma di ritrovi come prigioni per debosciati senza alcun pudore umano.
Dove sono i giovani ribelli, intendo dire, che hanno voglia di ficcare una pallottola nella stupidità di una massa rincoglionita?
Giovani sì ribelli, ma con quella carica interiore, sovrabbondante di novità sorprendenti.
Democrazia!
Che senso dare a questa parola, senza l’esuberanza rivoluzionaria dei giovani?
E voi avete la spudoratezza di parlare di democrazia come potere dei giovani, che invece vorrebbero fare di ogni potere uno sfascio istituzionale?
I giovani amano la Democrazia degli spiriti liberi, perciò solo gli spiriti liberi amano la radicalità di un Bene universale, verso cui tendere con ogni fibra del proprio cuore.
I giovani mi entusiasmano appena entro nel mio essere, e mi ritrovo più giovane di loro.
18 gennaio 2020
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