Ingranaggi del meccanismo dell’avere

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Ingranaggi del meccanismo dell’avere

Quando capita un’emergenza, di qualsiasi tipo – terremoto o alluvione o, come in questi mesi, un virus che sta falciando numerose esistenze umane, creando di conseguenza paure di contagio di massa: quindi, ci sono emergenze post cataclismi, ed emergenze per contagio di un virus ancora in circolazione – ciò che crea ancor più scompiglio non è tanto la paura di un virus che tocchi l’individuo, quanto le conseguenze del tipo materiale: si perde la casa, il posto di lavoro, o si perdono soldi.
A subire i peggiori danni è l’economia, ed è questo che crea ansie, preoccupazioni, stress, anche tragedie. Forse la morte fisica di una persona non ci fa paura quanto il dover perdere qualcosa del nostro avere.
Se il Coronavirus sta mettendo in ginocchio il mercato, l’economia, il dio denaro, le conseguenze psicologiche provengono dalla paura di perdere l’avere. E si sta male anche dentro. Che strano! Ma ciò è anche provvidenziale! Ci si sta accorgendo che c’è qualcosa oltre l’avere: tolto l’avere, è come sentirsi nudi dentro.
E si sta male dentro, perché lo star male fuori scuote qualcosa della nostra coscienza assopita proprio a causa di un progresso economico che agisce sulla carne, sul fatto che viviamo di avere, più desiderato che posseduto, in ogni caso l’avere posseduto non basta mai, e questo procura l’ansia di avere di più, sempre di più.
Ma parlare di un essere che sta male è qualcosa da rimuovere subito, perché potrebbe metterci in crisi, lasciandoci isolati tra l’avere che ha sempre il suo fascino e l’essere, da lasciare comunque sempre fuori dal gioco, perché lo si ritiene qualcosa che non ha senso in una società dominata dall’avere.
Ai tempi in cui la filosofia impregnava la vita di valori, offrendo continue occasioni di ripensamento per non farsi prendere da una mentalità troppo pragmatista, c’era se non altro la coscienza di uno spirito presente nell’essere umano, oggi invece, contravvenendo alla legge di un risveglio interiore e perciò di una rivincita dell’essere sull’avere, tutto un  mondo si è bloccato, ed è il mondo dell’essere, lasciando che l’avere diventasse la macchina che conduce la nostra esistenza, ma la cosa più allucinante è che il meccanismo economico impone le sue regole, e la prima è che ciascun essere umano diventi un ingranaggio del meccanismo dell’avere.
A causa del Coronavirus la macchina sembra si sia inceppata, e noi, parte integrante dell’ingranaggio, stiamo soffrendo, ma succederà che il meccanismo riprenderà, schiacciando i nostri sogni, i nostri desideri, le nostre attese, del resto già schiacciate dal meccanismo dell’avere, quando funziona così bene che neppure ci accorgiamo di avere dentro di noi anche un solo alito di spirito.
18 luglio 2020
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
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2 Commenti

  1. antonio ha detto:

    Quello dell’avere è un flagello… che non lascia scampo. E’ un sacco industriale di semi di zizzania rovesciato in un orticello… La nostra società macera da secoli in questi percolati… la differenza qualitativa è nell’istanza suicida della masse, mai così alienate e convinte satana sia il cavallo giusto su cui puntare tutto. Un popolo così disposto alle prostituzioni e cornuto è in effetti una novità storica, basti ascoltare i discorsi dei bambini… ‘soldi’, ‘iphone’,’comprare’, ‘barca’, ‘bugatti’, un elenco sterminato di videogames da decine e decine di euro l’uno, consolle da centinaia e centinaia di euro l’una, lego, serie tv… e i genitori si compiacciono di deformare con il proprio esempio… i propri piccoli.

    Questi schiavi miserabili , ansiosi solo di rovinare i propri simili per attirare lo sguardo compiaciuto dei padroni, sono inoltre profondamente malvagi nel loro agire, nonostante la lacrima estremamente facile…

    Mi appare un labirinto senza alcuna via d’uscita… e , umanamente parlando, non ci sono vie d’uscita…

  2. PEROLE SANTE,ma chi le ascolta?Forse con questa scoppola del corona saremo obbligati a rivedere il nostro modo di vivere.SPERIAMO!!!!!!!!!!!

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