Cannibalismo leghista

L’Editoriale
di don Giorgio

Cannibalismo leghista

Non trovo più parole per stigmatizzare quel razzismo idiota che ogni giorno invade tv, giornali, internet e facebook, come virus incontrollabile e contaminazione di massa.
Sembrano cervelli spappolati da martelli pneumatici.
Se parlate con un leghista è come se parlaste al vento impazzito, oppure a un nudo verme che striscia tra i rifiuti.
Come potreste dialogare? Trovereste davanti come un blocco di cemento o un muro di gomma o un abisso di nullità.
Non vi rimane che togliere i ponti, e lasciare le masse di rimbambiti brucare sterpi di rovi.
In Italia i ponti crollano, perché sono sospesi sul vuoto, e il vuoto è l’ideologia di segatura di un regime populista.
Sto parlando di ponti etici e umanitari, che si corrodono al contatto di un vuoto culturale.
Ma c’è di più. C’è un cannibalismo ideologico che si nutre di anime morte di una massa di decerebrati.
E c’è un cannibalismo politico che si nutre del sangue di innocenti, la cui unica colpa è di essere innocenti. Se fossero figli di barbari avrebbero a disposizione tutti i beni di una reggia di privilegi e latrocini, di furfanterie e troiami.
Il cannibalismo leghista oggi ha un nome: è quel bestione milanese, ingordo di ogni cibo culinario, perché è solo ventre, e di quei corpi maciullati dal colonialismo europeo e anche italiano.
Il cannibalismo del bestione è mai sazio: ogni giorno fa sua ogni vittima del sistema e si gongola nell’assistere al crollo di ogni valore democratico.
Il bestione salviniano sparge i suoi fetori tra i suoi devoti leccaculo, una massa di incretiniti nel cervello e nel cuore.
E la grossa mandria di carni pronte al macello osanna al figlio di satana, venuto da un incrocio di amori adulterini.
Osanna! Osanna!
E le campane di qualche chiesa, gestita da un figlio di troia con la veste talare, suonano a distesa, ma il vento cambierà direzione, e i suoni annunceranno la morte del bestione.
“Che riposi in pace”, diranno i suoi.
Ma dal cielo un coro canterà:
“Alleluia! Che la terra sotterri per sempre il suo fetore!”.
19 gennaio 2019
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