Che noia! Che paranoia! Ne ho piene le palle!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Che noia! Che paranoia! Ne ho piene le palle!

Non saprei perché, ma ogniqualvolta sento dire anche solo qualcosa su Giulio Regeni mi salta la mosca al naso. Mi vorrebbe la voglia di urlare: “Adesso basta, per favore!” Mi avete proprio rotto le palle! Ma chissenefrega di Giulio Regeni!?”.
E poi la notizia passa nel dimenticatoio, ma pronta a tornare, ciclicamente, come se qualcuno si divertisse a tirar fuori ancora una volta la “strana” vicenda, pur sapendo che non interesserà neppure all’ultimo patito di romanzi gialli, il quale preferisce leggere ben altri racconti, più appassionanti, senz’altro più intriganti.
Non credo che ci sia un solo italiano a cui stia a cuore il caso Giulio Regeni.  Puoi anche battere e ribattere il chiodo fin che vuoi, ma non entra nella nostra testa, e tantomeno nel cuore. La risposta è univoca: “Ma chissenefrega di Giulio Regen!?”.
Che io me la prenda è già positivo, dato che a tutti gli altri la cosa scivola via come un pezzo di sapone che si vorrebbe metter loro tra le mani, senza nemmeno poter dire: “Cretino! A che mi serve?”.
Forse varrebbe però la pena di prendersela con tutti quei mass media che, ciclicamente, ripetono la solita solfa, come esecutori di un rito paranoico, al limite della più assurda razionalità, destinata a finire sempre nel cestino della carta straccia.
So che qualcuno, il solito perbenista a tempo perso, è sempre pronto a salvare almeno il ricordo di un essere umano, ma questo giochetto non mi tocca, per il semplice motivo che sull’umanità ho ben altre idee, ben altre convinzioni e ben altre emozioni.
Nessuno riuscirà mai a togliermi dalla testa e dal cuore un mondo di umanità alla deriva, dimenticata quasi da tutti, ma che avrebbe il diritto di suscitare almeno qualche domanda, ben più drammatica di quella di chi (familiari o fan) vorrebbe sapere sul come e sul perché della morte tragica di Giulio Regeni.
Ed io, di rimando, urlo: “Ma chissenefrega di Regeni?! Non vedi che siamo sommersi da un’orda barbarica che ogni giorno uccide anime e corpi, e da una follia imperante che vorrebbe accecarci?”.
Tutti vedono, e stanno zitti, magari con gli occhi sbarrati, anche per paura, su ciò che è “loro”, e che vorrebbero non solo difendere come “loro”, ma anche moltiplicare sulla pelle dei più disgraziati.
Ed ecco che leggo o sento: “Giustizia per Giulio Regeni!”. Ma quale giustizia? E se anche il caso meritasse giustizia, a chi e a che cosa servirebbe?  A me assolutamente no!
Se giustizia ci sia, lo sia per qualcosa che merita il rispetto di sacrosanti diritti, ancora negati a “rottami umani”!
Non dico di non avere pietà per chi è stato barbaramente ucciso, ma dico solo che c’è tutto un mondo di poveracci che meriterebbero una maggiore pietà, a cui però nessuno rivolge almeno uno sguardo. Già, non hanno nemmeno parenti o avvocati pronti a difenderli dai soprusi dei ben pensanti.    
19 agosto 2017
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