La “Santa” in Lombardia

mafia
Il giuramento di fedeltà è stato registrato in un filmato video realizzato dai carabinieri dei R.O.S. a Castello Brianza, nel Lecchese. Presso un “rudere”, in via Pratobevera a Castello Brianza, in frazione Bevera (Lecco) nelle giornate di primavera si sono ritrovate le tre locali affiliate alla ‘ndrangheta calabrese (Calolziocorte, Cermenate e Fino Mornasco) per le ‘mangiate’, ovvero riunioni dove avvenivano il conferimento di cariche e ‘doti’ a diversi affiliati. Questo testimonia l’attività mafiosa ben radicata sul territorio lecchese.
All’interno di quella che è stata denominata ‘operazione Insubria’ che ieri ha portato all’esecuzione di 38 ordinanze di custodia cautelare, è stato possibile documentare due di questi incontri (il 12 aprile e il 31 maggio) mediante l’installazione di piccole microspie nei pressi dell’arteria stradale.
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Mi chiedo: è mai possibile che nessuno si sia accorto di questi incontri? E l’amministrazione leghista dormiva? Già, i leghisti pensano solo agli extracomunitari e alle faccende di casa! Convivono con la mafia, e non si accorgono! Strano!
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da Articolo21.org

La “Santa” in Lombardia. Intervista a Forgione:

“al Nord compartecipazione

fra ‘ndrangheta e imprenditoria”

di Norma Ferrara
I tre cavalieri spagnoli, Osso, Mastrosso e Carcagnosso, sostituiti da tre uomini del Risorgimento, Garibaldi, Mazzini, La Marmora. Accade in Lombardia, nel profondo Nord, durante un rito di affiliazione alla ‘ndrangheta, raccontato per la prima volta nella storia, in presa diretta dalle microspie dei Ros che – coordinati dalla Dda di Milano – hanno portato in carcere 40 persone.
Con Francesco Forgione, studioso di ‘ndrangheta, politico, già presidente della Commissione parlamentare antimafia, il punto sull’operazione “Insubria” e sui rapporti imprenditoria, ‘ndrangheta e massoneria al Nord.
Durante la conferenza stampa di oggi il pm Ilda Boccassini l’ha definito un video storico: parliamo delle immagini dei Ros che hanno fatto il giro del web e dei Tg,  in poche ore….
Queste immagini restituiscono la fotografia di una organizzazione solida, una ‘ndrangheta,  in presa diretta, colta in tutta la sua modernità e al tempo stesso nelle sue profonde e arcaiche radici.  I boss vivono a metà fra un immobilismo delle origini e una dinamicità delle azioni, in un contesto intriso di valori rituali, simboli massonici. Di quelle immagini colpiscono alcuni elementi e ci sono tante conferme. Fra gli aspetti nuovi e insoliti, potremmo dire la sostituzione, quasi, dei tre cavalieri spagnoli, che secondo la leggenda diedero vita alla ‘ndrangheta, Osso, Mastrosso e Carcagnosso,  con tre uomini del Risorgimento. Uno di loro è un uomo in divisa, il generale La Marmora: un tempo sarebbe stato impensabile giurare su un uomo dello Stato fedeltà ad una organizzazione criminale segreta qual è la ‘ndrangheta. Nonostante ciò, le immagini e anche alcuni elementi emersi nell’indagine restituiscono saldamente alla Calabria il ruolo di “cabina di regia – casa-madre” di tutta l’organizzazione criminale. Solo per fare un esempio, per questo rito di affiliazione alla “Santa”, si reca dalla Calabria il capo – mafia locale. Nulla si muove, neppure al Nord, senza il consenso della struttura operante in Calabria. Ricordiamo che solo alcuni anni fa, come emerge proprio dall’inchiesta Infinito-Crimine, i boss stroncarono con un omicidio (quello del boss Novella, ndr) il tentativo “federale” di fondare “La Lombardia”, una struttura criminale autonoma rispetto alla ‘ndrangheta.
Il rito di affiliazione che viene ripreso dalle immagini dei Ros è alla “Santa”. Cosa rappresenta dentro la ‘ndrangheta questo livello?
“La Santa” è storicamente una sovrastruttura della ‘ndrangheta dove siedono le elites. Si tratta di un livello massonico della ‘ndrangheta voluto dopo i moti degli anni ’70 di Reggio Calabria, quando i boss delle famiglie mafiose come i De Stefano, i Molè, i Piromalli, decisero di fare il salto di qualità. E scelsero di fondare la “Santa”, struttura che ha lanciato e rafforzato tutta l’organizzazione criminale e consolidato i rapporti con pezzi dell’imprenditoria e dello Stato. Questo livello massonico della ‘ndrangheta è diventato camera di compensazione di questi rapporti, di queste transazioni, di questi accordi. Qui siedono pezzi di mafia e pezzi di Stato.
Nell’operazione “Insubria” alcuni imprenditori si rivolgono ai boss per riscuotere crediti da altri. Nulla è cambiato dalle dichiarazioni della Boccassini subito dopo l’operazione “Infinito-Crimine”, quando puntò il dito su silenzio  dell’imprenditoria?
L’operazione di oggi consegna conferme allarmanti: la colonizzazione della Lombardia. Aveva ragione la Boccassini a denunciare il silenzio e le complicità perché qui in Lombardia – ma direi in gran parte del Nord d’Italia –  nei fatti, c’è stato un cambio strutturale del tessuto socio-economico. C’è ormai un rapporto solido fra la ‘ndrangheta e l’imprenditoria, per via della grande liquidità di cui dispongono i boss, certo. Ma anche per la forza intimidatoria della ‘ndrangheta messa in campo sul territorio. In assenza di quest’ultima un imprenditore che ricevesse pressioni o minacce andrebbe a denunciarle. E, invece, non accade: ci sono paura e omertà. Gli imprenditori hanno interiorizzato la presenza della ‘ndrangheta. Come emerge nelle carte di questa inchiesta e in altre, gli imprenditori si rivolgono alla mafia per ragioni per le quali dovrebbe invece essere lo Stato a dare una risposta (come la riscossione crediti). Non è niente di diverso da quello che per anni è accaduto al Sud. Spesso siamo di fronte ad un dato ancora peggiore: c’è una compartecipazione fra imprenditoria e ‘ndrangheta, come dimostra il caso dell’azienda Perego. Se la politica dei partiti, soprattutto quelli molto radicati in quelle aree come la Lega, anziché gridare “al lupo al lupo” contro gli immigrati si fossero occupati di capire cosa stesse accadendo sul territorio, oggi non saremmo in questa situazione.
In diverse inchieste, dalla Calabria sino all’Emilia – Romagna, emerge  anche il ruolo ambiguo di alcuni apparati investigativi e dei Servizi segreti. Nella relazione annuale della Direzione nazionale antimafia i magistrati dicono che il loro apporto è stato poco utile alle indagini, quando non dannoso. Secondo lei?
Le rispondo con un frase che uso spesso “Quando si arriva in Calabria e si incontra lo Stato non si sa mai se è quello giusto”. Questo perché la ‘ndrangheta – rispetto alle altre organizzazioni criminali – ha scelto l’inabissamento da sempre, come strategia criminale. Ha provato ad infiltrare lo Stato e i settori socio-economici in tutti i modi. La “Santa” –  per tornare all’indagine di oggi  – è conseguenza di queste scelte: usare la massoneria come luogo d’incontro fra parti diverse dello Stato, della magistratura, dell’economia, della politica. E anche i Servizi Segreti, come segnalato per i casi Zumbo e evidenziato nell’inchiesta “Crimine – Infinito”, o la magistratura, non sono immuni. Se si vuole incidere sulla forza criminale della ‘ndrangheta bisogna prendere atto di questo e rompere  legami fra pezzi di Stato, di politica, di economia e la ‘ndrangheta.
Fonte: “Libera Informazione”
18 novembre 2014
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11 Commenti

  1. Nino ha detto:

    La mafia non esiste.
    Essa era un’organizzazione fine a se stessa mentre oggi sarebbe più corretto parlare di consortorie mafiose dove per consorterie intendo la facilità di interlocuzione fra la mafia, la criminalità organizzata,la massoneria oculta,i servizi segreti deviati,i politici corrotti, gli imprenditori disonesti.
    All’interno della ‘ndrangheta sono i santisti coloro che possono/debbono tenere i collegamenti con questi soggetti senza timore di ritorsione da parte dei loro capi.
    Questi sono anche autorizzati a fare la spia ai carabinieri: per liberarsi di qualcuno, punirne un altro, vendersi un terzo.

  2. GIANNI ha detto:

    E’ un problema di sempre: chi controlla i controllori?
    Se le mafie usano non solo il sistema dell’intimidazione, ma anche quello dell’infiltrazione, come si fa ad essere sicuri che, appunto, ci rivolgiamo non dico all’istituzione giusta, ma al suo giusto rappresentante?
    Magari a è un funzionario di polizia integro, ma b no.
    Magari un imprenditore vuole denunciare, si rivolge a b, e questo, invece di dar corso alla cosa, nel migliore dei casi la mette in un cassetto, e nel peggiore gli fa trovare qualcuno sotto casa.
    Penso che, fin tanto che non si risolve questo problema, contro le mafie l’azione dello stato rimanga molto limitata.

    • zorro ha detto:

      E’ semplice un quadro vale piu’ di mille parole lo stato ha i nomi dei mafiosi e compari si inizia da quelli e si fanno parlare per un primo ripulisti poi si dice se ci saranno ritorsioni allora si entra con i carri armati nei paesi di nascita con altre retate e rastrellamenti.Questa e’ guerra o difesa lecita dei non mafiosi nei confronti dei mafiosi?Va da se che gli operatori se presi in flagrante vengono eliminati per tradimento e i loro cari esiliati con confiscati i beni.

  3. zorro ha detto:

    Ma allora se non esite piu’ etica e siamo tutti mafiosi perche’ preoccuparci?Io rimango sempre della mia idea bianchi rossi neri gialli etc chi si organizza in bande o si affilia per opprimere il proprio simile con arroganza e prepotenza va emarginato in prigione o in esilio.E penso che deve essere chiaro su questo principio lo stato deve vincere perche’ ha la forza pubblica quindi l’esercito.Di questo i mafiosi devono essere coscienti e non abusare troppo.Il governo serve a questo e non avere collusioni con mafie x scambio di voti.Ieri sera Alfano alla 7 ha pitturato l’italia come paese sicuro nonostante ci siano 4 organizzazioni mafiose al sud che ora hannoo conquistato la finanza del nord?Ipocrita Alfano solita politica democristiana la mafia non esiste e per 40 anni hanno convissuto vedi Andreotti & C Pure il vaticano con Sindona e Calvi.Possiamo sperare solo nell’ arrivo di extraterrestri per cambiare lo status quo.

  4. marcello ha detto:

    noi siamo noi gli altri sono la peggior specie.?

  5. Giuseppe ha detto:

    C’è un film degli anni 70, diretto da Lina Wertmuller, “Mimì metallurgico ferito nell’onore” che, pur essendo farsesco e puntando molto sulla comicità grottesca di certe situazioni, è in qual modo profetico. Il povero operaio Mimì, testimone casuale di qualcosa che non doveva essere visto, cerca di cambiare aria e trovare altre sistemazioni, ma ovunque vada c’è sempre qualcuno che appartiene alla famiglia di mafiosi da cui sta cercando di fuggire, con le conseguenze che si possono immaginare.

  6. Giuseppe ha detto:

    L’ho già detto altre volte, forse sarebbe ora di smetterla di pensare che il genere umano sia diviso in due categorie ben distinte: “noi e loro”. Nel quale noi siamo i buoni, cioè le persone perbene e i lavoratori onesti e laboriosi, mentre loro (gli stranieri, i meridionali, i rom etc.) sono i cattivi, che conducono una vita scellerata fatta di atti criminosi e di sopraffazioni e, spesso, fanno parte di associazioni a delinquere di stampo mafioso. È noto che la mafia,la ndrangheta, la sacra corona unita e le altre organizzazioni similari hanno avuto origine nel meridione d’Italia, dove era più facile attecchire per via della grande povertà e dell’abbandono sistematico in cui è stato lasciato da un certo momento in poi. Ma poi, crescendo e aumentando il loro volume d’affari era fatale che trasferissero i propri interessi e le proprie basi anche altrove, dove le possibilità erano maggiori e più concrete le opportunità di arricchimento: si sa, i soldi chiamano i soldi! Non dobbiamo pensare, però, che tutto ciò sia successo in poco tempo e solo di recente, l’infiltrazione è stato un processo lento e metodico che ha richiesto diversi anni, e oggi possiamo dire che alcuni centri di comando hanno abbandonato le loro roccaforti storiche. Solo degli ingenui bifolchi come i leghisti, con la loro ben nota dabbenaggine, potevano bersi la panzana che il marcio fosse altrove, perché persuasi che i loro inetti leader fossero i depositari della verità e dell’integrità, mentre la delinquenza non poteva che essere un retaggio dei “terroni” e di “roma ladrona”. Oltretutto sappiamo bene che lo “stile mafioso” di… condurre gli affari è ormai diffuso un po’ dappertutto, visto che esiste una mafia russa, una cinese, una irlandese e così via. Il nostro è un villaggio globale anche nel malaffare e sempre più spesso vengono scoperti collegamenti tra le varie bande criminali e, naturalmente, anche con il mondo dell’imprenditoria e del sottobosco politico.

  7. john coltrane ha detto:

    ma a castello Brianza c’è una giunta di renziani di centro sinistra

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