In attesa del Mistero natalizio…

L’EDITORIALE
di don Giorgio

In attesa del Mistero natalizio…

Quando l’Assoluto, o il totalmente Altro, è ridotto a qualcosa di relativo o, ancor peggio, a un “relativo religioso”, non potrà più esserci alcuna speranza di riscattarci da quella debolezza di fondo, che fa parte del nostro essere “creaturale”.
Siamo creature e, in quanto tali, siamo “precari”, perciò in quella situazione di inferiorità che ci costringe a “pregare” (precario, da “prex”, significa “preghiera”) l’Assoluto, perché ci sciolga (assoluto, da ab-solutus, sciolto: Dio è sciolto da ogni legame) dalle catene di ogni legame carnale.
La creatura “prega” perché il totalmente Altro si faccia radicalmente “vicino” (è il tema interessante del “Loing Près”, Lontano/vicino, di Margherita Porete), tanto vicino che la creatura diventa Dio stesso.
Il totalmente Altro si fa essenzialmente Se stesso nel nostro essere, sciolto da ogni “impossibilità divina”.
È tutta una questione di “possibilità”.
«Nulla a Dio è impossibile», aveva detto l’arcangelo Gabriele a Maria di Nazaret, riferendosi alla cugina Elisabetta, rimasta incinta al di là delle leggi fisiche di una donna oramai troppo anziana per poter avere un figlio.
Ma Dio non mette in gioco le sue infinite “possibilità”, solo quando si tratta di sospendere le leggi fisiche: non sono questi i veri miracoli!
Dio si mette in gioco nella sua essenzialità infinita, soprattutto quando, come per il grembo verginale di Maria, feconda il grembo del nostro essere per opera dello Spirito santo.
L’Assoluto, il totalmente Altro, il Lontano/vicino, si rigenera come Logos eterno nel grembo del nostro essere.
20/11/2021
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