Un Matteo Salvini d’epoca concorrente de Il pranzo è servito: «Sono un nullafacente». E tale è rimasto!

salvini mengacci

 

di don Giorgio De Capitani
Allora era nullafacente, e tale è rimasto.
Il “pranzo” gli è ben servito ancora, abbondante, con qualche birra o bicchiere di vino magari di troppo, con polenta e luganeghe, con ripetuti brindisi alla salute dei padani, auguranti sonore pedate nel sedere agli extracomunitari.
Matteo il Padano sì che se ne intende di tangenti. È milanese doc, ha amici brianzoli doc. Come può ignorare ciò che succede in casa? Eppure mangia, beve e starnazza. Dà la carica ai suoi ignorantotti, della sua stessa risma, e alé, di qua e di là a racimolare voti e voti, per ottenere che cosa?
Immaginatevi se il leader del biroccio andasse al governo come leader del Consiglio: che lingua parlerebbe? I comici italiani risorgerebbero, le tv pullulerebbero di satira a non finire, a meno che, e potrebbe capitare, di colpo l’Italia diventasse un gran porcile.

 

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