Io sto con l’Unità, il miglior Quotidiano

Io sto con l’Unità, il miglior Quotidiano

Anche il Quotidiano “l’Unità” sta passando un delicato momento di crisi economica. Sono in forse molti posti di lavoro. Le cause sono diverse. Non sto qui a elencarle. Un po’ di storia del Quotidiano comunista non farebbe male, per capire l’importanza che esso ha avuto nel passato.
Fondato il 12 febbraio 1924 da Antonio Gramsci, fino al 1991, è stato organo ufficiale del Partito Comunista Italiano e poi del Partito Democratico della Sinistra (PDS) e dei Democratici della Sinistra (DS). Dal 1997 non è più interamente di proprietà del partito che ne ha rilevato solo un piccola ma politicamente rilevante quota nel 2011, dopo un periodo di quattordici anni in cui il quotidiano era stato sì organo di partito ma completamente di proprietà di privati. Oggi il giornale dà spazio a posizioni e ad esponenti e partiti della sinistra.
Come ogni quotidiano di partito, anche l’Unità è stato sostenuto da una schiera di attivisti convinti che giravano di casa in casa per diffonderlo. Erano tempi in cui ci si credeva nelle idee e ci si sacrificava, non come oggi che si cambia bandiera o partito o voto, a seconda degli umori o degli imbonitori che promettono di più, e a buon mercato.
Certo, non vorrei tornare indietro, ma invidio fortemente la fede di un tempo nei grandi ideali. Oggi si crede a chi parla alla propria pancia. Mancano i politici di una volta. Assistiamo a comizi di comici da strapazzo che urlano e non hanno nulla di serio nella testa. Allora ci si confrontava sulle idee, oggi ci si manganella sul nulla ideologico. È tutto un miscuglio di offese e di sotterfugi. Una babilonia di linguaggi, di compromessi, di calunnie, ma nessuno ha ben chiara, stampata nella mente e nel cuore, una grande idea di Politica.
L’Unità un tempo faceva paura soprattutto al mondo cattolico più intransigente ed ecclesiastico. C’erano parroci di paesi al cento o quasi per cento comunisti, che di buon mattino andavano nelle edicole, si comperavano tutte le copie dell’Unità per poi distruggerle, pur di non farle leggere ai propri fedeli, del resto assai pochi. Era scomunicato un prete che leggeva l’Unità.
Ancora oggi l’Unità può far paura, se è vero che Beppe Grillo è uscito a dire che sarebbe felice se l’Unità chiudesse i battenti. Buon segno, no? Vuol dire che l’Unità dice la verità e smerda i parolai, per di più menzogneri, alla Grillo.
Ogni giorno compero anch’io l’Unità, e lungo la giornata frequento spessissimo la versione online. Prendo spesso articoli, e li metto sul mio sito. Lo ritengo uno dei quotidiani più seri, più obiettivi, forse l’unico. Senz’altro è il migliore. Non è senz’altro come il Fatto Quotidiano, che spesso segue l’onda popolare, in particolare le orme di Beppe Grillo.
Che l’Unità vada male, vuole anche dire che dietro non ci sono forti interessi economici, che invece ci sono dietro la Repubblica o il Corriere. È ancora oggi organo di partito? Può darsi. A me, comunque, interessa che stia dalla parte della cosiddetta sinistra storica, anche se di tempo ne è passato da Antonio Gramsci. Ma credo che rispolverare qualche ideale di fondo che ha sorretto milioni e milioni di operai non sarebbe male. Certo, è difficile oggi restituire alla sinistra la sua anima originaria (parlo di valori), quali: giustizia sociale, solidarietà ecc.
Auguro all’Unità di superare questo momento difficile, anche perché la sua eventuale assenza potrebbe lasciare troppi spazi informativi nelle mani della destra o di quel populismo analfabeta e deleterio che ha sempre forte presa sul popolino, nei momenti di crisi istituzionale e democratica.
22 giugno 2014

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